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Il mio cuore sta battendo fortissimo e sento una strana sensazione dentro al mio stomaco.
Matt mi guarda e non accenna a parlare.

Cavolo dimmi quello che mi devi dire così nessuno dei due è più in ansia!

Siccome lui sembra essere diventato una statua, lo guardo e lo invito ad andare avanti.

Lui mi guarda e finalmente parla.

«Mad... Quello che c'è stato tra di noi... É stato uno sbaglio... Non è significato nulla per me... E sono stato io a chiamare Allison e dirle di venire a casa tua...» dice Matt guardandomi.

In questo momento non sento più nulla, zero, il mio cuore piano piano si sta sgretolando e non c'è nessuna possibilità di raccogliere i pezzi per rimetterli assieme.
Lo guardo con le lacrime agli occhi lo so, non devo piangere per uno come lui, non devo farmi vedere debole da uno come lui, solo che lui... Lui è stato il mio primo bacio... E quando mi ha baciata per la prima volta mi sono sentita bene...

Forse era meglio se stava zitto e non mi rivolgeva più la parola, avrei sofferto di meno, questo è poco ma sicuro.

Lo odio, non può permettersi di trattarmi in questo modo! Non può e non deve!

Lui continua a fissarmi, vedo nei suoi occhi dispiacere e tanta tristezza, ma non mi importa.
Lui non si sente come me, non può nemmeno provare come ci si sente quando ti dicono queste parole.

Mi avvicino a lui e gli mollo uno schiaffo lasciandogli il segno sulla guancia.

«Mi fai veramente schifo! Pensavo fossi  diverso dagli altri almeno un po'. Ma come sempre mi sbagliavo.» dico asciugandomi le lacrime e andando in classe.

Inutile dire che le prime tre ore le ho passate a rompere matite e quando queste sono finite sono passata a mordermi le labbra per il nervoso fino a farmi uscire il sangue.

Inutile dire, anche che Barbara è preoccupata per il mio comportamento e non sa come farmi sfogare perché di piangere non mi va proprio.

Vorrei solo prendere quell'oca di Allison strapparle tutti i capelli e sgonfiarle le tette finte che si ritrova.

«Mad... Abbiamo ginnastica... dobbiamo andare...» dice la mia amica guardandomi.

Io semplicemente annuisco e insieme a lei mi dirigo negli spogliatoi femminili della palestra.

Mi sto cambiando e sto cercando di trattenermi nell'uccidere tutte queste oche che starnazzano.

«Megan... E tu non sai quanto è bravo a letto il mio Matt...» dice Allison e io continuo a ripetermi come diavolo ho fatto a stare con loro! Come?!

Allison mi guarda e sorride.

Che diavolo vuole?! Giuro che oggi non ce n'è per nessuno!

Sbatto l'anta del mio armadietto ed esco dallo spogliatoio andando in palestra seguita da Barbara.

«Mad... calmati é solo una troia... lo sai.» mi dice Barbara e io annuisco.

Una troia che si scopa il MIO Matt!

Tuo?

Che vuoi ora tu?!

Hai detto 'il mio Matt'

No, ti sbagli.

No, non mi sbaglio, sono sicura hai detto 'mio'.

Ti dico di no!

Quando siamo tutti in palestra il professore inizia a fare l'appello e segna gli assenti, dopodiché ci spiega le regole di un banale gioco e iniziamo a giocare.

Questo gioco è stupendo! Lo giuro!
Sto morendo dal ridere, vedere quelle oche scappare urlando anziché prende la palla è troppo divertente!

Continuiamo a giocare fino a che la palla non cade in mano ad Allison.
Guardo Barbara divertita e lei ricambia lo sguardo cercando di non scoppiare a ridere.

«Matt, amore mio attento a quella sgualdrina davanti a te.» urla Allison e io ci metto poco a capire che si sta riferendo a me, dato che sono io quella davanti a Matt.

Senza pensarci troppo inizio a correre verso la bionda ossigenata ovvero Allison e mi scaravento su di lei buttandola per terra.

«Puttana a chi?! Stupida gallina!» urlo tirandole i capelli.

L'obbiettivo del gioco era prendere la palla, il mio invece era prendere lei prima che questa giornata finisse, e con grande soddisfazione ci sono riuscita, perché in questo momento le sto tirando i capelli il più forte possibile e dentro di me mi sento benissimo.

Allison cerca di liberarsi ma non ci riesce e inizia a frignare.
Già mi dà fastidio vederla in giro figuriamoci se devo anche sentirla piangere... I miei istinti omicida aumentano sempre di più.

Qualche minuto dopo sento due braccia muscolose fin troppo familiari tirarmi via dal corpo di Allison e sussurrarmi di stare calma.

Ma io dico, come si permette?! Prima mi dice che non gli importa nulla e bla bla bla e ora si comporta in questo modo come se nulla fosse successo?!

Ma é scemo per caso?!

Mi libero velocemente dalla presa di Matt e mi allontano da lui.

«Stammi lontano!» urlo guardando Matt negli occhi.

«Signorina Madison che diavolo le prende! É impazzita per caso?!» urla il prof arrabbiato.

«É colpa di Allison non mia! Se stava zitta forse io avrei tenuto le mani a posto!» mi difendo guardando male Allison.

«Vada subito in presidenza!» Urla di nuovo il prof e io sbuffando ritorno nel camerino, mi cambio velocemente e mi avvio verso la presidenza.

Quando sono davanti alla porta del preside prendo un bel respiro e busso alla porta, il Signor. Benson mi dice di accomodarmi e io lentamente apro la porta.

«Signorina Brown sono sorpreso di averla qui..» dice il preside guardandomi.

Mi avvicino alla sua scrivania e lo guardo non sapendo cosa dire.

«Si accomodi pure.» dice e io cautamente mi siedo sulla poltrona di pelle difronte a lui.

«Allora mi può raccontare il motivo per cui lei è qui e non a lezione?» domanda il Signor. Benson, annuisco e timidamente gli racconto cos'è successo durante la lezione di educazione fisica.

«Signorina siccome vedo che lei è pentita per ciò che ha fatto la punizione che le do è quella di rimanere qui domani dopo la scuola a pulire la sua aula.» dice guardandomi.

Dentro di me sbuffo perché non mi va proprio di rimanere qui anche dopo le ore di lezione ma sono anche felice che non mi abbia detto di pulire i bagni o robe simili...

Quello che mi fa più ridere è che lui crede che io sia realmente pentita ma in verità non è così, anzi sono felice di aver fatto quello che ho fatto, mi sono liberata di un peso enorme e lo rifarei altre mille volte.

Annuisco al Signor. Benson e lo saluto cordialmente uscendo dal suo studio e andando in classe aspettando la fine dell'ora.

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