Draco è sparito

1.8K 86 1
                                    

Draco é sparito

Draco e Hermione, dopo aver sparecchiato la tavola, si salutano con un abbraccio. Il ragazzo restò in casa e pensò e ripensò alle parole della madre: abbiamo una sola vita, una sola possibilitá, un solo cammino che il ragazzo voleva attraversare insieme ad Hermione, insieme a lei e a nessun'altra.

Quando Astoria entró in casa, parecchie ore dopo, trovò il fidanzato steso sul divano con un libro in grembo, probabilmente lo stava leggendo prima che si addormentasse. La ragazza si accovacció sulle ginocchia e dolcemente svegliò Draco, ripetendo piú volte i suo nome.
«Mmmhhh...» fu la risposta di quest'ultimo.

Astoria ci stava riflettendo tutto il giorno. Avrebbe dovuto dirglielo o forse no? Avrebbe dovuto dirgli ciò che la turbava da tutto il giorno (o almeno da quando aveva visto sua sorella infilarsi quell'abito bianco e sfilare di fonte a lei e alle amiche) ?
Astoria si stava pettinando i lunghi, setosi e lucenti capelli biondi, lisci come spaghetti. Indossava un leggero mini abito monospalla celeste. Il trucco leggero, una veloce passata di mascara e un velo di lucidalabbra rosa: era stupenda.

Si avvió verso la cucina, dove, il suo ragazzo stava accendendo pigramente le candele con la magia. La cena era quasi pronta, un elfo domestico era stato portato dalla casa di Daphne quel pomeriggio, per occuparsi di loro.

Si sedettero a tavola. Il mago si guardava attorno, con aria stanca, riflettendo ancora sul discorso della madre. Mentre la strega, Astoria, lo guardava interrogativa, scegliendo mentalmente le parole che avrebbe dovuto utilizzare. Rimasero in quelle condizioni per una decina di minuti, finchè lei non interruppe il silenzio.

«Draco, ti devo parlare» questa fu la prima frase, quella che aprí la successiva serie di infuocate discussioni pronunciate a cena, prima di addormentarsi, ed infine il giorno seguente, davanti ad un bicchiere di Whisky Incendiario, Draco cedette.

La settimana successiva tutto era stato risolto, andarono insieme alla festa di matrimonio di Daphne, la sorella maggiore di Astoria. Sembravano una coppia felice, si tenevano sottobraccio, i loro occhi scintillavano, le loro bocche erano spesso piegate in amorevoli sorrisi e, addirittura, si scambiarono qualche bacio in pubblico. La giornata fu stupenda.

Alla sorella della sposa piacque moltissimo, lo stesso non si potè dire del suo fidanzato, ma era un attore provetto e finse alla perfezione di star divertendosi. I fiori (rose bianche) selezionate accuratamente da Astoria, emanavano un'aroma delizioso, anche se alcuni invitati, Draco compreso, trovavano l'odore nauseante. Poi, tra un bicchiere di Burrobirra ed uno di Idromele la serata trascorse in un baleno.

Era da tutto il giorno che Hermione non vedeva Draco. Anche lei aveva riflettuto sulle parole di Narcissa. E la sensazione che un tempo provava quando stava in compagnia del vicino di casa si era riaccesa, era debole, certo, però si era ravvivata.

La ragazza aveva passato buona parte del pomeriggio sbirciando dietro le tende di casa, per scorgere la presenza di qualcuno nella dimora accanto: nessuno. Ron quel giorno era preso a firmare dei moduli, per l'esportazione di polvere Buiopesto peruviana. E quando Hermione gli chiese se volesse uscire di casa, lui, gli rispose con un "NO" deciso. Al terzo rifiuto, la ragazza, prese la borsa è si avviò verso Diagon Alley, magari lí avrebbe trovato chi cercava.

Lei aveva bisogno di vederlo, di parlargli, di dirgli che la vecchia fiamma di passione nei suoi confronti si era ravvivata, ed ora brillava debolmente nel suo cuore, nella sua mente, dovunque. Non le importava se fosse stato in compagnia di Astoria o meno, lei doveva trovarlo. Ma non incontrò nessuno, o almeno nessuno che avrebbe voluto incontrare.

Infatti, lí trovò Calí Patil e la sua gemella, Padma, intente ad osservare una vetrina. Hermione, quando passò accanto a loro, sentí i loro sguardi addosso, e udí i loro incomprensibili bisbigli di cui, certamente, lei era la protagonista. La sua vecchia compagna di stanza, di fatti, non era mai stata una delle sue piú grandi amiche, anche se, doveva riconoscerlo, l'aveva aiutata moltissimo con il suo aspetto fisico, un paio di volte, da ragazzina. Giá... un paio di volte... peccato fosse proprio quel paio di volte: il primo appuntamento con Draco e la festa di Halloween, quella dove lui gli aveva chiesto di diventare la sua ragazza.

Com'era stato carino con lei, in quell'occasione. Tanti ricordi le invadevano la mente in quel momento... la festa di Halloween, il suo costume da angelo, come tutti la guardarono dopo che Draco aveva pronunciato quelle parole...

"Hermione Jean Granger, vuoi tu diventare, ufficialmente, la mia ragazza?" ricordava anche la sua risposta "Sí, lo voglio!"
Però ricordava anche la sera sulla Torre di Astronomia, quando le aveva mostrato il marchio, quello che lo aveva fatto diventare, ufficialmente, proprietà di Voldemort. Anche se si lasciarono lo continuava a tenere sott'occhio... se lo ricordava benissimo... Draco stava poco a poco morendo, era piú pallido di quanto non lo fosse mai stato, aveva le occhiaie, pareva malaticcio... quanta sventura aveva dovuto sopportare un ragazzo di appena diciassette anni.

Hermione tornò finalmente a casa. Una busta piena di caramelle, alle quali non aveva saputo resistere, sotto braccio. Prima di varcare la soglia della porta si pose una domanda:
"Anche lui continuava a pensare a lei, dopo averla rivista?"

Draco tornò quella sera molto tardi, e la mattina dopo era sparito di nuovo, non tornó a casa prima di un paio settimane.

My Angel //Dramione ♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora