Capitolo 1

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È strano pensare che in un giorno qualunque, in un momento qualunque, la tua vita potrebbe cambiare radicalmente. Eppure da quell'assurdo 28 ottobre la mia vita non era più la stessa. Erano le 14:15 e quella dannata campanella finalmente si era decisa a suonare. Anche quel giorno, stremata dalla sesta ora, mi precipitai fuori dalla classe, non prima di aver salutato la mia migliore amica, non che la mia compagnia di banco da ormai ben cinque anni <<Lucy io vado ci sentiamo dopo?>> le chiedo con calma, lei annuisce <<va bene, ma se non hai nulla da fare di pomeriggio usciamo e non accetto un no come risposta>> disse pretenziosa, puntandomi il dito contro. Alzo gli occhi al cielo <<e va bene, usciamo insieme oggi>> dissi sorridendole . Appena uscii mi pentii subito di non aver indossato la felpa prima. Il vento ancora autunnale mi attraversava pungente,lasciando intendere quanto sarebbe stato freddo l'inverno quell'anno. Fortunatamente vivevo in un paesino sperduto della Sicilia, dove la temperatura era per lo più mite e non dovevo preoccuparmi troppo per il freddo. Con la mano cercai il telefono dentro la tasca dei jeans, lo accesi e trovai diverse chiamate perse di mia madre e di altri numeri sconosciuti. Un forte senso di nausea mi assalì " e se fosse successo qualcosa ?" questo pensiero mi torturava la mente. Chiamai mia madre, uno, due, tre squilli... Non rispondeva, cominciai ad agitarmi e corsi verso casa, mentre continuavo a chiamarla. Ad un tratto mi rispose e mi bloccai di colpo rischiando di farmi investire da un auto, mi tolsi dalla strada e risposi a mia madre <<mamma! Stai bene? Mi hai chiamata almeno 20 volte, è tutto ok vero ?>>attesi una risposta, ma lei balbettava qualcosa che non capivo, in sotto fondo sentii urlare mia cugina <<è qui! È arrivato!>>non capendo a chi si riferisse chiesi a mia madre, <<mamma che sta succedendo ? Chi è arrivato ?>>

<<tesoro.. Io.. Non so come spiegartelo,devi tornare subito a casa>> cercai di controbattere ma mi chiuse il telefono in faccia, corsi in preda al panico, corsi come mai in vita mia. Non fu di certo il fiatone a rallentarmi, ne il dolore al fianco, nulla riuscì a fermarmi sapendo che la mia famiglia poteva essere in pericolo. Svoltai l'angolo e ciò che trovai davanti ai miei occhi non fu la solita casa tranquilla di un quartiere di periferia. Una folla di paparazzi aveva accerchiato casa mia. I miei vicini erano tutti per strada e venivano assaliti dalle domande dei paparazzi, ma sembravano essere felici di quelle attenzioni. Uno di loro mi indicò e tutti i giornalisti si precipitarono su di me <<lei è Lilian Castro ?>>
<<cosa ne pensa della selezione ?>>
<<come riuscirà a cambiare il cantante più famoso del momento ?>> la testa cominciò a girarmi, non avevo la più pallida idea di chi o di cosa stessero parlando. Tentai di dire che non sapevo nulla ma un uomo spaventosamente alto mi venne incontro e mi chiese <<lei è la signorina Lilian Castro?>> alzai lo sguardo e due occhi grigi contornati da piccole rughe mi fissarono intensamente, cercai di trattenere il bisogno di scappare il più possibile da quell'uomo, alzai la testa a mo di sfida e dissi <<chi vuole saperlo?>> l'uomo sorrise e rispose <<me l'avevano detto che hai un bel caratterino>> a quel punto mi sollevò di peso e mi trascinò in casa, ogni tentativo di fuga era impossibile, i miei pugni furono inutili, quell'uomo era una vera e propria macchina da guerra. <<lasciami andare!>> urlai mentre mi trascinava su per le scale del primo piano. Entrai in casa ancora trattenuta da quello scimmione e quando finalmente mi liberò, davanti ai miei occhi apparve una scena del tutto insolita, rimasi a bocca aperta. Tutta la mia famiglia riunita a casa mia, ma solo mia madre, mio padre e mio fratello erano seduti sul divano di fronte a Zayn Malik e a quelli che dovrebbero essere il suo manager e le sue guardie del corpo. Il mio sguardo passa da mia madre alla celebrità seduta sul mio divano. <<che sta succedendo qui?>>dissi guardando esclusivamente mia madre. Mi fece cenno di no con la testa, ciò significava che non sapeva proprio nulla. Vidi appoggiati sul tavolino alcuni succhi di frutta e stuzzichini vari, segno che mia madre, nonostante lo shock non si è scordata di offrire loro qualcosa da mangiare per allentare la tensione. Allora mi rivolsi al diretto interessato <<hi, nice too meet you>> mi imposi un sorriso cordiale e gli porsi la mano per presentarmi, lui mi guardò annoiato e disse <<parlo italiano come se fosse la mia lingua madre piccola, non sforzarti>> fece un cenno della mano e mi liquidò facilmente, prendendo immediatamente il telefono dalla tasca e ignorandomi completamente. "Bene, per la prima volta vedo Zayn Malik e giá lo odio a morte" pensai tra me e me. Intervenne il suo manager salutandomi cordialmente << è un piacere conoscerla signorina, io sono Taylor Lookwood, il manager di Zayn immagino che lei non sappia nulla di questa faccenda. Tempo fa abbiamo mandato dei test in tutte le scuole italiane, un test sulle azioni abituali, se lo ricorda?>> feci di si con la testa ricordando perfettamente quello strano test, il manager continuò la sua spiegazione, << perfetto, questo test è stato inviato da noi il mese scorso per selezionare fra tutte la persona più adatta al compito che le sto per illustrare e lei, mia cara, è la persona più adatta in assoluto>> fece una pausa sorridendomi soddisfatto, <<di che si tratta? E poi esattamente perchè avete fatto un test per le scuole italiane e non per quelle inglesi?>> chiesi leggermente intimorita <<il prossimo lavoro di Zayn riguarda la vita comune, una vita totalmente priva di influenza sociale, deve assolutamente trovare il suo vero io, ovvero il ragazzo che era una volta e per quanto riguarda la nazionalitá del test, beh devo ammettere che è stata una scelta un po' casuale, ma visto e considerato il talento naturale di Zayn per la lingua italiana, abbiamo optato per questo magnifico paese molto tradizionalista>> disse Taylor un po' a disagio <<non dire stronzate Ty io sono sempre lo stesso, siete tu e quella paranoica di mia sorella che avete insistito col produttore per questa cosa assurda, come se una ragazzina potesse cambiarmi e per quanto riguarda l'Italia, l'ho scelta io perchè mi piace e ora finiamola con i discorsi inutili. Arriva al dunque Taylor>>disse Zayn, continuando ad osservare lo schermo del telefono e ridacchiando un po'. Taylor lo fulminò con lo sguardo e proseguì ignorandolo completamente <<come può aver notato, il nostro caro Zayn ha cambiato diverse volte il suo aspetto per lavoro e adesso non riesce più a trovare quella normalità della vita comune. Lilian lei è la persona più indicata per cambiarlo. Ha un anno di tempo per far tornare Zayn come prima>> i miei occhi si sbarrarono al suono di quelle parole, guardai il diretto interessato.. E lo scrutai attentamente, capelli lunghi con delle ciocche rosa che spuntavano qua e la, totale mancanza di educazione, aveva i piedi sul tavolino, non degnava di uno sguardo nessuno dei presenti, aveva la faccia incollata al suo iphone e per la miseria era pieno di tatuaggi e indossava un cappotto di pelliccia di non so quale animale. Il mio sguardo passò dal manager a Zayn <<sta scherzando vero ? È impossibile,insomma lo guardi ? Non c'è nulla di comune in lui>>
<<ti sento>> disse Zayn, ma lo ignorai e guardai il manager che aveva molta difficoltà a controbattere, "cosa credeva? Che gli sarei caduta ai piedi solo perché è Zayn Malik? Ma non scherziamo, è solo un tipo arrogante e superficiale" pensai. Ad un certo punto lo sguardo del manager sembra illuminarsi improvvisamente << ovviamente Lilian il tuo aiuto ha un compenso, avrai la possibilità di frequentare uno dei migliori campus di Londra e il tutto a spese nostre, avrai uno stipendio mensile e non dovrai preoccuparti del vitto e alloggio, poiché andrai a vivere con Zayn>>
<<che coooosa? Non se ne parla nemmeno Taylor! Quella mocciosa non starà a casa mia!>> questa volta fu Zayn a parlare, suppongo che il suo telefono si sia scaricato altrimenti non si sarebbe staccato da quello schermo. <<mi dispiace Zayn gli accordi erano questi!>> intervenne severo Taylor. Spostai lo sguardo su mia cugina, era entusiasta della situazione e chi non lo sarebbe stato ? Io, ovviamente. Non sopportavo l'idea di vedere ancora per 5 minuti quel montato, figuriamoci passarci un'anno insieme. Solo che, la mia famiglia aveva bisogno di quei soldi e se potevo fare qualcosa per migliorare la situazione, era di certo accettare il lavoro, se si poteva definire così, non sapevo nemmeno cosa dovevo fare. "Astuto quel manager, avrà sicuramente dato un'occhiata alla situazione economica della mia famiglia, facendo leva sul problema principale", lo maledissi mentalmente e guardai mia madre, era pallida, aveva capito anche lei la situazione, ne ero certa. Ogni volta che ci guardavamo negli occhi riuscivamo a capirci senza problemi. Dovevo accettare, non avevo altra scelta, a stento riuscivamo ad arrivare e fine mese, quei soldi avrebbero comodo a tutti. Decisamente non potevo rifiutare. <<accetto>>dissi con fermezza il manager sorride soddisfatto credendosi trionfante <<ma>> dico con un sorriso complice <<ad alcune condizioni>>.

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A causa dell'irruzione dell'arrogante Zayn Malik e del suo subdolo manager in casa mia, non potei più uscire di casa, i paparazzi mi seguivano ovunque, non potei nemmeno salutare la mia migliore amica. Arrivò il giorno della partenza e mi ritrovai a salutare freneticamente tutti i miei parenti.Subito dopo aver fatto le valigie andai all'aeroporto dove il jet privato di quell'idiota ci aspettava per partire, salutai mia madre con un forte abbraccio, lo stesso feci con mio padre, a mio fratello dissi di prendersi cura dei nostri genitori e tra un saluto e l'altro mi ritrovai nell'aereo, proprio accanto a lui di nuovo concentrato sul telefono. Esasperata prendo le cuffie e mi persi in un mondo di musica, lontana da quell'arrogante di Zayn. "Sará un lungo, lunghissimo viaggio" pensai esausta.

Un Anno Per Cambiarti[Z.M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora