4. Il Regno delle Tenebre

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Un forte dolore alla testa e i vaghi frammenti di un sogno sono gli unici ricordi che riaffiorano nella mia mente in questo momento. Apro lentamente gli occhi e mi massaggio la nuca, percependo immediatamente un leggero gonfiore. Probabilmente sono caduta dal letto mentre dormivo, riesco infatti a sentire il pavimento tiepido sotto la mia schiena.

"Kora?" Chiamo la mia amica con un filo di voce, ma non ricevo alcuna risposta. "Kora, sei qui?"

Strofino ripetutamente le palpebre e mi alzo in piedi barcollando, ma rischio di ricadere all'indietro non appena mi accorgo che non mi trovo nella mia stanza. Decisamente questo posto non appartiene al convento: le pareti sono di un rosso intenso e il letto a baldacchino è molto grande, posto nel centro di quella che ha tutta l'aria di essere una stanza matrimoniale.

Dove mi trovo? Ripercorro gli eventi che io consideravo frutto della mia fantasia fino a qualche secondo fa e tutto si fa più chiaro: sono stata rapita.

Anzi, no.

Sono stata venduta.

Mi hanno portata via dal luogo in cui sono cresciuta sotto gli occhi di colei che mi ha visto muovere i primi passi, senza che facesse nulla o tentasse di aiutarmi. Sapevo che non eravamo mai andate d'accordo, ma non credevo che nel suo cuore covasse tanto odio nei miei confronti.

I miei occhi si riempiono di calde lacrime che iniziano a solcare le mie guance, una dopo l'altra.

Sono sola. Forse lo sono sempre stata, ma almeno prima avevo la mia amica... oh Kora, cosa stai facendo in questo momento? Ti sei accorta della mia scomparsa? Mi copro il viso con le mani e inizio a singhiozzare disperatamente.

"Fatemi uscire!" Urlo ormai nel bel mezzo di una crisi di panico. Corro verso la porta e inizio a strattonarla e a bussare ripetutamente, ma nessuno interviene. Mi guardo attorno, non c'è nemmeno una finestra in questo posto... che strano. Sono intrappolata qui dentro e Dio solo sa se rivedrò mai più la luce del sole.

Ad un tratto il rumore di una chiave che gira ripetutamente nella toppa mi spinge ad indietreggiare velocemente. Mi preparo ad affrontare chiunque apparirà dietro quella porta e mi metto in posizione di attacco, con i pugni serrati.

Quando il ragazzo dagli occhi ambrati compare di fronte a me, ci scambiamo uno sguardo lungo e intenso. Dovevo aspettarmi che fosse lui. Mi osserva per qualche secondo, poi scoppia a ridere lasciandomi di stucco.

"C-che c'è di tanto divertente?" Domando nervosa.

"Tu che speri di scontrarti con me e di uscirne vittoriosa." Replica lui tornando serio.

Ah è questo che pensa di me? Crede che io sia debole e incapace di difendermi? Aggrotto la fronte e inizio a correre nella sua direzione con un urlo di sfida. Assesto un pugno verso il suo stomaco, ma in men che non si dica mi ritrovo a terra con le braccia bloccate contro la schiena.

"Non così in fretta ragazzina. Ne hai da imparare prima di potermi anche solo fare un graffio." Sussurra in prossimità del mio orecchio facendomi rabbrividire.

Stronzo arrogante.

Mi libera finalmente le braccia e mi rimetto immediatamente in piedi. "Chi sei?" Chiedo percorrendo la sua figura con attenzione.

"Cosa credevi di fare poco fa?"

"Non si risponde a una domanda con un'altra domanda." Replico io, citando la stessa frase della notte scorsa. Lui sembra sorpreso e mi rivolge un breve sorriso.

"Sono Astaroth, ma tu puoi chiamarmi Roth." Dice in tono solenne.

Che accidenti di nome è? Trattengo una risata che in questo momento sarebbe del tutto inopportuna e faccio un passo nella sua direzione.

Il Segreto Dei Tuoi OcchiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora