Sono completamente pietrificata, non sta succedendo veramente...
Siamo ancora tutti e sette nell'atrio dell'hotel e nessuno parla.
Le tre oche sono a bocca aperta, Matt è immobile e i professori ci guardando sbuffando, siccome io e Matt non siamo ancora andati a prendere le chiavi della nostra stanza.Rimango ferma ancora per qualche secondo, giusto per capire bene la situazione, e poco dopo mi avvicino al professore con la chiave in mano; l'afferro e mi dirigo velocemente verso le scale.
So perfettamente che dovrò fare la bellezza di quattro piani a piedi ma la mia paura per gli ascensori è più forte della mia pigrizia.
Inizio a salire le scale trascinando la mia valigia e mi maledico mentalmente per aver portato con me tutto l'armadio.
Allora... Stanza 418...
Cammino lungo il corridoio cercando la mia stanza, che poco dopo trovo, e mi affretto ad entrare.
La camera è bellissima, ci sono due letti, uno vicino alla finestra e l'altro vicino al muro, entrambi i letti sono da una piazza e mezza, al centro c'è un tappeto molto semplice e una porta con all'interno il bagno anch'esso meraviglioso.Metto la mie mie cose sul mio nuovo letto, ovvero quello vicino alla finestra e inizio a disfare la valigia.
Dopo circa un'ora finisco di sistemare tutto e mi butto letteralmente sul letto affondando la testa nel morbido cuscino.
Sto per addormentarmi quando qualcuno spalanca la porta.
Apro velocemente gli occhi per lo spavento e mi siedo sul letto.«Sei scemo per caso?!» dico sbuffando infastidita.
Matt mi guarda attentamente ma non accenna una parola, chiude la porta, butta la valigia da parte al letto e si butta su di esso come se io non esistessi.
Grazie mille, davvero. Neanche fossi la donna invisibile...
Da piccola volevi essere... Aspetta come l'avevi chiamata... Ah si la donna Madison super invisibile...
Smettila ti prego!
Continuo a guardare Matt che in questo momento non mi sta calcolando minimamente e sbuffo di nuovo.
«La smetti di sbuffare? Mi dai fastidio.» dice Matt con gli occhi chiusi ed io in risposta sbuffo ancora più porte.
Mi rimetto coricata e chiudo gli occhi pensando a cosa fare per il resto della giornata, siccome oggi i professori ci hanno lasciato il giorno libero, ma non mi viene in mente nulla e sbuffo per la decima volta.
«Sai che sei veramente una bambina.» mi dice Matt ridacchiando.
Ma come diavolo si permette! Stupido idiota!
«Come scusa?» dico in modo acido e distaccato aprendo gli occhi.
«Ho detto che sei una bambina.» continua in modo tranquillo.
Posso ucciderlo vero?
Poi come vivi senti l'amore della tua vita?
Ah ma smettila! Non è l'amore della mia vita! E mai lo sarà!
Si sì, come dici tu...
Alzo gli occhi al cielo e poi guardo Matt.
«Posso sbuffare quando, come e quanto voglio, di certo non me lo impedisce uno come te!» dico guardandolo male.
A queste parole la vena sul suo collo si sta lentamente ingrossando e questa cosa mi fa abbastanza paura.
Lui mi guarda e respira lentamente. Il suo sguardo brucia su di me e io in questo momento mi sento una piccola formica...