Lucy
Quella sera mio padre aveva fatto le cose in grande per quella festa.
Aveva usato la sala più grande di tutta casa, ovvero quella dove io giocavo con sempre con mia madre quella vera.
Non avendo la forza per poter affrontare i miei ricordi, che riaprivano le ferite che con fatica avevo ricucito dentro il mio cuore, me ne stavo seduta in disparte ignorando le persone che chiacchieravano allegre.
Mentre osservavo mio padre scambiare due fredde parole con alcuni uomini attorno lui, una donna con dei capelli bruni ondulati e un grazioso vestito azzurro mi si avvicinò sorridente.
Alzai lo sguardo per puntarlo nel suo viso radioso e sorridente, sembrava che niente potesse far sparire quel sorriso
"Tu sei...ehm Lucy... Giusto?" Chiese tendendomi la mano, mi limitai ad annuire con la mia solita aria fredda e distaccata facendo abbassare un po' il suo sorriso allegro
"Io mi chiamo Ayame, è un piacere conoscerti Lucy" disse alzando ancor di più gli angoli della sua bocca.
Dal suo aspetto era molto bella, soprattutto con quel vestito azzurro pastello che la faceva assomigliare ad una principessa delle fiabe, le strinsi timidamente la mano osservando ogni suo più piccolo dettaglio.
Il suo viso era molto giovane, la sua pelle era pallida ma nonostante questo era ben curata e le sue mani erano piacevoli e candide al tocco. Sembrava gentile e poco interessata a quanti soldi avesse mio padre, da lui mi sarei aspettata una ricca donna scorbutica brontolona senza il minimo ritegno per quelli che le stavano attorno.
"Sai, non credo che a te piaccia stare qui" constatò guardandomi negli occhi, la sua supposizione era giusta non solo per i ricordi legati a mia madre ma odiavo anche stare in quella sala piena di uomini ricconi senza cervello, accompagnati dalle loro 'dame' che starnazzavano come galline facendo a gara quale fra i loro mariti fosse più importante o pieno di soldi.
"Da come guardi le persone intorno te direi che ho indovinato" disse seguendo con attenzione i miei movimenti e facendomi strabuzzare gli occhi dalla sorpresa
"Neanche a me piace stare qui, come te non sopporto molto quelle ochette che si vantano dei loro soldi" disse ridacchiando e contagiando anche me con un sorriso sulle labbra.
Continuammo a parlare, io mi limitavo ad annuire con ancora quel sorriso ad incorniciare il mio volto, ad interromperci si mostrò mio padre che chiese, con la sua solita freddezza, ad Ayame di seguirla sul palco per fare un discorso.
Anche se un po' quella donna mi mostrava simpatia per come riusciva a capirmi senza che io dicessi una parola, io infondo provavo verso di lei un po' di odio per come provava a fingersi mia madre.
Anche se era una donna fantastica che si meritava tutto tranne che l'odio di una persona non riuscivo proprio a scacciare via quel emozione che sentivo dentro di me.
"È giusto provare odio per questo motivo?" continuavo a domandarmi, una volta finita la festa, poggiando il mio vestito rosa antico su una sedia nella mia stanza. Osservavo le stelle dalla mia finestra continuando a chiedermi se una persona come lei dovesse essere la causa del mio odio, continuai a pensarci finché non mi addormentai.
Il giorno dopo, una volta vestita, scesi per la colazione incontrando Ayano-san intenta a bere un caffè. Notai che il suo viso aveva un sacco di cerotti e temetti che mio padre l'avesse picchiata per un motivo a me sconosciuto.
"Buongiorno Lucy, dormito bene?" Mi salutò con quel suo sorriso allegro, ma notando che non rispondevo e che il mio sguardo era fisso sui suoi cerotti si mise a ridacchiare battendo la mano al posto accanto a se.
Titubante mi sedetti e lei mi accarezzò la testa con fare materno
"Non devi preoccuparti per questi" disse indicando i cerotti sul suo viso "Mi succede spesso. A volte ho la testa tra le nuvole e non vedo dove vado. E gli artefici sono la porta e le mensole della cucina" disse facendosi scappare una risatina, contagiando anche me.
Una volta a scuola il professore mancava cosi potei approfittare della situazione per poter studiare e dato che la testa rosa di ieri parlava con un'altro ragazzo moro, potevo stare in tutta tranquillità.
Misi la mano nella borsa ma tirai su un libro con un post-it attaccato sulla copertina
'Spero ti piaccia, buona scuola. Baci. Ayano' di sicuro Ayano-san sapeva come stupirmi e mi misi a leggere. Ero solo al primo capitolo ma la storia già mi piaceva molto
"Ha, quel libro l'ho letto anch'io. È bellissimo!" Attirò la mia attenzione una voce femminile. Sollevai il viso dalla pagina per incontrare lo sguardo di una ragazza della mia stessa età con i capelli turchini e gli occhi bruni.
Si mise in piedi e mi tese la mano, notai che rispetto a me aveva poco seno, beata lei, ed era più bassa di me.
"Io sono Levy, tu sei...?" Mi domandò cercando di ricordarsi il mio nome
"Lucy" risposi secca. Non avevo la minima voglia di fare nuove amicizie, ma lei non sembrava del mio stesso avviso.
Continuava a chiedermi cose di cui non me ne importava assolutamente niente, giusto così per fare conversazione, ma io ignoravo la domanda oppure rispondevo secca finché non ne potei più e mi alzai per poter andare in luogo più silenzioso e leggere in pace.
Sperai che capisse il concetto e mi lasciasse in pace, ma invece si mise a seguirmi. È davvero una testona!
Continuai a camminare velocemente per i corridoi con ancora la turchina alle costole,ma i guai si moltiplicarono quando vidi il rosato parlare con un gruppo di ragazzi per poi voltare la testa e puntarla nella mia direzione.
Sperai che non mi seguisse anche lui ma la speranza fu vana perché non appena girai per un'altro corridoio notai che si dirigeva verso di me e, insieme alla turchina poco distante, si mise anche lui a seguirmi.
Ma perché non vogliono capire che non li voglio fra i piedi?!
Continuai a camminare finché non trovai una stanza vuota e mi ci chiusi dentro, convincendomi che li avevo seminati.
Quella in cui ero finita era una biblioteca un po' piccola ma ben fornita, mi misi a sedere su una sedia vuota e continuai la lettura del libro di Ayano-san.
Ero talmente tanto presa dalla lettura che non mi accorsi che la porta si aprì, ma sinceramente non mi importava chi fosse entrato. Prima di sentire la sua voce.
"Eccoti dov'eri andata. Ti ho cercata ovunque" mi raggelai li su quella sedia quando senti la voce, un po' ansimante, del rosato.
Ciao ragazzi. Eccovi il capitolo un po' in ritardo dato che ieri non mi sentivo molto bene e il capitolo lo scritto oggi per evitare di pubblicate una cacata. Spero mi scuserete per questo ennesimo ritardo lasciando un commento ed una stellina. Byebye.
P. S quella nella foto è Ayano-san mi è piaciuta l'immagine e lo messa.
Gamer Chan
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Mrs. Nerdy Mr. Gangster
FanfictionLei è molto timida e riservata, vorrebbe stare sempre per conto suo e non avere nessun amico. Se non fosse per lui Lui è freddo rubacuori e playboy e per una scommessa sarà costretto a sedurre la nuova arrivata. Ma le cose non vanno come i due si as...