L'abito perfetto
Hermione e Draco stavano conducendo un ottimo lavoro per quanto riguardava il progetto per la professoressa McGranitt che era anch'essa fiera di loro.
L'imminente festa, di cui tutti gli invitati parlavano, era ormai alle porte. Un leggero vento soffiava sopra il castello, gli alberi stavano diventando rossastri e iniziavano a perdere le foglie.Hagrid, nel frattempo, stava coltivando le sue enormi zucche e il carico di compiti stava mano a mano crescendo in vista del G.U.F.O. (Giudizio Unico per Fattucchieri Ordinari) l'importantissimo esame che si sarebbe tenuto a giugno.
Mancavano giusto una decina di giorni alla festa di Halloween, quando Hermione, durante una pausa studio, affacciata alla finestra dalla quale si scorgevano i colori del tramonto, vide un gufo planare in camera sua. Portava stretta in becco una lettera, scritta con la solita grafia elegante. Era una pergamena che ricordava l'orario e il luogo della festa e che bisognava indossare un costume.
Hermione non aveva proprio idea di che mettere. Gli unici vestiti che aveva erano vecchi golf di lana, dai colori spenti e che oramai erano pieni di pallini, jeans, una felpa rosa e la divisa scolastica. La sua amica Ginny Weasley, se fosse stata invitata, avrebbe avuto l'imbarazzo della scelta su come vestirsi. Il suo baule era, infatti, pieno di minigonne, pantaloncini, canottiere e camicette dai toni vivaci.
Forse avrebbe potuto chiedere in prestito a lei il vestito adatto. Cosí decise di concludere lo studio e andare a parlare con l'amica.
Uscí dalla stanza e si diresse in quella di Ginny.Toc-toc
«Chi è? È aperto!» Hermione sentí urlare. Aprí la porta
«Non ti avevo nemmeno risposto chi fossi!»
«La mia camera è aperta a tutti, Herm!»
«Senti Ginny... ho un problema... io... ecco... mi hanno invitato al party di Halloween dei Serpeverde» disse d'un fiato
«Lo so» rispose calma l'altra «Sono stata invitata anche io. Mi hanno detto che visto che piaccio a Zabini "e lui è cosí difficile"» scimmiottò la Parkinson « mi hanno inviato nella speranza di far innamorare Blaise!»«Come fai a sapere che anche io sono stata invitata?»
«Non ci è voluto Sherlock Holmes per scoprirlo! Quando le serpi mi hanno "convocata" Draco era lí con loro, intento a scrivere una lettera. Ci teneva a scriverla di persona, senza l'ausilio della magia. Non voleva far leggere a nessuno il contenuto, nemmeno il nome del destinatario. Non lo ha rivelato neppure ai suoi amici piú stretti. Comunque, nel chiudere la busta ho intravisto il nome "Hermione" sul retro»«E cosí Malfoy voleva scrivermi di persona?»
«Sí. Tutte le lettere di solito vengono scritte dalla Parkinson o da Daphne Greengrass con la magia, cosa che Draco ha evitato di fare. Comunque eri venuta per chiedermi...?»
«In prestito un vestito per la festa!»
«È una festa in maschera! Non ho abiti per travestirsi! Io andrò a comprare il mio sabato prossimo, a Hogsmeade»«Posso accompagnarti? Cosí scelgo anche io il mio abito»
«Certo! Allora ci vediamo ai Tre Manici di Scopa alle due e mezza!»
«Alle due e mezza? Non sará troppo presto?»
«Non è mai troppo presto per lo shopping»
«Ok! A sabato!» salutò Hermione
«Ciao, Herm! Ci vediamo!» concluse Ginny.I tre giorni che separavano le amiche dalle spese sfrenate trascorsero in fretta. Quella mattina Hermione ripassò Erbologia e Aritmanzia, poi, decise di riordinare gli appunti presi con Draco Malfoy sul loro progetto. Dopo essere andata a pranzo, i rapporti tra lei Harry e Ron erano leggermente migliorati, salí le scale di marmo, si cambiò ed uscí dal castello, diretta ai Tre Manici di Scopa, il bar piú popolare di Hogsmeade. Dovette aspettare Ginny all'interno del locale per una decina di minuti poi presero una Burrobirra e aprirono le danze dello shopping.
«Pronta, Herm?» chiese la ragazza dai capelli rossi.
«Sí, certamente!» fece l'altra un po' titubante. Sapeva che in fatto di moda, Ginny, era un esperta, e sapeva anche che diventava una iena se la si contraddiceva.
«Perfetto! Andiamo in quel negozio, quello lí nell'angolo. Vende abiti meravigliosi!» annunciò la modaiola professionista indicando un negozio di costumi stravaganti «È uno degli unici che vende travestimenti. Quindi se non trovi qui il tuo abito ideale sei fregata!» con passo veloce le due ragazze si affrettarono alla porta bianca ed elegante della boutique.In vetrina erano esposti due modelli. Il primo era da regina, un ampio abito rosso e oro, con tanto di corona. Il secondo era un po' meno elaborato. Con una finta coda da sirena blu, tempestata di brillantini e il top coordinato.
Entrarono. Gli scaffali erano colmi di ometti ai quali erano appesi vestiti colorati, luccicanti, di qualsiasi forma e taglia.Ginny si soffermò inizialmente su un vestito da hippie, poi optò per uno da vampira. Un mini-abito nero e aderente, molto scollato, con il colletto alto e appuntito. Il lungo mantello nero, ricoperto da paillettes del medesimo colore e stivali in tinta che le arrivavano al ginocchio e col tacco a spillo.
«Se mi stiro i capelli e mi trucco di nero... sí... potrebbe andare!» si convinse guardandosi allo specchio fuori dai camerini.
«Tu, Herm? Non hai trovato niente?»
«No, non ancora. Non ho guardato attentamente gli scaffali»Uscendo dal reparto camerini le due amiche notarono un gruppetto di serpi uscire dal negozio.
«Saranno entrate mentre io provavo il vestito!» disse Ginny.
Per poi voltarsi verso gli ometti colmi.
«Ora vediamo per te! Principessa... no, frankenstein... no, scheletro... no, investigatore... no... non c'è n...» la ragazza si arrestò «Hermione... » chiamò con tono calmo «Cos'hai in mano?!?» sbottò.Hermione stringeva in mano un meraviglioso abito bianco che ammirava con noncuranza. Era meraviglioso.
«Questo? L'ho trovato lí!»
«È stupendo! Herm! Provalo!»
Dopo averlo indossato ed essersi fatta convincere da Ginny, Hermione, decise di comprare il vestito da angelo, mentre l'amica aveva già deciso per quello da vampira. Cosí le due ragazze soddisfatte tornarono ad Hogwarts.
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Scusate il ritardo con il quale ho postato il capitolo. Mi dispiace. 💖
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My Angel //Dramione ♡
Fiksi Penggemar~ «Gli occhi grigi, color del ghiaccio e dall'espressione fredda di lui, si stavano sciogliendo, immersi in quelli di lei grandi, color del cacao con alcune diramazioni aranciate che sembravano fatti di fuoco, incandescenti. Nessuno dei due voleva d...