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"La gente di mare non è gente facile alle trabocchevoli gioie. Nel mare vi è per loro sempre celato il senso della morte e dell'incomprensibile infinito a dare malinconia". Non era stato l'abbronzato pescatore che sistemava le reti protagonista del sogno di Luce a pronunciare queste parole, era la solita voce.
"Ora basta", si disse. Non poteva più tenere tutto per sè. Altrimenti sarebbe scoppiata. Ma a chi poteva dirlo? Lanciò un'occhiata all'orologio: i suoi non erano ancora usciti, ma scartò quell'ipotesi. Era sicura che non avrebbero dato peso alla questione, o gliene avrebbero dato troppo. Pensò che avrebbe potuto correre fino alla spiaggia dove sperava di trovare Stefano e Deborah da soli per poter parlare prima che arrivassero gli altri. Pensò a Ste e Debby perchè erano gli unici, oltre Rebe, a sapere cosa era successo il giorno dopo ferragosto. Poi le venne in mente Leo. Lui e Debby erano sempre insieme, così come Rebe stava sempre attacata a Ste. Decise che avrebbe aspettato la sera anche perchè era il primo giorno delle loro olimpiadi ed era sicura che sarebbero arrivati tutti molto presto.

Scese lentamente i gradini che portavano alla spiaggia. Intanto ragionava sulle gare: quel giorno si sarebbero disputate quelle di nuoto e di nuoto sincronizzato. Si bloccò: quell'anno erano dispari! Corse in spiaggia e trovò tutti preoccupati per lo stesso motivo.
Mentre stavano discutendo su come risolvere la questione, Luce raccolse distrattamente una pallina che rotolava verso il mare e la rispedì al mittente: una bambina di circa un anno seduta sotto un ombrellone colorato.
- Merci, merci!
A parlare era stato il ragazzo biondo che si stava avvicinando al loro gruppetto.
- Parlez-vous française?
Tutti si guardarono. Lo avevano fatto alle medie, ma quello che ricordavano erano all'incirca tre parole: oui, merci e bonjour. Qualcuno arrivava a chiedere "Comment t'appelles?" ma da lì al riuscire a parlare con un ragazzo francese...
Luce, invece, si fece subito avanti: grazie ai numerosi viaggi in Francia aveva cominciato a studiarlo da piccola e non aveva più smesso. Fu subito chiaro a tutti che i due si sarebbero intesi benissimo. La ragazza parlava in modo fluido e con una buona pronuncia, capendo, almeno apparentemente, tutto quello che veniva detto rapidissimamente, e che ogni tanto traduceva:
- Si chiama Etienne e ha 16 anni, quella sotto l'ombrellone è sua sorella Alizèe che ha undici mesi. Vengono da Parigi, è la prima volta che fanno le vacanze in Italia e stanno nel B&B sull'Aurelia verso casa mia.
Tra un riassunto in italiano e l'altro, passavano parecchie frasi in francese. Fino a quando:
- Ragazzi ho un'idea! Facciamo partecipare Etienne: così anche i maschi saranno quattro!
Velocemente i ragazzi presero la decisione e Luce si affrettò a tradurla. Etienne si dimostrò subito entusiasta e si fece spiegare in cosa consistevano le varie gare.
Decisero di disputare prima le gare femminili, cossicchè Etienne potesse capirle meglio.
- Pronte?... Via!
Le ragazze erano entrate in acqua fino al ginocchio e al via erano partite a stile libero. Per le olimpiadi stavano sempre nella spiaggetta in fondo, l'ultimo triangolo di terra, davanti al condominio di Ste e Rebe, separato da quella grande da una serie di stabilimenti privati. In questo modo sfruttavano le boette per le loro gare: quella di nuoto consisteva nell'arrivare a una boa rossa, toccarla e tornare a riva, fuori dall'acqua.
Come Rebecca aveva preannunciato, Luce arrivò prima, e lei ultima.
Partirono i maschi. Era più difficile prevedere il loro vincitore perchè normalmente arrivavano quasi insieme. Questa volta la spuntò Leo, seguito da Etienne, Renzo e Stefano. Stefano si sentì strano: non era mai arrivato ultimo. E poi... doveva pur avere un po' di forza nelle braccia se era riuscito a portare Luce in superficie, quando stava annegando. La guardò. Stava parlando in francese stretto con Etienne. Colse poche parole, ma dall'espressione e dai gesti capì che si stava complimentando.
Partirono le ragazze a dorso.
A Luce non piaceva perchè non vedeva dove andava. Così decise che non avrebbe sprecato le energie che le sarebbero servite per il delfino. Vinse Debby e Rebe ottenne il terzo osto. Luce si mantenne in coda.
Partirono i maschi. Con suo grande disappunto Stefano riuscì solo a sostituirsi a Renzo nella terza posizione, mentre Etienne conquistò la vetta del podio, lasciando il secondo posto a Leo.
Era arrivata la volta della rana. Ancora una volta Luce si tenne ultima, lasciando la vittoria a una felicissima Rebecca.
I maschi mantennero la classifica precedente, con grande rabbia di Stefano, che sperava di recuperare un po' nel delfino, sapendo che Renzo e Leo non erano particolarmente forti.
L'ordine di arrivo del delfino, come sempre vide un grande distacco tra Luce, che adorava questo stile, e Debby, seguita a ruota da Lucia e, infine, Rebe.
Anche tra i maschi, il primo, Etienne, ottenne un buon vantaggio su Ste. A chiudere Leo e Renzo, quasi in contemporanea.
Come al solito, si fermarono per una pausa prima di continuare con le gare di nuoto sincronizzato che si tenevano nel pomeriggio.
Durante tutto il pranzo Luce parlò solo con Etienne, praticamente ormai non traduceva neanche più. Gli altri si adeguarono pensando che lo facesse per non far sentire il ragazzo escluso. Solo Rebecca, come sempre maliziosa, notò lo sguardo del fratello e decise di intromettersi, sopravvalutando il francese imparato in un anno di liceo linguistico.
Cominciò a parlare solo dopo aver ascoltato solo un paio di frasi e quindi variando dall'oggetto del discorso, ma soprattutto infilando strafalcioni e parole inventate. Gli altri due ragazzi non glielo fecero notare per gentilezza, ma si scambiarono un paio di sorrisini. Essendosi inserita, Rebe cercò di trascinare il resto del gruppo nella conversazione e proponendosi come traduttore. Stefano, adducendo come scusa la scarsa fiducia nella sorella, chiese a Luce di fargli da tramite.
- Puoi chiedergli quali sono i suoi sport preferiti?
La risposta non tardò ad arrivare, subito tradotta:
- Decisamente il nuoto, lo faccio a livello quasi agonistico, ma senza allenatore.
- Wow, e quanto ti alleni?
- Due ore ogni giorno, sabato e domenica tre.
Luce non dovette tradurre la risposta di Ste perchè questo era rimasto a bocca spalancata e Etienne aveva capito talmente bene che era scoppiato a ridere.
- E la scuola?
Questa domanda arrivava da Renzo che doveva combattere non poco per praticare la vela a livello agonistico.
- Be, non è un grande problema... Non ci metto mai più di due ore a fare tutto, ma spesso anche molto meno.
A quel punto furono tutti a rimanere senza parole.
Si riprese per primo Leo che propose di continuare le gare, visto che erano già le quattro.
Era il turno del nuoto sincronizzato: si mettevano in coppia e avevano un quarto d'ora per preparare le evoluzioni. Poi, visto che gareggiavano nuovamente divisi tra maschi e femmine, i ragazzi davano dei voti alle coppie femminili e viceversa. La somma dei voti dava il punteggio finale delle coppie.
Rebecca e Lucia presentarono una sequenza di figure di gran lunga superiore di quelle di Deborah e Luce che non riuscirono a smettere per un solo momento dell'esibizione di ridere. Nonostante ci fossero tre ragazzi che avrebbero dato volentieri il massimo a quest'ultima coppia, giudicarono imparzialmente e Rebe ottenne la sua seconda vittoria.
Vedere le esibizioni maschili fece ridere tutta la compagnia. Renzo e Leo si muovevano goffamente tentando di coordinarsi. Stefano e Etienne avevano avuto non pochi problemi a capirsi, ma Luce si era inserita e traduceva tutto quello che Etienne ordinava di fare. Il francese pensò ed eseguì una serie perfetta di esecuzioni seguito in qualche modo dal compagno, ottenendo così la vittoria.
Ancora una volta tutta l'attenzione era rivolta al nuovo arrivato che si era dimostrato una vera sorpresa. Spiegò che aveva fatto cinque anni di nuoto sincronizzato.
- E come mai hai smesso?
- Ma... In realtà... Ormai avevo finito tutti i livelli e per trovare altri ragazzi mi sarei dovuto trasferire e aggiungere in una squadra già formata da tempo. Così ho deciso di dedicarmi solo al nuoto... chiamiamolo di velocità.

La giornata era passata in fretta. La famiglia di Etienne era già ritornata al Bed&Breakfast, così Luce, che doveva passare di lì, si offrì di accompagnarlo. Li videro allontanarsi chiaccherando fitto fitto e Stefano provò una strana sensazione che, per il momento, non si seppe spiegare.

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