IV

23 4 0
                                    

Era mezzogiorno, il sole siciliano picchiava forte sulle teste dei ragazzi.
Il panorama era favoloso; non si riusciva a definire i contorni degli alberi lontani. Attorno a loro, il sentiero di ciottoli e ghiaia stava per terminare.
Erano lontani dall'autostrada principale, marciavano a passi lenti; non avevano primura, volevano godersi quell' ambiente, quegli odori.

"Alla fine ogni stradicciola porta ad una dimora. Casa. Quanto è strana questa parola... Mi sembra così lontana... Da qui si intravede un cancello mezzo sgangherato, Andrea e Tommaso lo avrebbero apprezzato"

I due sentendo i loro nomi citati nuovamente sul diario della ragazza defunta si guardarono negli occhi.
Andrea sapeva perché Sofia aveva scritto quelle parole.
Tommaso invece era un appassionato d'arte e qualunque cosa fosse, la trovava sempre "metaforicamente poetica e irrazionalmente astratta"
Come un'idea.

Arrivati alla fine del sentiero trovarono davvero un cancello. Era più dismesso di quanto Sofia avesse scritto. La parte destra era completamente accasciata al suolo, come uno di quei combattenti che ha smesso di sperare di essere salvato.

"Che strano.."
Marianna osservò ciò che si trovava dietro il cancello, dietro la recinzione collegata ad esso, che segnava il divieto di oltrepassare quel confine.
"Cosa?"
Chiese Michele.

"Non c'è nulla lì dentro.."

Effettivamente Marianna aveva ragione. Non c'erano abitazioni, o segni di macerie che stavano a testimoniare l'antico splendore di una vita passata.
Michele aprì il diario e cercò qualcosa in esso, come se stesse controllando in una mappa, se il percorso fatto fosse esatto.
"Veramente qualcosa c'è Api... Guarda quanto grano!!"
Marianna guardò Lucia con la bocca storta, in un'espressione stanca.
"Che c'è ?"
La ragazza vestita di nero prese una sigaretta e l'accese sempre con la solita tranquillità.
"Chiamami un'altra volta Api..." Soffiò del fumo verso la direzione della barbie "...e giuro che ti uccido. "
Michele vedendo quanto la situazione si stesse facendo tesa, iniziò a parlare prima che Lucia scappasse dalla sorella, la quale la tratteneva, e avanzasse per controbattere le parole dell'Apatica.

"Ascoltate questo.."
E iniziò a leggere..

"..È tutto così buffo qui, è come se l'universo abbia dato vita a dei versi di poesia, come se la Sicilia abbia trovato il modo di racchiudere l'uomo in una metafora di natura..
Questo cancello, queste spine di recinzioni, racchiudono nient'altro che la libertà.
Le spighe che stanno per ingiallire, mi ricordano il colore degli occhi di Lucia, sono proprio come lei le spighe. Si lasciano trasportare dal primo vento che passa, ondeggiano eleganti; da una parte e poi dall'altra... Ma sono ancorate ad un suolo di cui solo esse riconoscono la sua vera natura.
E poi c'è questo meraviglioso albero credo sia di noci, è veramente grande; Andrea lo avrebbe apprezzato. A Marianna, probabilmente, sarebbe piaciuto più il sole... È così bello, da qui, tutto ciò.
Licia sicuramente avrebbe trovato le giuste parole per descrivere questo piccolo paradiso, a me vengono in mente solo queste...
La libertà distrugge anche i cancelli più alti.
Adesso credo andrò a riposare sotto l'albero di noci. Spero di sognare gli occhi di Michele..."

Il ragazza arrossì lievemente leggendo quelle parole.
Licia stava piangendo, un lacrimone le scorreva lento sulla guancia.
Lucia, invece, si limitò a dire a Marianna di smetterla di fumare, avvertendola di non gettare il mozzicone in mezzo al grano. Aveva messo gli occhiali, quelli a forma di cuore, che le aveva regalato Sofia per il suo quasi 8 in italiano, quindi i bellissimi occhi di Lucia erano come coperti da una maschera.

SoulsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora