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"Muovetevi! Correte a letto!" Urlò la direttrice dell'orfanotrofio.
Insieme a tutti i bambini ed i pochi ragazzi, ci dirigemmo verso la stanza dove dormivamo.
Era abbastanza grande da contenere un numero ragionevole di persone; le pareti erano bianche con dei fiori di pesco disegnati qua e là. I letti erano posizionati orizzontalmente rispetto alle pareti ed erano venti da un lato e venti dall'altro.
Presi il cellulare da sotto il cuscino, lo collegai al caricatore che era attaccato alla presa, e dopo lo rimisi sotto il cuscino, stando attenta a non far vedere il filo bianco del caricatore.
Quella notte sarei, finalmente, scappata da quel posto e avevo già preparato tutto: uno zaino che avevo cucito io ad una specie di corso che facevamo all'orfanotrofio, con dentro tutti i miei disegni, le mie adorate cuffie, l'intimo, qualche vestito, se così possiamo chiamarli, e naturalmente il mio assegno.
Misi lo zaino sotto il letto, mi sdraiai al letto e feci finta di dormire.
Le luci si spensero e il silenzio calò nella stanza.

***

Erano le tre del mattino e ormai tutti dormivano, così decisi di alzarmi e scappare.
Era arrivato il momento.
Presi lo zaino, ci misi dentro il cellulare e il caricabatterie.
Decisi di prendere anche una coperta, dato che non avrei avuto dove stare quella notte, quindi pensai di mettermi in un parco o qualcosa del genere, e la misi nello zaino.
Mi alzai in punta di piedi e mi avviai verso la porta della stanza.
Guardai per l'ultima volta quella stanza.
In quella stanza avevo passato molte cose.. belle e brutte.
Ma non era quello il momento di fermare a pensare, dovevo scappare.
Uscì dalla stanza e mi diressi all'ingresso.
Mi guardai intorno per controllare se ci fosse qualcuno e, quando m'accorsi che avevo una possibilità, mi avvicinai alla porta.
La direttrice lasciava un paio di chiavi in un vaso sopra il davanzale della finestra accanto alla porta così le presi ed aprì il portone e corsi fuori.
L'aria fredda del mattino entrò nei miei polmoni.
Era una sensazione bellissima poter correre senza essere rimproverati.
Mi sentivo libera.
Finalmente.
Arrivai in un parco e mi sdraiai sotto un albero molto grande, mi misi la coperta sopra, lo zaino sotto la mia testa e mi addormentai.

Save Me. - Stefano Lepri (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora