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«Mad non stiamo dimenticando nulla vero?» chiede Barbara al telefono.

«Barbara abbiamo controllato tre volte, non stiamo dimenticando nulla tranquilla.» ridacchio al telefono.

«Okay va bene, mi fido.» dice agitata Barbara.

Ridacchio e chiudo la valigia.

«Ci vediamo a scuola donna.» dico al telefono.

«Va bene donna.» ride e attacca.

Non ci credo, sto veramente andando in Canada. Cavolo è un sogno.

Scendo le scale velocemente e mangio una semplice mela, sono agitatissima e spero anche di essere in stanza con Barbara.
Non sopporterei di dividere la camera con qualche oca.

Saluto i miei genitori e mamma mi raccomanda di stare attenta e la stessa cosa fa papà.

«Tranquilli starò bene.» dico abbracciandoli.

Mi stacco da loro e mi incammino verso la scuola per la prima volta davvero felice.

Sono davanti all'edificio e cerco Barbara siccome non la vedo da nessuna parte.

Ma dove cavolo è tra poco partiamo e lei non è ancora arrivata!
Quella ragazza è sempre in ritardo cavolo!

Ah perché tu sei sempre puntuale vero?

Uff... non cominciare!

«Mad! Sono qui!» urla qualcuno e so esattamente di chi si tratta.

Vado verso la mia amica e quando siamo abbastanza vicine l'abbraccio cercando di non urlare per la felicità.

«Stavi per perdere l'autobus lo sai vero?» Dici ridacchiando.

«Ti giuro che questa volta non è colpa mia! È mia madre che non la smetteva di parlare.» sbuffa Barbara e io rido.

«Dai saliamo.» dico mettendo le valigie nel pullman e andando a prendere due posti.

Ci sediamo e iniziamo a fantasticare su quello che faremo a Toronto.

***

Arriviamo all'aeroporto e l'autista ci fa scendere aiutandoci con le valige, i professori fanno per la decima volta l'appello e quando finiscono siamo pronti per salire sull'aereo.

Prendo posto e di fianco a me si siede Cameron.

«Ehi, tutto bene?» mi guarda sorridendo.

Lo guardo cercando di capire cosa gli passa per quella testa bacata.

«Non vengo a letto con te sappilo.» dico mettendo le cose in chiaro siccome conosco il tipo di persona che è.
Lui mi guarda e sorride.

«Tranquilla principessa ti stavo solo salutando.» dice sistemandosi meglio sul sedile.

Mi sta dando già fastidio e non siamo ancora decollati. Santo Dio dammi la forza di non ucciderlo.

Faccio finta di niente e mi volto verso il finestrino guardando la pista.

Una voce metallica ci avvisa di allacciare le cinture, dato che tra pochi minuti decolleremo.
Faccio ciò che dice quella fastidiosa voce metallica e mi appoggio al sedile cercando di prendere sonno.

Tua per una notte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora