2. Occhi color ambra

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Un rumore costante e lontanamente percepibile si ripete nei miei timpani, obbligandomi ad aprire gli occhi. Alzando le palpebre però non avviene nessun cambiamento, il buio continua a circondarmi facendomi comprendere che è calata la notte.

Ho dormito da questo pomeriggio! Probabilmente Kora ha preferito lasciarmi riposare, il problema è che ora sarà difficile per me cercare di riaddormentarmi.
Le lenzuola mi avvolgono il busto, lasciandomi le spalle scoperte. Una leggera brezza proviene da uno spiraglio della finestra che separa il mio letto da quello della mia amica, facendomi rabbrividire.

Aspetto qualche minuto rigirandomi in cerca di una posizione migliore, ma è come se il mio cuscino fosse diventato di marmo. Non vedo altra soluzione se non quella di prendere una boccata d'aria, perciò mi alzo silenziosamente e mi incammino verso la porta. Avanzo in punta di piedi sulle piastrelle fredde e rigorosamente bianche della stanza. Bisogna ammetterlo, questo posto sembra proprio un manicomio, e le persone che ci vivono non fanno che confermare la mia teoria.

Scendo le scale ricordando di non fare rumore, soprattutto ora che dovrò passare davanti alla camera di suor Elvira: meglio non pensare a ciò che potrebbe farmi se mi trovasse qui al di fuori dell'orario consentito.

Cerco di non soffermarmici troppo sperando che almeno questa volta la fortuna sia dalla mia parte, poi esco fuori e mi chiudo la porta alle spalle. Riesco a intravedere soltanto il profilo degli alberi e l'erba folta del giardino grazie alla luce lunare, per il resto è pura oscurità.

Gli unici rumori che percepisco sono il fruscio delle foglie dovuto al vento e il mormorio degli animali notturni. Non è certo un paesaggio confortante, eppure una strana sensazione mi spinge ad avanzare nel buio, ed io la assecondo. Mi inoltro nella fitta vegetazione e nel frattempo assaporo l'aria frizzante che mi circonda: sembrerà strano, ma adoro questo paesaggio lugubre, nonostante sia anche leggermente inquietante. Mi piace l'oscurità e tutto ciò che essa cela, apprezzo il silenzio della notte e i soli raggi della luna che illuminano ciò che sfiorano.

'Non dovresti essere qui.' Ripete una vocina nella mia mente, una voce alla quale non voglio dare ascolto; per il momento seguo solo il mio istinto e avanzo imperterrita verso quello che ha tutta l'aria di essere un posto poco raccomandabile, soprattutto in questo momento, in cui rumori non identificabili iniziano a farmi provare una scia di brividi lungo la schiena.

Mi fermo, per oggi ho esplorato abbastanza, non vorrei che qualche animale selvatico e affamato mi scelga come prossimo pasto. Emetto un sospiro e mi volto per tornare in quel carcere apparentemente senza sbarre, ma un movimento fugace attira immediatamente la mia attenzione. Torno a guardare di fronte a me.
Assottiglio la vista ma non riesco a vedere nulla se non le foglie degli alberi scosse dal vento.

"Non lo sai che è pericoloso girovagare di notte?"

Una voce roca e profonda che non ho mai sentito prima mi spaventa a morte. Solo adesso mi accorgo di un paio di occhi... gialli? Occhi che mi fissano con una certa curiosità. Deglutisco e indietreggio.

Che ci fa un pazzo con delle lenti a contatto luminose nel bel mezzo del bosco di Estonville? Mentre mi allontano con lentezza inciampo in una radice e mi ritrovo con il sedere per terra.

"Chi sei? Che ci fai qui?" Domando titubante. Non so se voglio saperlo davvero.

"Non si risponde a una domanda con un'altra domanda." Mi rimprovera lui con un certo divertimento nel tono di voce. Ora riesco a scorgere anche una fila di denti bianchissimi.

"S-sì. So che è pericoloso andare in giro di notte, ma io vivo qui." Affermo indicando il convento alle mie spalle. Attendo qualche secondo, ma lui non proferisce parola.

Mi faccio coraggio. "Beh, ora tocca a te rispondere se non erro."

Avanza di qualche passo muovendosi con innaturale eleganza mentre io indietreggio per un riflesso involontario, trascinandomi sui palmi delle mani.

"Hai paura di me?" Chiede senza fermarsi.

"Paura, io? Per niente!" Dico con un filo di voce, mentre il suo sorriso si allarga ancora di più. Che accidenti c'è di tanto divertente?

Per un istante rifletto sul fatto che potrebbe trattarsi di un assassino... un assassino assetato di sangue.
Ripenso alla mia vita, e arrivo alla conclusione che probabilmente uccidendomi mi farebbe solo un favore.

Smetto di indietreggiare, non ho nulla da perdere ormai. Aspetto che si avvicini di più e finalmente riesco a scorgere il suo viso sotto la luce lunare.

E rimango stregata.

Sono senza fiato di fronte alla sua bellezza disumana. Non che io abbia visto tante persone nella mia vita, ma so riconoscere qualcuno che possiede particolari qualità fisiche e, credetemi, il mio assassino è veramente qualcosa di inconcepibile. A parte gli occhi ambrati, i capelli sono di un ebano molto scuro e ricadono mossi sulla sua fronte. Mi accorgo di essere rimasta a bocca aperta e provvedo subito a chiuderla sotto il suo sguardo sempre più divertito.

Si avventa su di me con uno scatto repentino, assolutamente inaspettato. Mi afferra per il collo e mi alza in piedi, ma non mi fa male, anzi. Sembra quasi che il suo tocco sia volutamente delicato.

Non parlo e non fiato, mi limito ad osservarlo da una distanza ravvicinata, sono in estasi. Non ho mai visto niente di più bello.

Dopo secondi che sembrano interminabili, le sue labbra carnose si aprono per lasciar uscire quella che spero sia una risposta.
"Non devi conoscermi. Ti basta solo sapere una cosa." Dice abbassando il tono di voce e avvicinandosi lentamente al mio orecchio.
"Conosco il segreto dei tuoi occhi."

Deglutisco, ma questa volta non per paura. Che cosa significa questa frase? Sono più confusa di prima e per la prima volta sorge in me il dubbio che possa trattarsi di un sogno -non posso definirlo incubo- e che la persona di fronte a me sia unicamente frutto della mia immaginazione. Torno a guardarlo negli occhi, poi l'attimo dopo vedo solo l'oscurità.

Il Segreto Dei Tuoi OcchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora