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Dopo esser stata ripresa dal professore, finalmente finisce l'ora, facendoti correre via dalla stanza per quella pesante sensazione addosso che hai, per colpa degli sguardi di tutti su di te, mentre mormorano pettegolezzi a bassa voce.

Alzi gli occhi al cielo, dirigendoti nei corridoi, fermandoti di colpo, mentre scorgi infondo ad esso un ragazzo che è appoggiato al muro, che ti sta fissando a braccia conserte.

Alec Lightwood.

Anche detto al contrario suona sempre bene, stra-maledettamente bene. Cerchi di camminare, ma è più forte di te: ti ha bloccata al pavimento con il suo sguardo.

Lentamente si stacca dal muro, dirigendosi verso di te con le braccia a penzoloni lungo i fianchi. Appena è abbastanza vicino a te, mette le mani nelle tasche, incurvando le braccia troppo lunghe.

-Rachel Benton- il suo tono è spiritoso, ma sentire il tuo nome uscire dalle sue labbra, ti provoca sempre mille brividi per tutto il corpo. Ti sta osservando con il volto piegato appena da un lato, con un sorriso trattenuto, come se fosse divertito dal vederti così a disagio davanti a lui.

-Alec Lightwood- ti fa sempre un certo effetto pronunciare il suo nome ad alta voce, soprattutto davanti a lui: infatti la tua voce trema. Stringi i pugni, cercando di risultare così sicura di te stessa per te e per lui, ma si accorge del tuo gesto e fa scivolare i suoi occhi dalle tue mani ai tuoi occhi chiari come il ghiaccio.

-Non dovresti essere imbarazzata dall'avere una cotta per me: è normale-

Aveva il suo solito sorriso sulle labbra, mentre tu dentro vorresti urlargli contro che dovrebbe smetterla con quel sorriso, che abbatte i tuoi muri che cercano di proteggerti da quelli come lui: ti rubano il cuore e poi dicono di non aver fatto nulla, quando invece ti fanno cascare nella loro rete.

Non rispondi, serrando la mascella e contraendo i muscoli del tuo corpo.

-Sei di poche parole, vedo- saresti voluta scappare appena senti la sua risata cristallina uscire dalle sue labbra, prendendosi amaramente gioco di te, ancora.

-Spiritoso- lo dici sottovoce, ritrovando la forza di muoverti e allontanarti da lui, che improvvisamente ti prende il polso, facendoti bloccare e voltare verso di lui.

-Non mi sfuggi, lo sai- ti guarda serio, tramutando il sorriso in uno semplice a labbra chiuse, lasciandoti il polso, sola in quel lungo e isolato corridoio.

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