Mi allontano da quella folla e mi dirigo verso il mare. Poco più lontano le luci sulla spiaggia illuminano quegli occhi azzurri che nonostante la ferita e il viola che li incornicia non smettono di essere così intensi e profondi.
Dei capelli spettinati e delle mascelle leggermente pronunciate arricchiscono quel capolavoro.Mi avvicino cercando di farmi spazio tra la folla di quei ragazzi curiosi. Mi fermo davanti a lui lanciando occhiatacce a quelle ragazze che gli ronzano attorno. Cerco qualcosa da dire ma mi limito a restare immobile e ad osservare ogni suo tratto.
È alto, molto più di quanto immaginassi. Non mi sono mai sentita così piccola al fianco di qualcuno.
Ha una maglia bianca e un paio di jeans scuri. La maglia è trasparente e posso ammirare i suoi perfetti addominali.
Senza alzarmi sulle punte vedo le sue labbra, sono semplici e sottili, poi alzando lo sguardo posso incontrare nuovamente i suoi occhi. Sono di uno splendido blu chiaro tendente al celeste che guardandoli con un minimo di attenzione ricordano il mare. Occhi così non ne ho mai visti prima.Mi sento in imbarazzo. Poi finalmente decido di rompere quel silenzio.
Dove sono finiti quella musica e quelle voci dei ragazzi?
In un istante tutto mi sembra sparito.-Come stai?- riesco a spiccicare solo questo mentre mi accorgo che la voce mi trema.
Mi maledico mentalmente per la mia stupida timidezza e per la mia mancanza di coraggio.
-Non mi reggo in piedi.-Risponde lui sarcastico.
Quando parla mi accorgo che ha una fossetta, una sola, sulla guancia sinistra e che di tanto in tanto passa una mano tra quei capelli spettinati portando in dietro il ciuffo biondo.
Mi disincanto da quello che potrei definire "spettacolo" e cerco di portami alla realtà. Voglio fargli capire che quello che è accaduto non è stato per mia intenzione e soprattutto non avrei mai immaginato che Bryan reagisse in quel modo.
-Mi dispiace, non avrei mai immaginato che.. Voglio dire che lui.. Beh insomma..
-Ma chi? Quella nocciolina scaduta?
Trattengo la risata e dico tra me e me se mai una nocciolina potesse essere scaduta. Dopo le mie inutili riflessioni cerco di ricompormi.
-No davvero, mi dispiace per quello che è accaduto.- Dico.
Mi guarda fisso negli occhi, poi distoglie lo sguardo.Noto che sull'occhio sinistro ha una piccola ferita e del sangue sta iniziando a scendere.
Ricordo che in mano ho ancora un pezzo della benda che avevo messo a Bryan.
Mi avvicino a lui. Sento il suo respiro sul mio collo.-Posso?-Dico continuando a guardarlo negli occhi.
-Non ho bisogno delle tue attenzioni.-Mi interrompe, secco, con lo sguardo volto verso il mare. Passa nuovamente la mano tra i capelli e serra la mascella.
Non so cosa mi abbia preso. Mi sento una stupida e forse non avrei mai dovuto presentarmi lì. Sento una stretta allo stomaco. Le parole di quello sconosciuto mi hanno fatto male in qualche modo.
Passa la mano tra i capelli biondi ed io lo guardo.
-Potrebbero entrarti delle mosche, attenta.-Dice fissando le mie labbra.
Che stupido.
Sono sicura che non ho certamente la bocca aperta, ma non sono sicura di avere un'espressione decente.
Faccio per andarmene quando lui mi ferma.
-Aspetta!
-Si?
-Posso sapere almeno il tuo nome? Sai non sono abituato a parlare con persone senza sapere nemmeno il nome.
-Jane.
-Piacere, Jack.
Lui allunga la sua mano destra ed io faccio lo stesso. La mia mano piccola ed esile si va ad intrecciare con la sua. Poi lui sorride. Forse per il modo in cui la sua mano, decisamente più grande, sembra inghiottire la mia. Quel sorriso è così radioso da riuscire ad illuminare tutto il resto.
-Beh allora se proprio ci tieni io conosco il miglior modo per farti perdonare.- Continua lui accennando la sua fossetta sulla guancia sinistra.
Per chi mi ha presa? Lo guardo con una di quelle mie occhiate con la voglia di dargli una sberla. Lui se ne accorge e sorride.
-Come mai sei qui, al falò intendo?- Mi chiede mentre gli do ormai le spalle.
-Per la festa del compleanno di Sasha, forse?
-Wow. Non credevo che anche quelle come te partecipassero.
Finalmente decido di girarmi e di imbattermi in quel ragazzo irritante dagli occhi azzurri.
-Come me cosa?- Avvicinandomi a lui con passo svelto e minaccioso.
-Non dovevi andare?- Sorride ancora, sembra godere del fastidio che mi sta dando.
-Si infatti, sto andando.
-Meglio così.
C'è silenzio per alcuni secondi che mi sembrano ore. Poi lui riprende.
-Ti aspetta qualcuno?
-Questo non ti riguarda.
-Tranquilla, ho soltanto tanta curiosità.
-Ti consiglio di fartela passare.
Mi giro per un'ultima volta e sul suo viso rivedo quel magnifico sorriso di pochi minuti prima. Poi faccio per andarmene e lui mi urla:
-Ci vediamo,JANE.
-Ma anche no,JACK.
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Please, kiss me
RomanceDue ragazzi appartenenti a due mondi totalmente differenti. Conosciuti per caso ad un falò in una calda serata estiva. Lei, proveniente da una famiglia modesta e trasferitasi a Los Angeles per il lavoro di suo padre. Lui, figlio di un ricco imprend...