È mattina e sono sdraiata sul letto, sento il rumore della pioggia che batte sui tetti.
La voce di un ragazzo è sempre più vicina ma non riesco a vedere il suo volto.
Strofino gli occhi, ma niente, la sua figura è completamente offuscata.
È a pochi centimetri da me e sento il suo respiro sul mio collo.
Sta dicendo qualcosa ma non riesco a sentire, vedo soltanto le sue labbra muoversi. Le osservo e finalmente capisco."Ti prego, baciami."
Prima che le nostre labbra si tocchino mi alzo improvvisamente dal letto. Non c'è nessuno.
Era solo un sogno.
Sono in una grande camera con le pareti tutte colorate e una grande vetrata dalla quale posso vedere la bellezza di Los Angeles.
Ora ricordo. Siamo in albergo e domani ci trasferiremo nella nostra nuova casa.
Faccio una doccia e decido di andare a fare una passeggiata per conoscere i luoghi e per ammirare la città.
Esco dalla camera facendo meno rumore possibile in modo da non farmi accorgere da mia madre che dorme nella stanza affianco.
Non mi avrebbe certo fatta uscire facilmente con i suoi modi iperprotettivi.Cammino per un po', senza sosta.
Sento come se nulla possa fermare le mie gambe. E continuano a camminare, senza una meta precisa.È una calda giornata di luglio e il sole illumina la superficie del mare, non molto lontano da me.
In questo momento vorrei scappare, fuggire dalla realtà e decido che per oggi la mia meta sarà il mare.Adoro il profumo del mare, le onde infrangersi contro gli scogli, il cielo infinto, la brezza che scompiglia i miei capelli sciolti. È una sensazione bellissima che adoro fin da bambina.
Sento le risate dei bambini che giocano con i castelli di sabbia e un gruppo di ragazzi in moto più o meno della mia età che sfrecciano accanto a me.
Uno di loro sfiora il mio braccio e sento un leggero dolore.Lo vedo fermarsi poco più avanti vicino ad un bar e dire qualcosa alla cameriera che ha i capelli lunghi e biondi e una gonnellina rosa confetto.
Io cammino ancora facendo finta che non sia accaduto niente e quando sono vicino a lui si ferma davanti a me.
-Scusami, non volevo.-Dice.
È un ragazzo alto dai capelli rasati e sembra essere imbarazzato.
-Tranquillo, non preoccuparti.-Sorrido e lui ricambia.
-Sei nuova da queste parti?- Chiede con i suoi piccoli occhi marroni.
Come ha fatto a scoprirlo? Ho l'aspetto di una straniera?
-Ehm, si.. Sono di Londra.
-Ah ecco. Non ti avevo mai vista, sai questo quartiere non è grandissimo.-Sorride.
Non so perchè ma mi è simpatico.
-Piacere, io sono Matthew, ma puoi chiamarmi Matt.- Si sporge leggermente dallo scooter e stringe la mia mano.
-Jane.
Non è nemmeno un giorno che sono qui e già mi sono presentata ad un ragazzo. Non è niente male come inizio. Anche se Londra manca e credo mi manchi sempre.
-Beh io vado, se hai bisogno di qualcosa, se non conosci ancora i posti o vuoi visitare la città, chiedi pure.
-Lo farò, grazie mille.
Ho appena detto "lo farò", ma come? Non ho il suo numero. Non saprei come rintracciarlo.
Purtroppo è appena sfrecciato via e non mi resta che continuare nella mia beata solitudine la mia passeggiata.
Davanti a me una coppia di ragazzi si tiene per mano e cammina verso il mare.
Di tanto in tanto i loro sguardi si incontrano e qualche bacio accompagna la loro passeggiata.A questa vista non faccio altro che pensare a Bryan. Ho cercato di ingabbiare il più possibile il suo pensiero, ma adesso non posso farci nulla, è più forte di me.
Circa 1 mese fa gli ho parlato per l'ultima volta.
Aveva 19 anni, era un ragazzo moro e con due grandi occhi verdi. Lui era un tipo molto strano, solitario, aveva pochi amici.
Bryan mi corteggiava, mi dava tutte quelle attenzioni che non avevo mai ricevuto da nessuno. Ci sapeva fare, era dolce ma anche permaloso. Si arrabbiava per ogni minima cosa, una parola non detta, un gesto mancato da parte mia, e si arrabbiava.
Era una persona molto difficile e non tutti avrebbero cercato di capirlo ma io si, io ci tenevo tanto a lui.
Mi fece sentire per la prima volta amata e protetta anche se io non avevo mai nascosto il mio disinteresse iniziale, di fatto non ricambiavo mai le sue parole e i suoi gesti.
Sembravo acida e impassibile fin quando lui divenne la mia unica salvezza. Così accettai i suoi sentimenti e mi fidai ciecamente di lui.
Litigammo e passarono dieci giorni senza sentirci e all'undicesimo Bryan mi supplicava di tornare insieme. "Proviamo a stare bene e sii felice con me" mi disse.
Pochi giorni dopo mi arrivò un suo messaggio, mi diceva che si era servito di me per dimenticare la sua ex e che io non ne ero stata all'altezza e che non l'avevo sostituita.
In sostanza...non mi aveva mai amata.Non lo riconobbi più, era diventato qualcuno che non conoscevo, ma forse io non avevo mai conosciuto il vero Bryan.
Pochi giorni dopo lo vidi con una ragazza dai capelli tinti di rosso, mano nella mano.
Che senso aveva ritornare per dirmi la verità? Avrebbe potuto continuare a stare lontani e lasciarmi libera, invece aveva deciso di distruggere quel poco che era rimasto in piedi.
Avevo ricevuto una delusione, forse la prima vera e propria. Ci avevo creduto così tanto che mai avrei dubitato di lui.
Non avevo mai creduto a nessuno, mai. Solo a lui e al suo modo di farmi sentire unica, ai suoi messaggi strappalacrime, alle sue canzoni, al suo esserci sempre.
In qualche modo quei ragazzi mi hanno ricordato lui.
Improvvisamente sento gli occhi farsi lucidi. Mi accorgo che ho portato con me i miei occhiali da sole, li indosso e mi proteggo da sguardi sconosciuti.
Finalmente arrivo alla spiaggia, è molto affollata, scendo le scale e decido di sedermi lì. Su un angolo, il più solitario.
Cerco di trovare la pace e la tranquillità in quell'azzurro di fronte a me.
Da bambina adoravo andare al mare, ma purtroppo solo durante le vacanze avevo quest'occasione e il fatto che qui a Los Angeles la mia casa è distante solo pochi metri dalla spiaggia mi rallegra.
In nessun altro luogo posso percepire questo senso di pace e in nessun altro momento posso ordinare i miei pensieri come adesso.Socchiudo gli occhi e mentre il vento scompiglia i miei capelli mi faccio una promessa.
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Please, kiss me
RomanceDue ragazzi appartenenti a due mondi totalmente differenti. Conosciuti per caso ad un falò in una calda serata estiva. Lei, proveniente da una famiglia modesta e trasferitasi a Los Angeles per il lavoro di suo padre. Lui, figlio di un ricco imprend...