È mezzanotte qui, all'aereoporto di Londra.Gente che corre qua e là con le valigie, felice di partire, felice di tornare.
È un mondo fatto di abbracci, lacrime, di partenze e di arrivi, della commozione dei distacchi e della felicità dei ritrovamenti.
Mi sono sempre piaciute le stazioni e gli aereoporti, hanno qualcosa di magnifico, qualcosa di magico.Non sto ancora credendo di essere qui, di esserci veramente, di stare per lasciare tutto. Sento che un peso mi sta schiacciando e qualcosa sta precipitando su di me.
Sento una strana sensazione, come una vertigine.Quante volte abbiamo espresso il desiderio di partire, di lasciare andare via tutto e prendere quel fottutissimo treno. Anche solo per un istante ognuno di noi ha sognato di dimenticare e andare a vivere da qualche altra parte nella speranza di essere felici.
Tra pochi minuti partirò e quel desiderio non avrei mai voluto esprimere, nemmeno per sbaglio. Perchè infondo non è proprio così che funziona: ovunque tu vada, che tu lo voglia o no, porterai te stesso con te.
Avete presente quello che si prova quando non siete voi a decidere e vi sentite così fottutamente impotenti? Quando sembra andare tutto per il verso giusto e improvvisamente va tutto in frantumi?
Quando avete soltanto voglia di urlare, ma non potete?È tutto quello che provo mentre viaggio verso Los Angeles. O forse no, ho anche paura. Ho paura di cosa mi aspetti. Ho paura della mia timidezza e della mia mancanza di coraggio. Ho paura di non riuscir a fare altro che chiudermi a riccio, e non voglio.
Mi sento vuota e sola nonostante sia circondata dalla mia famiglia.
Iniziare il college in un paese che non è mio, non vedere più i volti dei miei amici e non conoscere i posti mi spaventa.Nei miei ultimi giorni qui ho cercato di stare da sola. Speravo che, stando da sola, avessi potuto iniziare a staccarmi dalla vita e dalle persone di Londra. Purtroppo non è andata proprio come sperassi, ma infondo cos'è la vita se non un ammasso di speranze e illusioni?
Il solo pensiero che tra pochi minuti non sarò più presente nelle cose che accadranno qui, nei miei posti, nella mia camera, mi fa soffrire.
Quanto vorrei che non mi mancassero già tutti prima ancora di essere arrivata.Ricordo quando mia madre quella sera arrivò in camera mia per informarmi del trasferimento.
-Tesoro, io e tuo padre dobbiamo darti una notizia.- Si leggeva nei suoi occhi un velo di tristezza che cercava di cacciare via in ogni modo.
-Di cosa si tratta?- Chiesi.
-Tuo padre ha ricevuto un incarico di lavoro a Los Angeles. Dobbiamo trasferirci. So che sarà difficile non vedere i tuoi amici, i parenti, ma pensa il lato positivo, quest'anno inizierai il college e potrai farlo in questa bellissima città, è un'occasione unica. - Sorrise e cercò di incitarmi ad essere ottimista.
Rimasi per un attimo senza parole. Come poteva dirmi una cosa del genere? Avrei dovuto cambiare vita, abitudini, amici?
Diverse emozioni si facevano spazio in me: odio, rabbia, nostalgia.Quando dalla porta di camera mia arrivò saltellando la mia sorellina di sette anni portando in dietro le sue lunghe trecce bionde.
Dicono che sia la mia fotocopia, una mini me. Ma in realtà io mi vedo così diversa da lei.
Io ho i capelli e gli occhi scuri, ma al di là dell'aspetto fisico, lei è sempre allegra e cerca di trovare il lato positivo in ogni cosa. Purtroppo questo a me viene difficile farlo.-Jane hai già saputo del trasferimento?- Mi chiese fissandomi con i suoi occhioni color nocciola.
-Già.-Risposi guardando in basso.
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Please, kiss me
RomanceDue ragazzi appartenenti a due mondi totalmente differenti. Conosciuti per caso ad un falò in una calda serata estiva. Lei, proveniente da una famiglia modesta e trasferitasi a Los Angeles per il lavoro di suo padre. Lui, figlio di un ricco imprend...