Capitolo 5

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La notte non riuscii a dormire:mi tormentava la scommessa con John, Camilla, la scenata con Max.. Così la mattina mi svegliai tardissimo. Pioveva anche, come se non bastasse. Per fortuna trovai Max e John con l'auto davanti casa mia che ridevano come due stupidi.

 "I miei salvatori" dissi correndo sotto la pioggia. 

 " Vieni qui piccoletta" disse Max. Mi salutò con un bacio sulla guancia mentre John guardava fuori dal finestrino ignorandomi completamente. 

"Oggi ti presento un po' di gente, così inizi ad ambientarti." 

 "No dai, ti prego.." piagnucolai. "A proposito, ma voi due avete almeno la patente?" 

 "Ma certo, abbiamo 18 anni" urlarono insieme quasi seccati da quella domanda. "

"Siamo stati bocciati, ricordi?" sbuffò John. Mi sentivo una stupida in quel momento e non risposi più. 

Appena arrivati a scuola, scesi subito dalla macchina senza rivolgere più la parola a nessuno. Stavo per entrare in classe quando qualcuno mi tirò il braccio da dietro. 

 "Hei, perché sei scappata prima? Successo qualcosa?" Era Max. 

 "No, niente Max. Solo che.." abbassai lo sguardo cercando una scusa "dovevo ripetere per l'interrogazione e non potevo ritardare." 

 "Ok, allora andiamo a ripetere prima che entri il professore. Prego, prima tu" disse Max. 

 Appena entrai in classe sentii urlare qualcosa da un ragazzo. Aveva un viso familiare. Non riuscii neanche a capire chi fosse perché, proprio in quel momento, mi arrivò addosso un gavettone pieno d'acqua gelida e mi ritrovai bagnata dalla testa ai piedi.

 Ma certo, era tutto organizzato! Ora capisco! 

 "Ma siete impazziti? Che diavolo fate? " Urlai e corsi in bagno. 

Mi guardai allo specchio, ero orribile: i miei ricci biondi erano indomabili, avevo il trucco sbavato e i miei vestiti erano zeppi d'acqua. Mentre cercavo un modo per aggiustarmi, entrò velocemente un ragazzo in bagno. 

 "Bea, scusa, ma abbiamo dovuto farlo per forza. Ho portato questi vestiti per farmi perdonare, sono della sorella di un mio amico, ma dovrebbero andare bene. Per un po' di tempo porta una cambiata di riserva, non si può mai sapere" disse furtivamente.

 Alzai lo sguardo e vidi che era John. Ma certo, lui e Max sapevano tutto e la loro amicizia era una scusa. Mi sentivo usata. Almeno avevo capito perché le altre ragazze erano andate via da quella scuola. 

 Decisi che quella volta non mi sarai fatta intimidire e non sarei scappata. "Vediamo fino a che punto resisto" pensai. "Non mi farò mettere i piedi in testa da nessuno". 

 Controllai i vestiti prima di indossarli: un pantalone bianco e una T-shirt lunga, per fortuna la ragazza non era esagerata. Mi ripassai il trucco, feci un bel respiro e uscii del bagno sicura di me e con il sorriso sulla labbra, come se niente fosse successo. 

Per la prima volta in tutta la mia vita mi sentivo osservata e mi piaceva. 

Entrai in classe allo stesso modo e mi sedetti vicino a John. 

Mi guardavano tutti, non si aspettavano di vedermi di nuovo in classe, pensavano che me ne sarai andata via piangendo. 

Mi sentivo comunque di dover ringraziare John e così, quando uscimmo da scuola, lo fermai e gli dissi: "In teoria dovrei odiarti perché mi hai usata insieme a Max, ma in pratica ti ringrazio perché senza di te non so come avrei fatto oggi" gli sorrisi abbassando lo sguardo. 

 "Vieni in macchina con me, ti accompagno a casa e ti spiego un po' di cose. Non possiamo stare qui." Mi aprì lo sportello dell'auto per farmi entrare, poi fece il giro e si andò a sedere anche lui. Iniziò a parlare solo quando eravamo abbastanza lontani da scuola. 

"Allora, noi ragazzi abbiamo una specie di usanza. Ogni anno facciamo alla nuova ragazza della classe degli scherzi per una settimana. Sono scherzi stupidi, ma noi non possiamo tirarci indietro. Di solito le ragazze se ne vanno subito, chi resta riesce a guadagnare <la nostra fiducia>. Oggi era il tuo primo scherzo, quindi eri impreparata, ma se vuoi io posso avvisarti." 

 "E come faccio a fidarmi di te? Insomma, non offenderti, ma sei un tipo strano. Prima mi stai quasi per baciare, poi dici di volermi far innamorare e quando stiamo con altre persone io non esisto più..."

 "Ti ho detto la verità. Non giudicare perché tantissime cose non le sai. Preferisco essere scontroso piuttosto che dar retta a tutte come fa Max." rispose lui un po' irritato. 

 "Va bene, provo a fidarmi di te. Allora che scherzo mi farete domani?" 

 Avevo bisogno di preparami. Non volevo dargliela vinta e mai avrei dato a qualcuno la soddisfazione di vedermi cedere.


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