Cap. 7

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"Non è possibile, sono passati tre giorni e non si è fatto vivo!" mi dice Mery al telefono mentre io sono nella mia stanza che mi metto lo smalto sulle unghie.
"Oh senti sei più in ansia tu rispetto a me che lo devo sentire!"
"Ma certo! Se non ci sono io chi ti sprona a pensarci, a rispondergli e a uscirci?!"
Da quando le ho raccontato tutta la storia nei minimi dettagli è diventata una pazza maniaca.
"Beh su questo hai ragione. Dai ci sentiamo più tardi che ora finisco di studiare!"
"Seh, studi quale colore sta meglio coi vestiti di domani..."
"Esattamente! E mi sa che opterò per il nero..."
"Dai ci vediamo domani in classe, ciao!"
E finalmente ho il pomeriggio per rilassarmi visto che mi sono portata avanti con i compiti.
Appena sono ritornata a casa dopo l'ospedale, Clara mi ha fatto un interrogatorio su tutto ciò che sapevo di Sascha e cosa avevamo fatto insieme: sembrava che dovessimo sposarci! Con calma le ho spiegato chi era, sorvolando sui dettagli (tipo il giga-murales che mi aveva fatto) e su come ci fossimo conosciuti, dicendole che l'avevo incontrato fuori da scuola qualche settimana prima.
Il mio pomeriggio inizia con un po' di workout (dovrò tenermi in forma anche io!), poi prosegue con una doccia rilassante, lo smalto e un po' di cazzeggio sui social. Alle 16.15 mi arriva un messaggio. Mi inizia a battere il  cuore quando leggo il mittente: Sascha.

Hei ragazzina metti giù quel telefono, alza il tuo adorabile sederino e vieni al parco dell'altra sera. Non esigo scuse.

Appena lo leggo mi viene da ridere e gli rispondo:

Ai suoi ordini capo, poi vole anche il te coi biscotti?

E lui mi risponde:

Non sto scherzando. Ti aspetto qui tra 20 minuti.

Mi sembra strano, troppo duro con me dopo la conversazione davanti all'ospedale, dopo che ci siamo confidati tutti quei segreti quando eravamo praticamente due estranei. Ma non ci faccio molto conto. Mi tolgo il mio comodo pigiama e mi metto su un paio di jeans a vita alta, una semplice maglietta grigia e sopra la giacca nera di pelle, con ai piedi le nike nere e in testa il cappellino degli Yankees. Mi trucco semplicemente con un po' di mascara e di rossetto dello stesso colore delle mie labbra.
Prendo su il telefono, le cuffiette, le sigarette, l'accendino e mi avvio verso il parco. Visto che mi sono preparata in un paio di minuti decido di rallentare per sentire un po' di musica.  Faccio partire casualmente e sento nelle mie orecchie Colors di Halzey, una canzone con cui sono entrata in fissa (storia realmente accaduta) e che mi fa pensare molto a quel ragazzo. Su di lui ho ancora molte domande a cui serve una risposta: per esempio come ha fatto a dipingere un'intera parete di un edificio in una sola notte; oppure come mai ha tutti quegli sbalzi di umore; perché fosse davanti alla scuola a picchiare Gio...
Troppo immersa nei miei pensieri riesco ad evitare di finire contro un palo per poco e mi rimetto in cammino un po' più velocemente. Mentre tiro fuori una sigaretta e me la accendo mi arriva un'altro messaggio sempre da Sascha:

Stai al gioco

Non avevo capito, ma probabilmente mi sarebbe stato più chiaro appena arrivata.
Passato il marciapiede lo vedo dentro il parco seduto su una panchina che fumava la sua sigaretta, assieme a un gruppo di ragazzi con una ragazza. Appena incrocio il suo sguardo mi sento svenire. Lui si alza e viene verso di me con passo svelto e deciso. A pochi passi da me mi ripete "Reggimi il gioco" e si avvicina a me un po' troppo, mettendo le sue mani sui miei fianchi e appoggiando le labbra sulle mie. Appena metabolizzato ciò che mi aveva detto, metto la mano destra sulla sua guancia mentre la sinistra tiene la camel, alzandomi leggermente sulle punte e approfondendo il suo bacio. Sento provenire da dietro le sue spalle delle urla che ci dicono di fare queste cose in privato.
Appena ci stacchiamo lui mima un "Grazie" silenziosamente, mi prendo per mano e mi porta verso gli altri ragazzi.
Ci sono due tizi con gli occhiali, uno che sembra un po' più grande degli altri, un tipo con la faccia simpatica e una tizia magra, alta che mi sta sul cazzo già da come mi squadra dalla testa ai piedi. Sara bella lei...
"Ragazzi lei è Sophie... Soph loro sono Stefano, Salvatore, Giuseppe, Tudor e Sabrina" dice Sascha mentre si siede sulla panchina prendendomi in braccio. Io gli sorrido e rispondo "Piacere di conoscervi."
Questi mi guardano tutti come un cane guarda un osso... eccetto Sabrina.
Iniziamo a parlare del più e del meno, coi ragazzi che puntualmente facevano battuttine squallide a cui però tutti ridevamo, eccetto l'altra ragazza che sembrava avesse solo il ruolo di stare ferma come un palo e arrossire ogni volta che Sascha mi mette la mano sul fianco avvicinandomi a lui.
Sascha... sembrava nello stesso tempo un ragazzo stupendo e uno schifo. Con me si comportava in tutti e due i modi: tutte le volte che mi lascia un bacio sulle labbra mi riempie il cuore di felicità, ma allo stesso tempo mi ricorda che noi non stiamo assieme, che tutto questo è soltanto una elaborata sceneggiata per farsi grande coi suoi amici. Però quanto è bello, quanto riesce a capirmi solo guardandomi negli occhi, quanto riesce a farmi provare emozioni uniche.
In tutto quello che ho capito Stefano ha conosciuto Giuseppe poi Salvatore, poi a loro si è aggiunto il mio fidanzato, che conosceva Tudor da prima. Sabrina... credo fosse la ex di Sascha. A questo pensiero mi irrigidisco, mi fa un po' diventare gelosa immaginarlo con un'altra. Ma lui non può piacermi, lui è quello che mia ha minacciata...
Dopo aver picchiato un mio compagno...
Con altri due ragazzi...
Oh mio dio. Mi ha portato in una gabbia di matti. Sono stati loro a fare tutte quelle cose alla mia scuola. Non ci posso credere. Non sono rigida, ma marmorea, ho il cuore che mi batte a mille e stringo nelle mani il tessuto finali della giacca per l'ansia.
Sascha se ne accorge visto che sono stretta nelle sue braccia, così dice: "Hei ragazzi io vado a prendere le sigarette con lei, torniamo tra 10 minuti"
Loro si mettono a fare altre battute su di noi mentre io e lui ci allontaniamo dal gruppo. Come fanno ad essere stati loro? Sembrano così delle brave persone! Appena nessuno ci vede lui mi ferma, si mette davanti a me e dice: "Cosa succede?"
"Davvero!? Cosa succede!?" Inizio a dire a voce alta in mezzo alle lacrime.
"Cazzo fai piano, ci sentono!"
"Ma tu stai male! Come ti viene in mente di portarmi qui con queste persone, le stesse persone che hanno aggredito un mio amico e gli stessi che ti hanno seguito quando mi hai minacciata! E tu come cazzo ti sei permesso di entrare nella mia vita così, di trattarmi prima malissimo e poi subito dopo farmi provare cose indescrivibili! Tu... tu non puoi farlo!"
"Sophie" si avvicina a me e mi prende le spalle tra le sue mani mentre io mi irrigidisco "fammi spiegare..."
"No!" lo spingo via e mi allontano di qualche passo rischiando anche di cadere "Io giuro che arrivo a casa, chiamo la polizia e ti denuncio!"
Lui con calma si ricompone, si avvicina di qualche passo a me che non riesco a muovermi e dice con calma, con una voce tenebrosa e inquietante: "Ok, fallo pure. Ma ricordati la promessa che ti ho fatto quel giorno, e anche la promessa che ti ho fatto in discoteca: se anche tu ora vuoi testimoniare contro di me non lo farai, perché sarai troppo innamorata di me."
Io mi riprendo da quel momento di paura, mi avvicino a lui in modo da essere a pochi centimetri di distanza e gli rispondo in modo calmo con tutto il coraggio che ho in corpo: "Tu sei un pazzo maniaco, io non mi innamorerò mai di te..."
"Hai già iniziato, ragazzina. L'hai detto tu stessa che hai provato sensazioni incredibili con me. Vedrai che io avrò ragione."
"Vaffanculo!"
Lui prende il mio insulto come una provocazione e mi preme la schiena verso di lui per baciarmi. Io lo spingo di nuovo via e inizio a correre nel parco che ormai è buio, visto che sono circa le 7 di sera. Passo di fianco ai ragazzi che mi guardano perplessi ma io li sorpasso senza calcolarli. Sento in lontananza una voce femminile che urla: "Sascha che cazzo le hai fatto! Devi smetterla stronzo!"
In questo momento non riesco a distinguere il bene dal male, quindi pensando che volessero rincorrermi per prendermi e fermarmi dal denunciarli, mi metto a correre con tutte le mie forze. Sento tre voci che mi chiamano e mi dicono di fermarmi, ma io non ci riesco, non voglio stare male per quel bastardo e non voglio che lui mi faccia del male. Sembra proprio come nel mio incubo: tre ragazzi che mi inseguono, il buio in giro, io che corro terrorizzata.
A un certo punto sento le tre persone che si avvicinano e mi gridano di fermarmi. Essendo troppo spaventata inciampo, cado picchiando la testa e poi vedo tutto buio.

HERE I AM 😏💪🏼😎💕
Gente scusatemi un sacco, ho avuto un sacco da studiare a scuola e quindi non sono riuscita ad aggiornare nulla. Ho visto che la storia piace e ne sono felicissima, è un regalo bellissimo. A proposito, buon Nataleee🎁🎅🏼
Va beh, io sono in treno quindi ho avuto un po' di tempo per scrivere, poi durante le vacanze sicuro che scrivo qualcos'altro.
Buone feste e buon Natale tesori 💕😘

Scappati di casa - Sascha BurciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora