CAPITOLO 26

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KIRA

- sveglia, siamo arrivati- disse la voce più oddiosa che conosco.
Mi alzo a sedere e guardo il padre.
Esce e poco dopo io lo seguo.
Siamo già al molo e Carter sta scaricando le mie cose.
Il padre mi guarda prima di scendere. Piano li seguo.

Non é cambiato assolutamente niente dall'ultima volta che ero qui.
Incontro diverse lune e riconosco perfino la madre di Carter.
É in ottime condizioni.
Alex le corre in braccio e lei ride.
- muoviti, ti porto nella tua cella!- sibilla il padre prendendomi per un braccio.
- posso mangiare prima?- chiesi.
- no!- sibilla secco.

Mi trascina, provocandomi dolore sul braccio e scometto che di questo passo mi lascerà il segno.
- hey, ma dove la porti?-chiese una delle lune.
- la rinchiudo nei sotterranei- rispose senza fermarsi.
La madre di Carter si piazza davanti a noi.
- cosa?- sibilla.
Se non conoscessi il padre, direi che ha paura visto che fa un passo indietro.

- vieni- disse prendendomi per l'altro braccio.
- non puoi contraddirmi!- sibilla il padre.
- si che posso- rispose lei.
Mi lasciano i polsi e prendono a litigare.
- non puoi contraddirmi sempre- sibilla lui.
- e tu non puoi essere così egoista!- urla lei.
Poi accade una cosa sconvolgente.
Lui le tira un forte schiaffo, tale da girarle il viso e per poco non cade.
Tutti fissano la scena a bocca aperta.
Noto che la madre sta per piangere e si tiene la guancia ormai rossa che tende al viola.

Si allontana e va verso il castello.
Le lune la seguono mentre il padre resta lì, con una mano protesa, come per prenderla e riportarla a sé.

Carter si avvicina a me e mi fa segno diseguirlo.

Entriamo nel castello e noto che in molti ci guardano entrare, forse per capire perché la luna stesse piangendo e ovviamente danno la colpa a me.

Lo seguo fino a quella che era la nostra camera.
Adesso che ci penso ho lasciato molte cose mie qui e spero di ritrovarle.

Mi apre la porta ed entro.
Non é cambiato niente, almeno per quello che ricordo.
Noto una porta nuova.
- lì c'é la camera di Alex- disse indicando la porta chiara- maggiormente dorme con me ma adesso che sei qui dormirà da solo-.
Il piccolo sale sul letto e mi guarda incuriosito.

- ti faccio portare da mangiare, puoi pensare tu ad Alex?- chiese.
Noto che sta digrignando i denti, segno che non sa se fidarsi o no.
Annuisco e piano esce.

Guardo Alex che mi fissa con un'espressione curiosa e gli occhi che luccicano come diamanti.
- vuoi giocare con me?- chiese inclinando la testa.
- a cosa vuoi giocare?- chiesi.
Lui scende dal letto e va verso la porta.
É troppo piccolo e non ci arriva, quindi mi guarda.
Piano la apro ed entriamo nella stanza.

É strappiena di giochi e ha molte cose.
- puoi sederti qui- disse indicando il tappeto.
Obbedisco e intanto prende diversi giochi.
Me li presenta tutti, uno per uno e ci mettiamo a giocare.

ARON

Entro in camera e ci trovo la mia compagna.
É raggomitolata sul letto a piangere.
Questa visione mi provoca solo dolore e un'infinita tristezza.
Piano chiudo la porta e mi avvicino, sedendomi sul letto.

- scusami- dissi cercando di prenderla in braccio ma si ritrae.
- devi smetterla di complicare le cose!- disse tra le lacrime- la nostra guerra é finita, tocca a loro e non puoi restare sempre qui a ordinare a nostro figlio cosa fare!-.
Si alza e mi guarda, stringendo i pugni.

- non fai altro che complicare le cose e se continui così elliminerai ogni legame!- disse asciugandosi le lacrime- devi smetterla, altrimenti prenderó Alex, Kira e Carter ce ne andremo a vivere per conto nostro!-.

Mi si stringe il cuore all'idea di perderla.
- tu lo sai come stanno le cose, tu e lei siete imparentate e Alex non dovrebbe nemmeno esistere- dissi.
- adesso la colpa sarebbe di Alex?!- chiese e sento la sua rabbia crescere.

- qui la colpa é solo tua, hai privato un bambino innocente della propria madre e il tuo stesso figlio della compagna!- sibilla- continua così e perderai anche me!-.

Degluttisco a fatica e scuoto il capo, alzandomi e andando a prenderle una mano ma si scosta, allontanandosi.
- va bene, lasceró mio figlio distruggersi la vita, va bene?- chiesi suplico.
- la decisione spetta a lui, cosa che non gli hai chiesto quando hai portato qui il bambino!- sibilla.
- ho sbagliato, va bene?- chiesi- deciderà lui, senza la mia influenza!-.
Lei annuisce e io la abraccio.

Dopo qualche minuto si stacca.
- vado ad avvisare mio figlio- dissi uscendo.

KIRA

Dopo quasi un'ora la porta si apre ed entra Carter.
Entra come una furia, sbattendo la porta contro il muro.
Ci guarda e fa un sospiro di solievo.
É ovvio che pensava che gli avrei fatto del male.

Poco dopo una voce femminile provviene dalla porta.
Carter apre la porta e intravvedo una domestica.

- poggialo pure li, grazie- disse e lei porta un carello per il servizio in camera.
L'odore di cibo mi fa brontolare di più lo stomaco.

- vieni a mangiare- disse Carter guardandomi.
- Alex, vieni a fare il bagno- aggiunge.
Alex corre verso di lui e prende un paio di paperelle di gomma.
- sbrigati, tu sei la prossima- disse Carter guardandomi.
Mi siedo sul letto matrimoniale e prendo da mangiare.

Carter sveste Alex ma io sono troppo occupata a guardare i suoi addominali.
Entrano nel bagno e io mi concentro sul cibo.

Dopo un ora escono.
La vista di Carter con un misero asciugamano risveglia la mia lupa.
Sento le farfalle nello stomaco e questo mi fa ricordare le sensazioni stupende che provavo qualche anno fa.
- vuoi continuare a fissarmi o ti muovi?- chiese passandomi un pijama morbido come peluche.

Alzo gli occhi al cielo e prendo il pijama, andando in bagno.
La vasca é vuota, per cui la riempio.
La porta si apre e guardo Carter entrare.
- hey!- dissi alzandomi.
Lui mi fa segno di fare silenzio e chiude la porta.

- mia madre ha chiesto una restrizione tra te e mio padre- disse- le condizioni sono che tu ti prenderai cura di Alex, come una vera madre mentre in cambio mio padre non ti darà più fastidio-
Inarco le sopraciglia.
- possiamo tornare insieme come prima e perfino sposarci ma ci vorrà l'aprovazione sia di mio padre che di mia madre- aggiunge- le condizioni sono queste, quindi se non vuoi avere ulteriori problemi ti conviene acettarle-.

Non credo di avere molta scelta.
- ci sto ma pretendo di fare almeno una telefonata a Luke- dissi.
Lui annuisce.

Si avvicina fino ad arrivare ad un passo da me.
Mi avvinghia per la vita e fa per baciarmi ma io lo respingo.
Una scarica di brividi parte, procurandomi una sensazione unica.

- che stai facendo?- chiesi mettendogli le mani sul poderoso petto ancora scoperto.
- lo sai- disse sorridendo.
- non puoi farlo!- sibillo.
Lui ride e si avvicina lo stesso.
- secondo l'accordo si- rispose sfiorando le mie labra con le sue.
Mi sento confusa, come drogata.
Drogata del suo tocco e del suo odore.

- lo sai perfettamente che lo vuoi- aggiunge in tono seducente. 
Ha perfettamente raggione.
Continua a sfiorarmi con le labra e si allontana, provocandomi.
Piano gli faccio scivolare le mani dal petto fino a cingergli il collo.
Si avvicina e mi bacia.

Ora capisco del perché.
In questi anni che ho passato da sola mi maledivo per aver ceduto a Carter e di avergli permesso di mettermi incinta.
Solo ora mi ricordo del perché.
Queste sensazioni sono troppo forti e non riesco a resistere.

Mi cinge di più e mi fa sedere sul lavandino.
Continua a baciarmi con una passione tale da lasciarmi senza fiato.
- sbrigati- disse baciandomi il collo.
Annuisco mentre lui esce.
Riprendo fiato e piano mi svesto, infilandomi nella vasca.

Devo pensare a cosa fare.
Non puó passarla così liscia.
In qualche modo la deve pagare.
Di sicuro non posso né attaccare lui nemmeno le lune.
Di Alex non se ne parla nemmeno e degli alpha sarebbe un suicidio.
Non ho molte scelte, se non nessuna.
Devo aspettare.
Qualcosa mi verrà pur in mente.

Se ha cambiato idea puó anche dire che c'é qualcosa sotto.
Devo fare attenzione a qualunque cosa.



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