Seconda prova
Tema: scrivere una short story (max 5 capitoli) utilizzando uno dei due soggetti o entrambi (Kile e/o Eretria) e un oggetto ( una collana) dati.
Titolo: La Città delle Collane
Nº Parole capitolo: 1432
Nº Parole complessive: 4602Capitolo III
Eretria decise di fare quello che suo padre aveva detto ma non aveva avuto il coraggio di fare.
Tutto il possibile.
Kile aveva avuto la peggiore delle punizioni solo per essersi opposto, insieme alla sua famiglia, all'omicidio di una bambina.
Non meritava quella punizione e lei si sentiva in dovere di restituirgli qualcosa. Lui aveva rinunciato a tanto per Eretria. I suoi genitori non sarebbero mai tornati indietro, ma almeno la libertà motoria, che sempre per colpa sua gli era stata negata, poteva essergli restituita.Grazie al nettare dall'Ambrosia Kile avrebbe potuto guarire ed Eretria aveva la chiave per ottenerlo.
Da quanto ricordava da quello che aveva imparato ascoltando il padre ed i racconti ai banchetti, sapeva che l'Ambrosia poteva essere capace di dare, addirittura, l'immortalità a chi la mangiava o ne beveva il nettare. Figurarsi se non poteva restituire l'uso delle gambe ad un giovane nato sano!
La semi-dea finse di dimenticare la parte del racconto in cui si narrava delle punizioni che subiva chiunque la rubasse.Eretria chiese aiuto ad Hermes, dio dei ladri, ed una delle compagnie meno gradite a Bellerofonte, per risalire sull'Olimpo.
Finse di essersi pentita e di essere fuggita solo per noia.
Tutti le credettero perché non era la prima, e non sarebbe stata l'ultima, immortale che fuggiva attanagliata dalla monotonia della vita dell'Olimpo.
Fece passare un paio di giorni, che trascorse con la sua famiglia, consapevole che non ce ne sarebbero stati altri.
Il giorno prima di partire abbracciò forte il padre, più di quanto non avesse fatto in tutta la sua vita, lo stesso fece con i fratelli. Sapeva che con molte probabilità non li avrebbe mai più rivisti e più si rigirava questo pensiero nella mente più si convinceva che quella fosse la scelta giusta.
Rubò solo poche gocce di nettare di Ambrosia e fuggì in groppa al cavallo alato di Ippoloco.Dall'alto quel posto era ancora più incantevole.
Quando atterrò nei pressi alla capanna solitaria vide che tutte le candele erano spente.
Kile non si era ancora svegliato.
Eretria lasciò libero il cavallo di tornare dal suo padrone ed aspettò finché non lo vide sparire nel cielo. Poi si avvicinò all'ingresso della capanna.
Non aveva molto tempo.Era una fortuna che il cugino stesse dormendo, forse così lui non sarebbe stato soggetto dell'ira degli dèi.
In realtà non ci sperava così tanto. Due intere famiglie erano state distrutte solo perché perché suo padre aveva superato una sfida mostrandosi più forte di uno dei Dodici, se questa era la giustizia degli dèi Eritrea aveva ben poco da sperare.Entrò di soppiatto nella capanna, che era composta da solo due camere, e raggiunse velocemente il letto di Kile.
Sulle labbra perfette del giovane ancora dormiente posò le poche gocce di nettare che aveva trafugato dalla tavola degli dèi.
Giusto in tempo.Dopo quella mossa fu il putiferio.
Tutto iniziò con i fulmini lanciati da Zeus intorno tutta la capanna.
Questa si trovò circondata da terra bruciata, e subito dopo arrivarono i Dodici.
Kile si svegliò di soprassalto ed urlò quando si sentì per la prima volta, dopo anni, le gambe.
Eretria lo ignorò, tremava troppo per riuscire a sentire qualunque suono."Eretria, figlia di Bellerofonte, mostrati immediatamente ai Dodici Olimpi!" Era la voce forte come un tuono di Zeus. Se era lui il dio del fulmine e del tuono c'era un motivo.
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🦄 Raccolta O.S per concorsi 🦄
Cerita PendekPartecipazione al concorso fantasy di EL •Prima Prova: descrizione di un personaggio fantasy ~Occhi come radici *seconda classificata * •Seconda Prova: short story ~La città delle collane (3 capitoli) *prima classificata* Partecipazione al concor...