8. Benvenuta all'Inferno

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Nella foto: Xena

"Nicla! Nicla stai bene?"

Non riesco ad esprimere a parole quanto mi sia mancato sentire la sua voce, così calda e armoniosa.

Mi asciugo le lacrime con la manica della felpa e alzo lo sguardo.

"No, Kora. Non sto bene." Mi getto fra le sue braccia e ricomincio a piangere, come mai avevo fatto prima.
Lei mi accarezza dolcemente i capelli e sussurra parole confortanti al mio orecchio. "Resisti, verrò a prenderti presto."

Mi separo dall'abbraccio e la guardo per un attimo che sembra durare un'eternità. Mi fido delle sue parole. Mi fido di lei.

La sua immagine si fa sempre più sfocata e sparisce improvvisamente quando ricevo una secchiata di acqua gelida in faccia, la seconda di questa settimana.

Era solo un sogno.

Ed io comincio ad averne abbastanza.

Boccheggio piegando il busto e spalanco gli occhi intontita, trattenendomi dall'inveire in malo modo nei confronti di quel bel faccino, che oggi prenderei volentieri a schiaffi.

"Roth, accidenti, basterebbe scuotermi un poco e mi sveglierei comunque!" Ringhio aggrottando le sopracciglia.

"Ti ricordo che oggi c'è la prima lezione con Lucifero, farai meglio a sbrigarti."
Dice ignorandomi e andandosene via. 
Ricado all'indietro atterrando sul mio morbido cuscino, poi mi copro il viso con il palmo delle mani.

Forza e coraggio Nicla, puoi farcela.

Indosso dei pantaloncini corti e una maglietta aderente. Lego i capelli in maniera disordinata ed esco dalla mia stanza. È la prima volta che percorro questa strada da sola, senza essere accompagnata da Lamia, Roth o Aamon... inizia ad essere tutto molto familiare e questo mi preoccupa.

Quando raggiungo la Sala Grande mi accorgo stupita che non c'è anima viva. Dove sono finiti tutti?

"Sei Nicla?" Domanda improvvisamente una voce alle mie spalle, facendomi sussultare. Non mi ero proprio accorta che una persona mi avesse seguito fino a qui.

Voltandomi mi ritrovo di fronte a una ragazza, apparentemente della mia età, che avanza con passo sicuro nella mia direzione. Ha i capelli castani legati in una coda alta, gli occhi marroni contornati da una spessa linea di eyeliner ed indossa una sorta di divisa molto attillata e completamente nera, con lo stesso simbolo che mi è stato impresso sul braccio nel giorno dell'iniziazione: il marchio di Lucifero.

Mi squadra da capo a piedi, mentre io mormoro un timido 'sì' in risposta alla sua domanda precedente.

"Io sono Xena, prima demone di sesso femminile ad entrare nell'esercito di Lucifero e, successivamente, nelle guardie reali." Mastica ripetutamente una gomma e mi porge la mano.

Allungo il braccio e gliela stringo: ha una presa forte e decisa, adatta al suo ruolo.

"Seguimi, andiamo a divertirci un po'."

Non so perché, ma questa sua affermazione mi suona più come una minaccia... tento di non pensarci troppo.

"Dove sono gli altri?" Chiedo, affrettando il passo per raggiungerla.

"Ci aspettano nel Giardino delle Torture."

Che cosa?!
Che diamine di nome è?

"Il Giardino delle Torture?" Ripeto titubante. Non mi sembra il posto in cui ci si diverte, affatto.

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