Capitolo 2

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I giorni passano velocemente e io non faccio nulla per fermare il tempo. Passo tutta la giornata in camera. Mangio poco, esco solo per andare in bagno. La mamma e Sophie entrano ciascuna circa due volte al giorno per assicurarsi che non sia morta in silenzio o che stia facendo cazzate. La realtà è che ne ho già fatte e preferirei evitarne altre inutili. Ho deciso che più lontana starò da Cameron, James e Baylee, meglio sarà, e preferisco tenermi alla larga un po' persino da Brad e dalle mie "amiche". Potrei chiamarlo un isolamento voluto. Il 9 gennaio arriva in fretta e io mi tiro fuori dal letto per farmi una doccia. Mi vesto velocemente con i primi vestiti che trovo sulla sedia ed esco. Non sono nel pieno delle forze. Non ho mangiato neppure a colazione. La scuola si estende sotto i miei occhi e io percorro velocemente il cortile per arrivare al mio armadietto, dopo aver consegnato il modulo per le stanze in segreteria. Prendo velocemente i libri di storia e corro in classe. Sono in anticipo di tre minuti, così ripasso un po' la lezione precedente alle vacanze, intanto che i banchi si occupano gradualmente.
-Holland-
Non alzo gli occhi dal libro. Mordicchio con gli incisivi la mia matita rossa e spero che se ne vada presto. Ad esaudire il mio desiderio ci pensa la professoressa.
-Stan, vada al suo posto!- lo richiama e lui si sposta ad un paio di banchi di distanza.
Sento il suo sguardo bruciarmi addosso e riesco a malapena a sopportarlo. Come se le avessi letto nel pensiero, l'insegnante mi chiama interrogata. Prendo posto alla lavagna e, con il gessetto tra le mani, scrivo tutto ciò che so con calma.
-Perfetto... può andare- mi interrompe mentre sto finendo un'equazione, spingendosi i piccoli occhiali sul naso appuntito.
Mi dà una C+, il mio voto migliore del semestre e in teoria il mio voto migliore in assoluto in storia, ma non sono affatto dell'umore giusto per festeggiare. Tengo la testa sugli appunti per tutta la mattinata e non esco nemmeno all'intervallo, se non per andare al bagno del terzo piano. Non c'è mai nessuno e posso starmene comoda a leggere qualche libro o ad ascoltarmi la musica del mio cellulare. Purtroppo qualcuno ha la mia stessa idea e appena apro la porta della toilette, mi ritrovo in una nuvola di fumo. Dapprima non vedo nulla, poi scorgo delle punte viola in un mare nero. Piccoli punti luce risaltano grazie alla flebile luce del sole di inizio gennaio. Faccio per uscire di soppiatto quando la sua voce mi ferma.
-Solitamente mi chiedevi un tiro- afferma sventolando una mano in aria, come se potesse cancellare il fumo, ad esempio come si fa con l'umidità sullo specchio, dopo la doccia.
E in effetti funziona, il fumo si dirada ed esce in parte dalla finestra. Stretta nelle dita piene di anelli di Baylee, troneggia una canna, per più di mezza consumata. Lei invece, è appoggiata alla finestra, facendo cadere la cenere al di là di essa, chissà dove.
-Mh... passo- esclamo cercando la maniglia della porta dietro la schiena.
La vedo spegnere la canna e infilarsi ciò che rimane nella tasca del giacchetto di jeans, decisamente troppo leggero per il clima invernale del Queens. Fa un balzo e si avvicina a me. Sento il suo fiato sul mio collo.
-Perché te ne vai?- mi chiede lasciandomi assaporare il suo profumo misto a quello dell'erba.
-Ehm... no, io stavo per andare...- balbetto grattandomi le mani, nervosa dalla nostra vicinanza.
-Andare dove?- domanda con voce calma.
-No! Devo fare.. cioè, devo finire un...-
Soffoca un ghigno. Ha gli occhi leggermente rossi e non ci mette molto ad infilare la sua gamba destra tra le mie, bloccando ogni mio tentativo di fuga.
-Cosa devi finire?-
-È un progetto molto... importante!- blatero cercando una scusa.
Baylee riusciva a confondermi alla perfezione, e ho capito che ce la fa ancora adesso. Non ha perso la sua dote.
-Cosa c'è che non va?- mi chiede immergendo una mano nei miei capelli.
-È che...-
-Sono di un colore stupendo- continua lei, avvicinandosi ancora.
I nostri petti si stanno per toccare. Sento la sua coscia premere sul mio inguine.
-Li ho tinti pochi giorni prima...-
-Ho capito.- esclama fermandomi a metà frase come al solito.
Toglie le dita tra le mie ciocche ma non si allontana. Sono schiacciata al muro a pochi centimetri da lei. Non sono affatto tranquilla.
-Cosa? Cosa hai capito?-
Baylee sbuffa tracciando il contorno del mio viso con il pollice sinistro.
-Che pensi ancora a quel tipo. Ti stava guardando insistentemente a Capodanno. Alla festa intendo. Tu... tu provavi davvero qualcosa per lui?- mi domanda fermando il dito sulla fossetta che ho sulla guancia quando sorrido.
-Provo ancora qualcosa per lui. Per Brad. Ed è qualcosa di davvero forte. Io... non lo so... io forse lo amo veramente- ammetto evitando il suo sguardo.
Lei si stacca subito da me e indietreggia di alcuni passi, fino a finire schiena alla finestra. Siamo a distanza di quattro metri, ognuna schiacciata alla parete. È come se in mezzo alla stanza ci sia un muro invalicabile.
-Holland... è successo davvero? Hai davvero smesso... hai smesso di amarmi?- balbetta incredula.
I suoi occhi sono spalancati, così come la sua bocca. Sembra così scioccata. E io non so affatto cosa dirle. Mi dondolo sui piedi in avanti e indietro. Avanti e indietro. Poi prendo coraggio e dico qualche parola. Qualche parola che ha però il potere di farle rizzare la schiena e lasciarla sollevata.
-Io... cioè, avrei bisogno di aiuto... tipo, per dimenticarlo-
Mi ingarbuglio nelle parole come se fossi caduta nella tela del ragno. Quei fili mi stringono così forte che mi sento soffocare. Non so nemmeno se la mia frase ha un senso compiuto. Ma probabilmente ce l'ha, perché Baylee si avvicina velocemente e mi inchioda nuovamente al muro, unendo le sue labbra alle mie. Le sue mani sono strette ai miei fianchi, come se avesse paura che io potessi cambiare idea e spezzare il nostro bacio. Intreccio le dita dietro alla sua nuca e mi spingo contro di lei. Barcolliamo fino alla porta di un gabinetto e ci entriamo, ancora strette una all'altra. La sento spogliarmi in fretta, poi i suoi vestiti seguono velocemente i miei, sul piccolo attaccapanni che è sulla porta. In pochi secondi stiamo facendo sesso. Facciamo sesso come non avevamo mai fatto a Los Angeles. Come se fosse una specie di riappacificazione. E fanculo ai miei propositi di starle lontana. Alice non smetterà mai di cadere nella tana del Bianconiglio.

****

-Holland... tutto okay?-
Strizzo gli occhi, mettendo a fuoco la figura di Mike. Si è seduto vicino a me da tutta la lezione ma non me ne sono nemmeno accorta. Non gli ho più parlato dalla nostra discussione di uno o due mesi fa. È passato già così tanto tempo? Non lo so. Comunque lui sembra essersi dimenticato dei nostri litigi.
-Mh?-
Mike alza gli occhi al cielo e sbuffa.
-Tutto okay?-
-Sì, sì- esclamo portando la mia attenzione dai suoi capelli biondi alla lavagna.
-Cosa c'è scritto??- sbraito poi, a bassa voce.
Le lettere delle parole sembrano essere scritte in russo. Chiudo di botto il quaderno degli appunti. Il professore sembra accorgersene, infatti mi lancia un'occhiataccia.
-Herris, qualcosa non va?- chiede facendo in modo che tutta la classe si volti verso di me.
-Non riesco a capire cosa stia scrivendo. Non si capisce nulla!- sbotto un po' più sgarbatamente di quello che pensavo.
-Allora può accomodarsi fuori, signorina- mi lapida riprendendo a scrivere.
-Ma io ho detto...-
-Vada fuori!-
Sbuffo rumorosamente e butto poco elegantemente tutte le cose che ho sul banco nello zaino. Mike mi lancia un'occhiata stranita e io esco dalla classe di corsa. Mi allontano in corridoio quando vengo spinta in bagno violentemente. Risalgo con lo sguardo il mio assalitore, dalle dita che si artigliano sul mio maglione nero al viso. È decisamente una condanna.
-Cosa vuoi, Cam?-

Spazio autrice
Salve!
Scusate per l'assenza, sto lavorando a molti progetti e sono molto incasinata come sempre, comunque...
Ho già in mente come sarà la svolta di questa storia, e posso dirvi da adesso che Holland non vi piacerà.
Non ne sono sicura al 100% ma è già partito mezzo spoiler ed è ora di smetterla di parlare.
Questo è il primo episodio di fragilità della nostra protagonista, tenetevelo in mente!
Magari penserete che sia impossibile il fatto di pensare ad una cosa e fare esattamente l'opposto, soprattutto se parliamo di rapporti sessuali, ma insomma... sarà successo a tutti di mandare all'aria i propri propositi in qualsiasi circostanza, no?
Baci
Lussy🌸

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