Marianna strinse la mascella, e osservò duramente il terreno che stava calpestando.
Era la mia Apatica preferita
Diceva questo il diario di Sofia, chissà se la ragazza la pensava allo stesso modo.
Marianna sospirò.
"Non mi conosceva affatto"
Esordì gelida proseguendo e osservando sempre la terra, sporca e granulosa.
Michele l'osservò mentre scendeva quella stradicciola in parte ripida, da sola. Il ragazzo temeva che non si sarebbe mai potuto creare un vero legame tra quei ragazzi, ma era ancora l'inizio.
Licia intuendo i pensieri di Michele, si avvicinò e tirandolo a se gli sussurrò
"Le serve tempo"
Poi gli accarezzò la spalla e gli sorrise. Michele ricambiò il sorriso.
Licia era forse l'unica delle ragazze che somigliasse a Sofia, era dolce, affettuosa, e capiva in qualche strano modo i pensieri della gente.
Il ragazzo sospirò e si mise in marcia.
Aveva una strana forza, forse propria di pochissimi ragazzi, una di quelle forze che ti spingono a fare le cose più folli della tua vita.
Prima di partire per quel viaggio aveva pensato molto a Sofia, si era dato dello stupido quando aveva promesso ad una foto, che non sarebbe più riuscito ad amare nessuna ragazza.
Conosceva i segreti dell'amore adolescenziale, sapeva che finivano e ricominciavano come libri; si soffriva e si gioiva subito dopo. Lo sapeva, eppure per lui era stato diverso. Da sempre.
I suoi si amavano tantissimo, forse troppo. Quando Michele una volta gli chiese dell'amore, i suoi genitori l'avevano guardato con uno sguardo complice e gli avevano detto che l'amore, aveva la forma degli occhi, e che solamente da essi l'amore avrebbe colpito il cuore. Avevano anche detto che esiste solo un unico vero, ed indimenticabile amore, non importa se ci sarebbe voluta una vita per trovarlo.
La verità era che loro credevano troppo al destino.Erano stati fortunati.
Michele aveva trovato il suo amore, e no, non era una frase fatta da un adolescente in preda a passioni sfrenate, erano parole di un uomo che ama una donna, e l'aveva capito dal primo momento in cui gli occhi di lui si erano incrociati con quelli di lei. L'aveva amata, senza promesse, senza baci, senza carezze, l'aveva amata con i sorrisi, con le parole, con i gesti. Era stato un amore breve, ma l'aveva vissuto. E quel viaggio rappresentava un modo per non dimenticarlo mai, per non dimenticare il suo sorriso.
Mentre Michele era assorto nei suoi pensieri romantici, intravide Licia e Andrea che insieme ridevano e indicavano parti indefinite dell'ambiente che li circondava.
Davanti invece c'erano Lucia, Tommaso e Marianna; i primi due molto probabilmente parlavano di vestiti e moda, o magari prendevano in giro Licia.
Stavano inseguendo il sole da troppo, l'edificio appariva distante, e forse non ce l'avrebbero fatta prima del tramonto.
Nel cuore di Marianna era rimasto uno strano vuoto dopo aver udito quelle parole, era stato un attimo forse, ma aveva provato un briciolo di... rammarico forse?
No, lei non poteva permettersi di provare dei sentimenti, lei non aveva bisogno degli sguardi come quello che Licia le aveva fatto poco prima: la stava commiserando.
Se l'era sempre cavata da sola nella sua vita, e avrebbe continuato a farlo. Sola, senza sentimenti e senza persone.
Sua madre la sgridava sempre quando tornava a casa. Casa, se la topaia dove vivevano poteva essere definita tale.
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Souls
General FictionSofia, una sedicenne morta in circostanze poco chiare, lascia al suo migliore amico il suo ultimo diario dove racconta di un suo viaggio, che avrebbe voluto fare con le sei persone più importanti della sua vita. Cosí Michele decide di riunire quest...