-Lei deve sparire-

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Mi trovavo sul tetto quella notte, erano ormai passati quasi due mesi da quando ero arrivata qua e circolavano notizie che l'associazione era già entrata in Francia, ma nulla di confermato.

Tutta quella situazione mi stava opprimendo: la partenza per l'Inghilterra ormai sempre più vicina, la paura che arrivino fino alla residenza, per cui avevo deciso di andare nel mio "posticino".

Guardavo la luna alta nel cielo che faceva sembrare il boschetto di fronte a me piuttosto spettrale, sentivo dei passi di sotto, ma non ci facevo molto caso, finché non vidi salire Eric. -Dove sei stata tutto questo tempo?- mi chiede guardando la Luna -Qua sul tetto- dico tenendo lo sguardo fisso sul bagliore di quella cosa così lontana, ma che in quel momento sembrava così vicina -No, non in quel senso Alexis- dice scuotendo la testa e girandosi verso di me, lo guardo fisso negli occhi-Cercavo di rimanere viva, e tu?- mi sorride -Ero qua, che facevo le flessioni nel seminterrato- mi si avvicina mostrandomi le braccia e il muscolo teso sotto la maglietta -Devo dire che hai lavorato sodo- dico impressionata- -Dai torniamo giù- annuisco leggermente. Arriviamo nel dormitorio -Buonanotte Alexis- sussurra -Buonanotte Eric- mi dà un bacio leggero sulla fronte e va a coricarsi nel suo letto, mi giro sul fianco e mi addormento con un dolce sorriso.

Mi alzo e vedo che non c'era nessuno nei letti, tranne Rosie, che dorme beata. Mi stiracchio lentamente ed inizio a vestirmi, mi avvio in bagno per darmi una veloce sciacquata con dell'acqua fredda, dopo di che scendo fino alla sala da pranzo, dove tutti stanno facendo colazione, mentre chiacchierano amabilmente.

Guardo lungo la tavolata e non vedo Eric, Philips e Carl, probabilmente giù nel seminterrato a discutere di varie questioni. Mi siedo ed inizio a mangiare un pezzo di pane tostato, mi si avvicina una Cindy di buon umore -Oh buongiorno cara, quando hai finito di fare la tua colazione vai giù ti aspettano per parlare di alcune cose- mi si avvicina e mi sussurra all'orecchio -muoviti, è urgente- e sparisce in cucina.

Finisco il pane e mi fiondo di sotto iniziando a pensare al peggio "L'agenzia è entrata in Francia" "Hanno iniziato ad uccidere delle persone per ricavare informazioni" "Hanno trovato le nostre famiglie" tutte le idee più catastrofiche mi passarono per la mente, pensando ad una possibile soluzione, a come fare, a dove scappare. Mentre percorrevo velocemente le scale e la mia coda di cavallo ondeggiava sentii un sibilo, una minaccia -Se le succede qualcosa, io giuro che ti...- ma il rumore della mia scarpa sulla pietra fredda del seminterrato, fece bloccare le ultime parole, trovai Philip appoggiato al tavolo di legno e Carl ed Eric guardarsi in cagnesco. Li guardai per un secondo, poi presi coraggio e parlai -Cindy mi ha detto che mi volevate e che era urgente- Carl fece qualche passo verso di me allontanandosi da Eric -Sì, ecco vedi.. l'agenzia è in Francia- lo disse con una calma glaciale, mi fece rabbrividire -abbiamo bisogno di tempo per finire di preparare le ultime disposizioni, chi resta in Europa e chi va in America, abbiamo bisogno di qualcuno che si sacrifichi per la squadra, capisci cosa intendo cara?- certo che capivo, mi stava mandando contro morte certa, ero la sua esca. -Sì- risposi tentando di mantenere la mia voce calma -Bene, ora capirai che se mandiamo un come Eric- si girò verso di lui con un sorriso maligno sul viso indicandolo-puro esempio eh, non prendertela, ora capirai, se mandiamo lui, è uno come tanti altri, un sempliciotto, ma se mandiamo te, c'è più carne sul fuoco nel tuo caso- -E perché allora non mandiamo te, anche tu sei un FG Carl- sbottò Eric, Philip si tirò sul dal tavolo e gli rispose -Abbiamo bisogno di Carl qui, deve aiutarci a scappare ad organizzarci- -Okay, lo faccio, quando parto?- vidi Eric sbiancare e Carl sorridere -Non devi farlo se non vuoi, troveremo altre soluzioni- mi disse quasi supplicandomi Eric -No, lo faccio- dissi seria -Oh, bene cara, allora, Eric puoi risalire, dobbiamo parlare, con Alexis, da soli.- Eric rimase un po' là tentennante, alla fine dovette cedere e salì al piano di sopra. -Bene ora possiamo parlare, senti, devi partire il prima possibile- iniziò Philip -Io direi anche stanotte- ipotizzò Carl, Philip annuì, li guardai entrambi sbigottita -Sì, direi che va bene, okay è deciso, andrai nei boschi verso le terre che si affacciano sulla Manica, così se si avvicineranno all'Inghilterra, tu sarai lì per distrarli un po'- Carl iniziò a dirigersi verso le scale per salire al piano di sopra -Ah, nessuna arma, vero Philip?- Philip annuì -Buona fortuna Alexis- e andarono al piano di sopra assieme. Rimasi là sola, nel freddo del seminterrato, con quella poca luce che filtrava dalle finestrelle sporche di polvere e capii che stavo andando contro morte certa, ma non ero io quella che voleva andarsene da questo posto mesi fa? Feci un bel respiro e salii anch'io.

Una volta risalita Eric mi si catapultò addosso -Non devi farlo, è una missione suicida, non devi Alexis, troviamo qualche altra soluzione, ti prego pensaci..- lo guardai dura, non dovevo cedere -No, ho deciso, devo andare, gli altri non devono sapere- -Quando te ne vai? Ti prego pensaci, c'è ancora tempo- lo guardai, voleva a tutti i costi che rimanessi lì -Perché tutto questo interesse nel farmi rimanere?- -Ecco io..- e poi non sentii più niente, solo un veloce pensiero "Lei deve sparire ha detto", di chi era quella voce? Cercai la provenienza della voce lì intorno, non c'era nessuno, solo Eric che continuava a parlarmi senza accorgersi che ero diventata bianca in viso, mi vogliono morta.

Andai nei dormitori correndo per le scale come una furia, arrivai in camera con una tale rabbia nel corpo che inizia a prendere a calci il mio letto, iniziai a lanciare scatole, cuscini, materassi, coperte, non sentivo niente, solo calde lacrime scorrermi sul viso rosso per la fatica e la rabbia, urlavo, sbraitavo, alla fine mi lasciai cadere sulle ginocchia, sul pavimento c'erano delle piume, non mi ricordavo di quelle piume, alzai la testa, in aria aleggiavano tante piccole piume tranquillamente, mi girai verso la porta e vidi che tutti quanti mi guardano con gli occhi spalancati, arrabbiati, confusi, intravidi un sogghigno, non ci feci caso. Eric si avvicinò a me lentamente, quasi fossi una bomba ad orologeria pronta a scoppiare e lui era l'artificiere che doveva salvare un'intera città, alla fin fine io ero una bomba, nessuno sapeva quando sarei scoppiata, se sarei mai scoppiata, e se fosse successo i danni sarebbero stati tanti. -Alexis..- -Lasciami stare- lo guardai dura -Alexis che cosa succede?- -Vattene!- urlai. Si allontanò ferito, ero delusa, pensavo di poter stare finalmente bene lì, di potermi sentirmi accettata, magari amata, invece mi volevano morta. Mi alzai di scatto, molti indietreggiarono spaventati, raccolsi il mio borsone con dentro i miei pochi averi -Siete tutti degli stronzi.- sputai a terra e me ne andai, sentii qualche borbottio, gli occhi di tutti addosso, ma a me non importava più niente.

Uscii dalla residenza e iniziai a correre verso i boschi che costeggiavano la Manica, mi volevano morta? Gli dimostrerò che sono una dura a morire.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 30, 2016 ⏰

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