Capitolo 5

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Lo so lo so sono sparita, scusate, ma scrivere questo capitolo è stato un vero parto.. Spero vi piaccia buona lettura. La vostra lolidragon❤

P.S. commentate per favore mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.

La felpa di Zayn mi stava esageratamente larga, arrivandomi a metta coscia. Profumava di buono, odorava di sapone e di una fragranza maschile indescrivibile, odorava di Zayn. Mi aveva lasciata da sola in quella stanza, permettendomi di cambiarmi. Ripiegai il lenzuolo più e più volte, incurante della forma buffa e totalmente insensata che assunse e mi precipitai fuori dalla stanza. Il corridoio era apparentemente vuoto, ma il mio sguardo cadde su un oggetto a me familiare, la mia valigia si trovava proprio davanti alla porta della mia nuova camera. Sorrisi al pensiero di avere una camera stupenda come quella, avevo sempre desiderato una stanza simile. Andai verso di essa e la aprii, trascinai la valigia dentro, ispirai l'odore di lavanda che emanava quella stanza perfetta e chiusi la porta alle mie spalle. Sistemai il bagaglio sul letto e cominciai a tirar fuori i miei libri, li sistemai con cura sulla mensola sopra l'enorme scrivania proprio di fronte al letto. Presi l'ultimo libro e sorrisi leggermente leggendo il titolo " Città di vetro", il terzo libro della mia saga preferita. Sulla scrivania poggiai il mio album da disegno e il portacolori, infine passai ai pochi vestiti rimasti nella valigia. Aprii l'armadio cominciai a sistemarli in ordine, prima i jeans, poi le magliette, a seguire le felpe e i vestitini? "oh mio Dio dove sono i vestitini?" non potevo crederci, avevo dimenticato i vestitini a casa. Un pensiero mi balenò nella mente e sbiancai, non avevo nulla da mettermi per la serata in casa Malik, non sapevo nemmeno cosa avrei dovuto indossare, Zayn mi aveva detto di non vestirmi troppo elegante, ma di sicuro nessuno degli invitati si sarebbe presentato in jeans e felpa. Feci avanti e indietro per la stanza torturandomi il labbro inferiore con le dita, pensando ad una possibile soluzione. Dopo dieci minuti buoni mi ritrovai con il labbro inferiore distrutto e nessuna soluzione per il mio problema. Decisi di vestirmi, infilai un paio di jeans strappati sulle ginocchia e tolsi la felpa di Zayn, appena persi il contatto con quel tessuto, fui travolta da brividi di freddo che mi spinsero e riprendere la felpa e stringerla al petto, ispirai profondamente godendomi la sensazione del suo profumo. Mi maledissi mentalmente  per quella reazione istintiva, ma il mio corpo non ascoltava la mia mente, così rimisi la felpa, indossai un paio di scarpe da ginnastica e scesi al piano di sotto, cercando qualcosa che potesse aiutarmi. Mi bloccai sull'ultimo gradino delle  scale che davano sull'enorme salotto della casa. Circa quindici uomini sollevavano e spostavano diversi mobili e addobbavano la stanza con decorazioni colorate, un'enorme palla stroboscopica pendeva dal soffitto, la postazione del Dj era stata posizionata proprio dove prima c'era lo schermo piatto gigante. Il divano giallo era stato sostituito da piccoli salottini posti all'estremità della sala, per permettere alle persone di ballare al centro di essa. Una donna dirigeva il tutto severamente, probabilmente era lei ad organizzare le feste di Zayn ogni settimana. "lei può aiutarmi di certo, potrebbe dirmi come si vestono di solito gli invitati oppure potrebbe darmi l'indirizzo di un buon negozio dove comprare qualcosa di adatto per la serata" pensai sorridendo, finalmente avevo trovato una soluzione. Mi avvicinai a lei  e la salutai << hii, my name is...>> non mi fece finire la frase poiché mi urlò qualcosa che suonava come un "non me ne importa nulla di come ti chiami, torna a lavoro" il tutto senza guardarmi. Non mi lasciai intimorire e continuai << i'm sorry, but I..>> fui interrotta di nuovo da quella donna estremamente severa che disse << I said work and shut up!>> le ultime parole le morirono in bocca, non appena mi vide sbiancò, << signorina Lilian, mi dispiace, l'avevo scambiata per una delle addette ai lavori. Sono Margaret Jonson mi occupo delle feste del signor Malik. Posso fare qualcosa per lei?>> disse nervosa. Se questo era il modo in cui trattava coloro che lavoravano per lei, di certo meritava una lezione. Sollevai il mento e la guardai dall'alto in basso, esattamente come lei aveva fatto con me poco prima. << come ti permetti? Con chi credi di avere a che fare ?>> le dissi fingendo indignazione e sdegno e dovevano darmi un premio nobel per la recitazione perché sbiancò immediatamente. Mi gustai la sua espressione mortificata mentre diceva << m..mi dispiace tanto i..io>> la bloccai con un cenno della mano, << preparami un'auto, devo andare in città e metti alla guida qualcuno qualificato>> dissi con altezzosità, senza nemmeno degnarla di uno sguardo. <<s..subito>> balbettò Margaret <<bene>> dissi fingendo di annoiarmi <<sarò qui tra pochi minuti, spero per te che la macchina sia pronta per allora>> mi voltai e tornai al piano superiore. Non riuscivo a trattenere una risata che minacciava di farmi scoprire, corsi in camera mia e non appena chiusi la porta mi lasciai andare. Mi buttai a terra tenendomi lo stomaco, che minacciava di esplodere per le troppe risate, non potevo credere a quello che era appena successo. Una donna risoluta e del tutto severa come Margaret aveva paura della mia reazione. Mi ripresi piano, piano asciugandomi le piccole lacrime che mi scivolarono sulle guance. Non capivo ancora come avessi tutto quel potere; mi diressi verso la scrivania dove c'era la pila di fogli che Taylor mi aveva lasciato. Notai con sorpresa che c'era anche la copia del contratto, lo guardai con attenzione e lessi una delle clausole aggiunte da Taylor " Nel caso in cui la signorina Lilian Castro decidesse di firmare il contratto, la gestione della casa verrà completamente lasciata nelle sue mani, eccetto per eventi programmati dal proprietario della casa stessa, in quel caso avrà potere di decisione solo sui sottoposti del proprietario stesso. Le verrà attribuita una percentuale,decisa dal proprietario, in caso di ristrutturazioni o manutenzioni varie". Leggendo quelle poche righe mi fu tutto più chiaro, "adesso capisco perché aveva paura di me, ho il potere di licenziarla" avere la consapevolezza di ciò mi diede una certa soddisfazione, quella Margaret trattava i suoi dipendenti come servi, si meritava una bella lezione. Sistemai la borsa e mi misi un filo di trucco, scesi al piano di sotto, ma prima feci un bel sospiro, dovevo recitare di nuovo quella parte senza ridere troppo. Scesi gli scalini e l'immagine che mi si parò davanti mi divertì, Margaret, presa dal nervoso, camminava avanti e indietro borbottando qualcosa in inglese che non capii, mentre i suoi sottoposti sghignazzavano divertiti. Appena Margaret si accorse che mi trovavo al piano terra, quasi le venne un infarto.  La sorpresi da dietro dicendole << è pronta la mia auto?>> si girò di scatto e balbettando disse << S..si signorina la m..m..macchina la sta aspettando fuori>> mi limitai a farle un cenno <<good job guys, see you later>> dissi agli addetti, che a loro volta mi salutarono calorosamente. Uscii da quella casa soddisfatta per aver dato una bella lezione a quella donna, impaurendola fino a farle mangiare le unghie. Due occhi grigi mi fecero rabbrividire, lo scimmione che mi aveva trascinato di peso a casa mia adesso era appoggiato sopra l'auto che avrebbe dovuto portarmi in città. Non appena mi vide mi venne incontro e io istintivamente indietreggiai, mantenendo sempre un'espressione fiera. Se c'era qualcuno che mi spaventava quello era lo scimmione, ma di certo non glielo avrei mai mostrato, non avevo alcuna intenzione di dargli una soddisfazione simile, il mio orgoglio smisurato ne avrebbe risentito molto. << signorina Lilian l'auto è pronta>> mi disse con noncuranza indicando l'auto. Lo scrutai attentamente per qualche secondo << hai intenzione di sollevarmi di peso un'altra volta o mi permetterai di camminare ?>> lui parve leggermente a disagio, con le mani torturava il bordo del suo cappello da autista, poi sollevò lo sguardo e senza esitazione disse << mi dispiace, non avrei dovuto trattarla in quel modo, ma era la procedura più rapida per sfuggire ai paparazzi>>  stava dicendo la verità, la sincerità di quelle parole mi colpì leggermente e non riuscii a dire nulla, ma per fortuna fu lui a parlare per primo <<sono stato anche scortese, non mi sono ancora presentato, sono Gerald Fell >> mi porse la mano e la accettai sorridendogli, dopotutto non era così spaventoso come credevo, ma c'era qualcosa nei suoi occhi che mi faceva pensare al gelo, al freddo più glaciale, erano come spenti. <<piacere conoscerti Gerald>> lui sorrise debolmente, quasi come se fosse in imbarazzo, <<mi segua signorina Lilian>> alzai gli occhi al cielo, ma cos'ero? Una principessa? <<Gerald ti prego, chiamami soltanto Lilian>> lui annuì e mi aprì la portiera dell'auto. Il viaggio durò molto, ma lo passai discutendo con Gerald della festa, gli dissi di non sapere cosa indossare per la festa e lui stranamente informato, mi fece tutta lista di negozi che avremo visitato quel giorno. Io e Gerald legammo subito, nonostante la differenza di età era un tipo molto divertente e alla mano. L'dea di andare a fare shopping non mi piaceva molto, non avevo mai amato tutta quella frenesia di vestiti e negozi. Si prospettava una giornata stressante e avevo pienamente ragione, avevamo girato per tutti i negozi nominati da Gerald, ma ogni volta che cominciavo a provarmi un vestito sentivo il desiderio di scappare da quel negozio, così siamo ritornati a casa con niente in mano. Salutai Gerald e lo ringraziai per aver sopportato i miei capricci. Dovevo proprio comprare dei vestiti, il mio armadio stava piangendo, ma proprio non riuscivo a sopportare tutto quel vesti e rivesti. Entrai in casa sospirando e quasi mi venne uno shock, la sala era incredibile, le pellicce erano state tolte dalle pareti e al loro posto vi erano dei quadri astratti che si abbinavano perfettamente all'ambiente da discoteca che si era creato. La stanza appariva molto più grande di quanto già non fosse. "dai forse si vestiranno anche loro con jeans e maglietta" pensai cercando di incoraggiare me stessa senza riuscirci. Le ore passavano e di Zayn non si vedeva neanche l'ombra, per l'ansia mi mangiai quasi tutte le unghie, non volevo uscire da quella stanza, ma la musica già pompava nelle casse e un gran chiasso mi fece intuire che gli invitati erano già arrivati, mi presi di coraggio e uscii in corridoio. Una coppia si stava baciando con foga proprio davanti alla porta della prima camera degli ospiti, la ragazza gli allacciava le gambe attorno alla vita, mentre il ragazzo tentava inutilmente di aprire la porta <<merda! è già occupata>> imprecò passando alla porta successiva, che si aprì tranquillamente, i due scomparirono dal corridoio e io aggrottai la fronte, pensando con disgusto che Zayn voleva a tutti costi darmi una di quelle camere. Mi avvicinai alle scale e senza uscire del tutto spiai la festa. "oh mio Dio" sbiancai, le ragazze alla festa indossavano tutte dei vestiti strettissimi, che mettevano in risalto le forme, nessuna di loro indossava i jeans. Indietreggiai e tornai indietro, di certo non potevo andare alla festa vestita in quel modo. Stavo per chiudermi in camera, quando un ragazzo mi bloccò, mi voltai, aveva il fiatone, probabilmente aveva corso per raggiungermi, portava con se un pacco. <<Lilian Castro giusto?>> faticava a parlare <<si sono io>> dissi con fermezza. <<questo è per lei>> mi diede il pacco e se ne andò senza salutare. Tornai in stanza e osservai bene la scatola, era bianca, semplice con una piccola incisione oro sul bordo, "", non capii a cosa o a chi potesse riferirsi, ma non ci pensai più di tanto. Aprii la scatola e rimasi scioccata, non potevo credere ai miei occhi, dentro quella scatola vi era un vestito blu, lo tirai fuori e lo ammirai. Mi arrivava alle caviglie, uno spacco enorme partiva da metà coscia fino a raggiungere la fine del vestito, la scollatura a cuore era coronata da brillantini che scendevano a cascata fino alla vita. Ne restai affascinata, era lo stesso che avrei dovuto provare quel giorno, ma scappai dal negozio prima di sorbirmi i commenti della commessa. Subito dopo mi chiesi chi fosse stato a spedirmi una cosa simile, cercai nella scatola e notai subito un bigliettino, era stato arrotolato e legato da un nastro blu, i bordi erano leggermente bruciati. Mi affrettai ad aprirla e lessi.

Un Anno Per Cambiarti[Z.M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora