Cap. 5

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"Oh. Mio. Dio." Dice la mia amica appena le finisco di raccontare tutto, ancora scandalizzata. Dopo essere ritornate a casa sua lei ha preparato una camomilla e ci siamo infilate sotto i piumoni per parlare.
"Eh già. Ma ora non so più che pensare. Lui mi odia o no? E cosa dico ai ragazzi quando torno a scuola dopo stasera? E perché quello stronzo ci ha usate?"
"Devi calmarti. Prima di tutto ricordati cosa ti ha detto e cerca di tenerlo sempre in testa. È meglio se non parliamo di nulla con nessuno, a scuola seguiamo il ragionamento del ragazzo incazzato perché ci ha provato con te. E di Filippo non ti saprei dire, è solo un bastardo."
"Ok hai ragione su tutto. Ma quando quel ragazzo mi ha baciata là fuori... ho sentito delle emozioni strane"
"Mah, sarà... io ora ho sonno, buona notte principessa incantata"
Le tiro una piccola spinta prima di stendermi e di dire: "Buona notte anche a te stronzetta"

Il giorno dopo mi sveglio abbastanza presto, ovviamente senza la mia amica. Penso che dopo ieri sera sia meglio se mi faccio una doccia per lavarmi via l'odore di fumo e alcool. Mentre sono sotto il getto d'acqua penso di nuovo alla sera, ma ad un certo punto tutto il tormento che ho in testa si ferma un attimo con un pensiero tranquillo, che sembra fermare il tempo in quel momento: ma perché Sascha mi ha baciata in quel modo, così dolce e pieno ti tante cose messe assieme? Mi viene in mente la scena che abbiamo passato, e non posso fare a meno di sorridere. Un sorriso che però dura poco pensando al prima e al dopo. Stiamo parlando di un momento di sollievo durato 15 minuti se vogliamo abbondare contro le restanti 83 ore e 45 minuti... è un po' troppo poco per pensare che sia successo qualcosa di serio.
Dopo questo pensiero profondo finisco di sciacquarmi e poi esco dal bagno, mettendomi addosso i vestiti che mi ero portata di ricambio: dei semplici leggings, una maglietta e una felpa.
Vado in cucina per le 10.30 a fare colazione, visto che la madre di Mery lavora in un bar e ci ha portato a casa due brioches e del caffè caldo.
"Buongiorno" sento dire alle mie spalle. Mi giro e trovo la mia amica ancora in pigiama che si stropiccia gli occhi come una bimba piccolina.
"Uhuhuh, la colazione!" E si fionda sul cibo in tavola.
Io la guardo scuotendo la testa e avvicinandomi a lei con un sorriso.
"Buongiorno anche a te stellina"
"Perché sei già vestita e pronta un lunedì mattina alle 9 del mattino?"
"Perché di solito a quest'ora siamo in classe alla seconda lezione e poi devo andare a casa. Mi hanno avvertita che Mattia sta male e quindi vado a vedere se serve aiuto."
"Ok ma la colazione la fai qui"
"Quello era scontato tesoro"

Dopo aver finito di mangiare preparo la mia borsa ed esco da casa sua indossando la giacca.
La strada non è lunghissima, quindi decido di farla a piedi.
Dopo una ventina dintro dentro casa, lascio giù giacca e borsa in camera mia e mi dirigo in quella del mio fratellino, dove si trova il resto di quelli che vivono nel Magazzino.
"Hei Matt, come ti senti?"
"Guarda che Matt è il mio soprannome non il suo!" Mi dice Matteo mettendo il broncio.
Io mi metto a ridere e gli dico : "Oh scusa scusa. Se lo chiamo Matti va bene?"
Lui annuisce tutto contento di essersi tenuto la sua preziosa nomina.
Mi rigiro di nuovo verso Mattia e lo guardo incitandolo a rispondermi.
"Sisi tutto a posto. Lo sai che le ragazze grandi sono esagerate. Ho solo un po' di febbre e il raffreddore."
"Lo so lo so, per tutto ne fanno un dramma. Comunque sono passata in pasticceria prima e ti ho preso un po' di dolcetti" e glieli consegno.
"Grazie Sop."
"Ma figurati"
Il pomeriggio, dopo aver mangiato, lo passo un po' con la mia famiglia e un po' ripassando per il giorno dopo. Alla sera vado a dormire abbastanza presto, dopo aver passato un po' di tempo a navigare nei siti internet.
Prima di addormentarmi, però, mi arriva un messaggio da un numero sconosciuto.

Hei zuccherino sappi che domani davanti a scuola troverai una sorpresa che ti farà rimanere a bocca aperta. Preparati...

Credo di sapere già di chi si tratta: Sasha.
All'inizio mi preoccupo un po', ma mi rassicuro subito pensando che tanto sono a scuola, hanno migliorato la sicurezza e sarò sempre in compagnia di persone che nel caso mi possono difendere.
La mattina successiva mi sveglio prima del previsto: 6.27. Non è che abbia dormito proprio tranquillissima, il fatto che uno stronzo mi voglia fare un regalo dopo che qualche sera prima mi ha inseguita dietro a un taxi per mezzo chilometro mi sembra un po' strano.
Dopo essere stata nel letto a riflettere di cose molto importanti (tipo come mai nel hamburger normale c'è il formaggio e in quello di pollo no), mi dirigo verso la doccia per lavarmi e schiarirmi le idee.
Dopo essere uscita dal bagno mi metto addosso i vestiti di oggi: maglietta bianca, jeans, cardigan nero e all star color panna. Avendo un po' di fame, decido di andare a fare colazione.
In cucina trovo solo Lisa, Luca e Giulia.
"Ciao mostrini!"
"Ciao strega!" Mi rispondono in coro i due ragazzini.
"Tutti gli altri?"
"Matt sta per arrivare e Mattia è in camera perché gli è salita la febbre."
"E Clara?"
Lisa alza la testa e mi guarda. Io non capendo, con aria interrogativa, le chiedo: "Beh, allora? Dov'è?"
"Sop, oggi è il primo di novembre. È andata..."
"Oh... ok, ho capito..."
Era andata al cimitero. Nel Magazzino era solito che il primo giorno di ogni mese puoi andare a trovare i tuoi cari nei momenti in cui non ci fosse stata o la scuola o il lavoro. Clara, avendo frequentato la scuola tedesca, aveva finito un anno prima di quella italiana e la avevano subito assunta a lavorare in un agenzia di viaggi molto importante come interprete ed accompagnatrice di personaggi internazionali. Solitamente andava a lavoro nel pomeriggio, quindi stamattina doveva essersi alzata presto e deve essere andata a trovare suo padre in cimitero.

"Immagino che tu oggi non ritorni a pranzo..."
"Già, mangerò qualcosa al volo e poi vado in ospedale. Ci vediamo nel pomeriggio." Dico a bassa voce avvicinandomi a lei per non far sentire a Giulia. Se sei in comunità ti avvisano di quello che è successo ai tuoi genitori qualche settimana dopo il tuo dodicesimo compleanno. Quando Luca ha scoperto che sua madre era morta di overdose e che suo padre la aveva abbandonata due anni prima, quando lui ne aveva 3 e mezzo, era distrutto. Da lì ha smesso di vedere i suoi amici per un po', poi abbiamo deciso io e Clara di parlargli per fargli capire che prima o poi lo avrebbe scoperto e che doveva rialzarsi, che noi eravamo la sua famiglia e gli volevamo bene, così ha iniziato di nuovo a vedere i suoi amici e a stare un po' meglio.
"Va bene. Buona giornata"
"Anche a te" dico con un sorriso sulle labbra.
Quando viene questo giorno sono sempre felicissima, perché posso andare a trovare mio padre. Anche se lui non può vedere me. Ma comunque gli posso raccontare tutto ciò che mi succede, i dottori dicono che comunque può capire e che magari lo può aiutare a risvegliarsi. E poi mi sono fatta un po' di amici lì: infermiere, dottori e specializzandi, ragazzi che vengono a trovare altri padri o altre madri.

Ritorno in camera mia per preparare la borsa e per la scuola e per truccarmi. Dopo aver finito prendo la giacca e mi dirigo verso scuola con il telefono che riproduce "Sucker for pain" (VIVA SUICIDE SQUAD) nelle cuffiette.
Appena esco dal cancello del giardino trovo Clara che sta rientrando.
"Hei"
"Sop mia madre è stata ricoverata nello stesso ospedale di tuo padre. È un problema se dopo scuola ti vengo a prendere e ci andiamo assieme?"
"Certo. Sta bene?"
"Non lo so, mi hanno solo avvertita che è lì."
"Ok, prima se vuoi andiamo a mangiare qualcosa. Lì accanto c'è un ristorante di sushi che è buono!"
"Va bene, mi piace come piano."
Io le sorrido e poi ritorno per la mia strada con la musica a volume alto che mi distrae da quello che ho attorno.
Arrivo alla fermata dell'autobus, dove trovo due della mia scuola che mi guardano strana. Probabilmente hanno sentito della storia di Sascha. Non li conosco, ma gli sorrido gentilmente e loro ricambiano un po' imbarazzati. Dopo essere salita sull'autobus mi siedo nel mio solito posto in fondo e fisso fuori. Dopo qualche fermata scendo assieme a una mia compagna di classe con cui sto chiacchierando. Facciamo la strada assieme e a circa un isolato di distanza dal liceo vediamo gente che corre a destra e a sinistra per avvisare amici e studenti di qualcosa che è successo. Poi vedo correre verso di me Mery che mi prende per un braccio e mi incita a seguirla velocemente, ma io mi stacco dalla sua presa mentre lei mi fissa con uno sguardo di panico misto a felicità e adrenalina.
"Oi! Che cosa è successo?"
"Sop non c'è tempo. Devi muoverti e venire a vedere!"
Allora ci mettiamo a correre assieme alla nostra compagna finché non arriviamo davanti alla facciata principale della scuola. Lì ci sono tanti studenti che non si muovono e guardano verso l'alto, come se fosse passato un ufo.
Ma quando alzo gli occhi mi accorgo anche io del perché fossero così presi a guardare quel muro, e il mio cuore inizia a battere fortissimo, come se volesse uscire dal petto.

Mi sono innamorata di Mr. J 😍
Bisogna ammettere che è un genio, sia il personaggio che l'attore.
Ma vabbeh, io sto andando al mare da una mia amichetta e visto che non so che fare in treno scrivo e leggo😊
Questo capitolo inizialmente è stato un parto, davvero. Ma devo dire che la fine mi piace un sacco. Nel prossimo si spiega la "misteriosa cosa gigante sul muro della scuola"😱 spero di scriverlo il prima possibile 😁

Ciao zucchine frittelle unicorni geni del male e pizze💕😘

Scappati di casa - Sascha BurciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora