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Appena lui mette fine al bacio, rimani con gli occhi chiusi, a inalare il suo buonissimo profumo che sa di lavanda e menta, posando le mani sulle sue spalle muscolose.

-Sei bellissima...- ti sussurra, lasciandoti un bacio veloce sulle labbra, facendoti sorridere appena riapri gli occhi.

-...ma devo andare- continua, il tuo sorriso svanisce, mentre ti stacchi da lui, arrabbiata.

-Non la smetterai mai, dico bene?- chiedi guardandolo arrabbiata e triste.

-Di fare cosa?- chiede alzandosi dalla sella della moto, a braccia conserte.

-Di rovinare sempre tutto. Vai. Su. Vai da quella biondina che ti starà aspettando a letto- dici indietreggiando, scacciando le lacrime che vogliono uscire con forza dai tuoi occhi.

Ti guarda con rabbia, capendo a cosa ti riferisci, sciogliendo le braccia e stringendo le mani in pugni. Ringhia, mettendosi il casco e sgommando via. Appena è lontano da te, cadi a terra, scoppiando in un pianto di rabbia, maledicendoti ancora per aver pensato a te e lui felicemente insieme.

Ritorni in casa, silenziosamente: il giorno dopo ti aspettava un altro giorno di scuola.
La sveglia suona, infastidendoti e la spegni alzandoti, trascinandoti verso il bagno e ti guardi allo specchio: capelli spettinati, occhi rossi e assonnati.

Ogni volta prometti a te stessa di non stare male per un ragazzo, ma alla fine è sempre la stessa storia che si ripete in un infinito loop.

Appena arrivi a scuola, ti siedi al tuo banco, infondo all'aula, guardando fuori la finestra, come al solito.

Una figura snella appare davanti al tuo banco, mentre continua a sistemarsi la chioma bionda.

-Ciao Rachel- ti saluta, con voce squillante. Strizzi un occhio, per il fastidio della sua voce e la guardi voltandoti verso di lei.

-Cosa vuoi, Lucy?- dici acidamente, posando le braccia sul banco, guardandola con un sopracciglio alzato.

-Sono venuta a informarti che io e Alec, stiamo insieme. Quindi sparisci- ti avvisa, gesticolando con la sua manina vellutata. All'inizio resti immobile, osservandola andare a sedersi al suo banco, sculettando.

Appena però metti a fuoco ciò che ti ha detto, sgrani gli occhi e la gola ti si secca.
Come se non bastasse, poi lo vedi entrare insieme al suo gruppo di amici: lì ti lancia uno sguardo, che ha capito che non stai per niente bene e preoccupato, si siede al suo banco.

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