VII

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Chissà se la Sicilia avrà sempre bisogno di una maschera dietro la quale nascondersi, di un padrone al quale obbedire.
Chissà se i momenti si dovranno sempre fotografare per essere ricordati.
Chissà se si dovrà sempre vivere per gli altri.

Il vento era insopportabile quel giorno.
Erano passati ben cinque giorni da quando avevano iniziato quella folle avventura.
Michele con gli occhi socchiusi cercava di leggere tra le righe il percorso da compiere. Si trovavano in un bivio.
Due direzioni. Una sola scelta.
Gli si avvicinò Licia, i capelli che le infastidivano il viso.
"Ehi, qualche problema?"
Lei scostò una ciocca di castani capelli dietro il suo piccolo e delicato orecchio.
"Non riesco a capire da che parte.."
Michele si finse immerso nella lettura, Licia gli sorrise, guardando poi l'erba alta che li circondava.
"Molte volte nessuno ci da delle indicazioni sulla strada da percorrere"
Con delicatezza prese il libro dalle mani del ragazzo, che serrò la mascella.
"Ehi?"
Licia era la perfetta rappresentazione di dolcezza, non le mancava nulla. Nulla.
Michele la guardò negli occhi.
"Sì, hai ragione.." poi urlò al resto del gruppo, che cercava a tutti i costi di tenere aperti gli occhi a causa della polvere che si era alzata:"A sinistra!"

"Dici che questa signora.. qual era il nome? Giovanna? Ci aiuterà?"
Andrea era un po' preoccupato.
"Si chiama signora Rosalia, e sono quasi certo che ci ospiterà per un paio di giorni.."
lo corresse Michele; il vento si era placato.
"dovresti raderti" rise Andrea.
Michele non ci aveva fatto caso ma la sua barba aveva raggiunto delle dimensioni deplorevoli per il suo stile.
Lo stomaco di Tommaso emetteva strani brontolii da più di un'ora e Lucia era imbarazzata di dover camminargli accanto. Poi dietro c'era quella stupida Marianna che sghignazzava ad ogni brontolio.
"Ho fame.." ammise il giovane paffuto.
"L'avevamo capito amico" si intromise Michele.
Risero. "Adesso ti porto in un posto fantastico"
A Tommaso si illuminò lo stomaco.

Era sempre stato così lui, in cerca di cibo.
Aveva delle paure? Mangiava.
Doveva studiare? Mangiava.
Ansia? Cibo.
Da quando gli erano spuntati i denti, ed era stato in grado di mordere qualunque cosa gli fosse capitata, aveva iniziato ad ingozzarsi.
Suo fedele compagno: il cibo.
Sua madre non gli dava troppo peso, anche perché tra il lavoro e il resto, per lui non aveva proprio tempo.
Tommaso, in realtà, amava suo padre, tantissimo. Uno di quei rapporti che secondo Sofia, neppure Freud sarebbe stato in grado di spiegare.
Per il cicciobello suo padre rappresentava una sorta di eroe moderno; bellissimo, in forma, coraggioso. Tutto ciò che lui non era.
Faceva il poliziotto, e si chiamava Carlo, amava le ciambelle ed era morto l'anno prima.
Un fatale incidente che a quel tempo aveva scaturito miriadi di attenzioni e tutto il resto.
Poi si era passati avanti.
Ma Tommaso. Non aveva dimenticato; il suo sorriso, la sua bontà. No, non aveva dimenticato nulla.
Era stanco dei "Povero cucciolo" e "adesso sei tu l'uomo di famiglia"
Il cibo lo salvava.
"C'è ancora molta strada? Non ci fermiamo da ore.." Tommaso aveva la voce stanca.
"No, siamo praticamente arrivati, vedo del fumo..  eccola! È quella la casa!"

Una piccola, rustica, abitazione, costruita con mattoni rossi, oramai pieni di erba rampicante fungeva da soggetto in quel desolato paesaggio strapieno di natura silenziosa ed assordante.
"Perché qualcuno dovrebbe vivere qui?" Pensò ad alta voce Lucia.
"Perché forse è un bel posto nel quale fuggire dalla realtà" Marianna rispose ad alta voce abbassando lo sguardo.

"Okay ragazzi, Sofia dice che la signora ci ospiterà con gioia, lasciate parlare me"
Michele pronto più che mai, si avviò verso l'uscio della casa e bussò due volte.
Dall'interno provennero dei rumori veloci e fugaci.
Quel giorno era grigio e piuttosto freddoloso.
"Chi è?" Una voce rugosa provenne dall'interno.
"Amm.. se fosse così gentile da aprire potrei spiega-"
La frase di Michele fu interrotta da una doppia canna di un fucile che spuntava appena da una fessura della porta. Alzò istintivamente le mani.
"SiamoAmiciDiSofia" si affrettò a dire socchiudendo gli occhi impaurito.
Andrea si era nascosto dietro un cespuglio. Lucia preoccupata teneva il braccio destro di Michele, Licia il sinistro.
Marianna invece aveva acceso una sigaretta e si era allontanata.
Tommaso con calma si avvicinò e mostrò una foto all'anziana.
Subito la porta si spalancò.
"Ah ma siete voi! Entrare, entrate prego"
Tutti entrarono tranne Michele e Marianna, il primo confuso da quanto era appena successo e vergognato dal fatto che Tommaso avesse saputo cavarsela mantenendo la calma, la seconda per via del veleno da fumare.
"Capita anche ai migliori" lo rincuorò, in qualche modo la Dark.

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