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Il giorno seguente non sono andata a scuola, dopo tutto quello che era successo non me la sentivo proprio di ritornare in quello stupidissimo edificio!

A Barbara avevo detto che stavo poco bene e che non sarei andata a scuola ed era vero, stavo male per come mi aveva trattato Matt.
Ma in fondo dovevo aspettarmelo o semplicemente non dovevo farlo entrare in casa.
Credevo che fossimo diventati almeno conoscenti, perché la parola amici era troppo, troppo per lui e perfino troppo per me.
Ma si sa; non tutto ciò che si vuole lo si può avere e in certi casi ci si bisogna accontentare...

Basta! Basta parlare di lui! E Matt di qui e Matt di là! Sei una noia! Io te lo avevo detto! Ora alza il culo da questo letto e vai a scuola! Fregatene di quello lì! Non ti merita, fattene una ragione!

Okay, okay hai ragione, ora mi alzo e vado a scuola.

Ecco brava!

Indosso velocemente la divisa da cheerleader, siccome oggi ho gli allenamenti, e mi trucco un po'. Infilo le scarpe e prendo lo zaino uscendo di casa, avviandomi verso la scuola.

Arrivo davanti al cancello dell'edificio e mi guardo intorno nella speranza di trovare Barbara.
Dopo poco la vedo intenta a parlare con un ragazzo e mi avvicino a loro.

«Ciao!» sorrido alla mia amica.

«Oh eccoti qua, ti stavamo aspettando!» dice Barbara sorridendo.

«Lui è Andrew.» indica il ragazzo e lui allunga la mano verso di me.

«Oh piacere io sono Madison, ma chiamami pure Mad.» sorrido e gli stringo la mano.

«Piacere mio.» dice Andrew sorridendo.

Carino il ragazzo! Te lo sei scelto bene Barbara, complimenti!

«Io vado, ci vediamo oggi a pranzo?» chiede il ragazzo e io e Barbara annuiamo. Lui sorride e se ne va dai suoi amici.

«Allora?!» chiedo siccome lei non accenna a dire una sola parola.

«Allora cosa?» chiede arrossendo.

«Uhm... Il mio intuito mi dice che ti piace e anche tanto!» dico euforica.

«Smettila non è vero ci siamo conosciuti ieri in biblioteca. Lui è stato molto carino nei miei confronti e...» non le do il tempo di finire la frase.

«E ti piace!» esclamo.

«Non urlare! Andiamo in classe scema!» Dice ridendo.

«Sarò anche scema ma tu sei cotta a puntino!» rido e ci avviamo in classe.

Sento lo sguardo di qualcuno bruciarmi sulla schiena e so perfettamente di chi si tratta. Mi volto e lo fisso con disprezzo e rabbia, ma nel più profondo c'è solo tristezza. Lui incrocia il mio sguardo e subito dopo abbassa la testa.

Non mi importa né di lui né di quell'imbecilli che un tempo erano i miei amici.

Barbara ed io entriamo in classe e mentre aspettiamo il professore, lei mi racconta nei minimi dettagli quello che è successo ieri con il suo nuovo "amico" Andrew.

Le ore passano in fretta e finalmente è ora di pranzo.

Mi alzo velocemente da quella scomoda sedia e mi dirigo con la mia amica alla mensa.

Tua per una notte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora