Michael's pov
«Esmeralda, ho preparato il pranzo. Vieni a tavola?», chiesi alla mia ragazza, guardandola dalla soglia della porta. Quella mattina Esmeralda era rimasta a letto per non so quale motivo, non era uscita la sera precedente e la cosa mi aveva sorpreso. Forse il suo malumore era dovuto a questo, fatto sta che non mi interessava più di tanto. Meglio a casa e giù di morale che strafatta per strada, del resto...
Esmeralda alzò la testa dal cuscino, sistemandosi i capelli corti. Il blu che portava da anni sembrava più scuro con la totale assenza di luce. «Certo, adesso arrivo. Puoi farmi un favore?», mi chiese, poggiando di nuovo la testa sul cuscino.
Sospirai. «Certo, che ti serve?».
«Un'aspirina, se c'è. E puoi chiudere le tende in cucina? Ho un mal di testa che mi sta uccidendo», borbottò, «Ah, e potresti darmi una sigaretta? Giuro che te la ridò appena le compro».
Ridacchiai. Il fatto che volesse restituirmi le sigarette che le davo mi ricordava tanto quando eravamo adolescenti, per qualche motivo. Il che era fottutamente deprimente, a pensarci, ma ora come ora non ci facevo più caso. Le cose deprimenti nella mia vita erano così tante che ormai non mi scalfivano più. «Non c'è bisogno che me la ridai. Sono solo sigarette», le dissi, facendola sorridere timida.
«Grazie Michael», mi ringraziò, arrossendo prima di sedersi sul letto.
«Di niente. Ti aspetto in cucina», dissi, voltandomi per andarmene.
Arrivato in cucina preparai i piatti per me ed Esmeralda, misi una pasticca di aspirina in un bicchiere d'acqua, chiusi le tende e posai le mie sigarette sul bancone, accanto al bicchiere con l'aspirina. Fare tutto ciò mi fece pensare ad un universo alternativo in cui io ed Esmeralda eravamo una coppia normale, senza tutti i problemi che ci affliggevano, proprio come lo eravamo prima che le nostre vite entrassero in totale collisione.
Lo squillo del mio cellulare mi impedì di pensare oltre e di commiserarmi per qualcosa che non potevo avere. Lo afferrai, alzando un sopracciglio quando lessi il nome di Calum lampeggiare sul display. Che voleva Calum da me?
«Pronto?», risposi, sedendomi su di uno sgabello, davanti al mio piatto di pasta. Era il massimo che riuscissi a cucinare.
«Lo so che ti stai chiedendo perché ti sto chiamando», cominciò a dire Calum, «E anche come ho fatto ad avere il tuo numero, forse...».
Ridacchiai. «Hai indovinato. Che succede?», chiesi, poggiandomi con il gomito sulla superficie in granito.
«Allora, Danielle non sa che ti sto chiamando quindi se ti chiede qualcosa tu non mi hai sentito. Voglio organizzare una festa a sorpresa per il suo compleanno», spiegò Calum, «E ho bisogno del tuo aiuto. Chiederei a Rowin ma... Non riesco a rintracciarla in nessun modo e tu sei l'unico che ha lo stesso numero da una vita».
Alzai un sopracciglio. «Rowin ha cambiato il suo numero di cellulare?», chiesi, sospettoso. Per qualche strana ragione, Rowin che cambiava il suo numero di cellulare mi sembrava una cosa assurda, ma comunque non potevo saperlo, io e Rowin non ci parlavamo da un sacco...
«Questo non importa! Ti prego Michael, ho davvero bisogno del tuo aiuto», mi implorò Calum, facendomi ridere.
«Okay, okay. Cosa devo fare?».
«Devi distrarre Danielle mentre io addobbo la casa e altro. Solo questo. Magari portala a fare shopping, a prendere un aperitivo, basta che la tieni lontana da casa. Okay?».
«Va bene... Ma quando dovrebbe esserci questa festa?», chiesi confuso, «Il compleanno di Danielle è il mese prossimo».
«Beh... Domani. Il mese prossimo Danielle parte per un viaggio di lavoro e non possiamo festeggiare insieme, perciò sto organizzando adesso. Forse lei ti dirà qualcosa, domani».
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Haunting || Michael Clifford (Esmeralda sequel)
Fanfiction«Tu mi perseguiti, Luke. E prego che continui a farlo per l'eternità». [sequel di Esmeralda] [WARNING: tematiche delicate, muke]