La Città delle Collane (Cap. II)

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Seconda prova
Tema: scrivere una short story (max 5 capitoli) utilizzando uno dei due soggetti o entrambi (Kile e/o Eretria) e un oggetto ( una collana) dati.
Titolo: La Città delle Collane
Nº Parole capitolo: 1716
NºParole complessive: 4602

Capitolo II

primavera, X secolo a.C. Galazia Nera

La figlia di Bellerofonte stringeva ancora la collana quando arrivò a Galazia Nera, polis scelta affidandosi completamente  all'istinto.

Era un oggetto delicato, le faceva un giro intorno al collo senza arrivare a prenderle fino all'attaccatura del seno.
Delle medagliette rigide, ornate di zaffiri, rubini e parti smaltate con fini motivi floreali, si affiancavano l'una all'altra in ordine decrescente dal centro della collana fino a dietro al collo.
Monili simili non erano mai stati visti all'epoca, neanche nell'Olimpo.
Un oggetto senza tempo, che non seguiva nessuna moda.
La manifattura era delicata e sapiente. Spesso quella collana era stata oggetto di sguardi pieni di invidia dalle donne dell'Olimpo, ma nessuna di loro si era mai permessa di fare domande sulla sua origine.
La ragazza la portava al collo dal giorno della morte della madre e sapeva solo che era un oggetto che era appartenuto a Menodora, sua madre.
Bellerofonte l'aveva fatta forgiare per lei dal miglior orafo dell'epoca, che tra le altre cose aveva conosciuto bene la donna ed era stato ispirato proprio dal carattere di questa per la creazione quel gioiello.
Le era stato raccontato che il prezioso monile era stato regalato alla madre in onore della nascita di Eretria, così che lei l'avrebbe potuto ereditare.
In onore della nascita dei fratelli, Bellerofonte aveva donato alla moglie un pugnale di un metallo raro, scintillante ed affilatissimo destinato ad Isandro, ed un cavallo alato, il figlio di Pegaso, per Ippoloco.

Arrivata ai margini della polis si chiese se aveva fatto bene a fuggire dalla sua casa sul monte Olimpo.
Lei non conosceva il mondo dei mortali, si annoiava perfino a guardarli dall'alto, come avrebbe potuto vivere con loro!
Le sembrava che questi vivessero una vita a metà: gli amori, le amicizie, le sensazioni, le sembrava che fossero solo una brutta copia di quello che vivevano gli dèi nell'Olimpo.
Durante il suo cammino decise di avvicinarsi all'agorà incontrando per le vie tante piccole botteghe di artigiani.
La strada era caotica e piena di uomini e donne che si affaccendavano per ottenere prezzi migliori per l'oggetto che desideravano acquistare. Si stava quasi divertendo ad osservarli ciarlare quando una donna con vesti molto ricche le si avvicinò piena di timore reverenziale.

Eretria sembrava essersi dimenticata di essere una semi-dea, poteva provare a fingere di essere una giovane donna in viaggio da lontano, ma non avrebbe mai ingannato nessuno.
Brillava nella sua veste candida, con la sua altezza e la sua bellezza, sembrava non posare neanche i piedi per terra quando camminava.
Perfino lo sguardo che posava su tutto quello che le circondava fungeva da insegna sul suo volto così da distinguerla dai mortali che erano nei paraggi.

"Kalimera, mia signora. Mi scusi, potrei essere inopportuna, ma quella collana...come la ha ottenuta?"

Eretria si portò nuovamente la mano al collo.

"Kalimera, in che senso come l'ho ottenuta? É così rara anche qui?"

"Certo che è rara signorina. É manifattura di uno dei più famosi orafi della Grecia."

"Allora non é rara, é solo di valore!"

"Oh no, signorina. Quell'orafo ha lavorato su solo cinque gioielli in tutta la sua vita. Nessuno di questi é una collana per quanto ne sapevo. E nessuno di questi é all'altezza di quella collana, se vuole il mio parere."
Eretria pensava sinceramente che quella donna fosse il peggior tipo di essere umano sulla terra, ma almeno sembrava essere ben informata su ciò che le premeva sapere.

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