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La giornata di ieri pomeriggio è stata tranquilla e divertente, non pensavo che dopo quello che i miei occhi avevano visto sarei stata in grado di ridere e scherzare con Barbara.
Ma sono felice di esserci riuscita!
La sera Barbara ha mangiato da me e ci siamo divertite un sacco a preparare la pasta al forno, e devo ammettere che era eccezionale!

Modesta mi dicono...

Non ci posso fare niente se è la verità!

Stavo dicendo; abbiamo preparato la pasta al forno e poi abbiamo cucinato le mele caramellate, che detto tra noi facevano veramente schifo! Ma Barbara sostiene che il caramello era solo un po' bruciacchiato.

Dopo che abbiamo finito di cenare abbiamo guardato un film strappalacrime davanti ad una vaschetta di gelato.
Inutile dire che abbiamo pianto in continuazione siccome il protagonista del film, muore tra le braccia della sua fidanzata.

Che brutta cosa, io non ricucirei a sopportare tutto quel dolore, già mi sento male quando mi trattano come uno straccio, figuriamoci se mi morisse il mio fidanzato.

Ti ricordo che era solo uno stupido film e stai diventando molto noiosa e depressa!
Dimenticalo!

Non sono depressa e tanto mano noiosa! Mi offendi così!

Finito di mangiare il gelato e di vedere il film, siamo andate in camera mia e ci siamo buttate di peso sul letto e in poco tempo ci siamo addormentate.

Ora ci stiamo preparando per un'altra giornata noiosa di scuola.
Se fossi stata a casa da sola sicuramente mi sarei data malata, ma ora con me c'è Barbara e mi ha costretta ad alzarmi dal mio amato letto.

«Io sono pronta tu?» mi urla Barbara dal bagno.

«Anche io sono pronta, andiamo?» urlo a mia volta.

«Andiamo bionda!» urla uscendo dal bagno e prendendomi sotto braccio, e io rido per la sua faccia buffa.

«Io non sono bionda! Tu lo sei!» continuo ridendo.

«E va beh!» dice ridendo.

Scendiamo le scale e usciamo di casa, dirigendoci verso il posto più noioso, ovvero la scuola.

Siamo davanti a scuola e la mia voglia di entrare è pari a zero.

«Dai, andiamo.» mi sorride Barbara rassicurandomi.

«Andiamo.» ripeto e ci avviamo verso il cancello.

Entriamo in classe e ci sediamo ai nostri banchi aspettando la professoressa di tedesco.
Tiro fuori dallo zaino il mio quaderno e inizio a disegnare cose a caso.
Dopo qualche minuto sento la porta sbattere e alzo lo sguardo pensando che sia la professoressa Stone, ma appena incontro gli occhi color nocciola il mio cuore smette di battere.

Perché lui?! Potevano entrare da quella porta altre mille persone e Dio ha voluto far entrare lui! Perché?!

Abbasso subito la testa e mi concentro di nuovo sul mio quaderno.
Ringrazio Barbara per non aver detto nulla, ora come ora, non ho voglia di parlare, voglio solo starmene  con i miei pensieri e me stessa.

L'ora passa in fretta e io non ho ascoltato nulla come al solito; mi farò prestare gli appunti da Barbara, che al contrario di me, ha seguito la lezione alla lettera.

Tua per una notte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora