24

9 3 0
                                    

"Ma il vero faro dei nostri sogni è la piccola, esile lanterna isolata tra i marosi su una costa rumoreggiante, perduta in capo al mondo, staccata dalla costa raggiungibile solo in barca, visitata solo dai gabbiani e abitata da un vecchio marinaio in pensione allietato da una cantina, una biblioteca, una radio e dalla posta una volta la settimana; un minareto delle coste dove solo i fedeli della solitudine possono vivere, celebrando i riti dell'accensione e dello spegnimento in nome della rinuncia al mondo". Le parole provenivano dal faro che con un fascio di luce bianca tagliava la nebbia? No, la voce era la solita, soffusa e che veniva da tutte le parti e da nessuna, per poi inabissarsi nel mare, punteggiato dagli scogli neri e quasi macchiato in alcuni punti di bianco.
Ma questa volta Luce non fece attenzione al sogno e uscì in fretta da casa: dove passare a prendere Etienne.

Era il giorno delle gare con i materassini. La prima era quella di velocità, divisi tra maschi e femmine. Cominciarono queste ultime, sdraiate a pancia in giù e remando con le mani sullo stesso tratto della gara di nuoto. Ancora una volta Luce sbaragliò tutte. E così Etienne nella sezione maschile.
Mentre mangiavano, Stefano osservò i due vincitori che chiaccheravano seduti vicini. Lei era abbronzatissima e metteva in risalto il pallore del ragazzo e la chiarezza dei suoi capelli.
"Però hanno tante cose in comune anche fisicamente," notò Ste. Stesse spalle da nuotatori, stesse braccia muscolose e stessi occhi azzurri. Guardò con più attenzione: il colore non era lo stesso. Etienne li aveva azzurro ghiaccio.  "Come Luca," si ritrovò a pensare. Luce più scuri, ma non blu, erano del colore del mare. Se quelli di lui gli facevano sentire freddo, quelli di lei gli sembrava trasmettessero calore, forse lo stesso che trasmetteva quando sorrideva.
- Ahia! Ma cosa fai?!
Rebe gli aveva tirato una forte gomitata nello stomaco.
- Tra un po' le farai un buco in faccia, oppure stai cercando di farlo a lui?
- Smettila! Perchè ti intrometti sempre? Riesci per una volta, una soltanto, a farti i fatti tuoi?!
- Ehm fratellone... Stai urlando...
Stefano diventò bordeaux, farfugliò che doveva andare a buttare la carta del panino e si allontanò in fretta.

Il pomeriggio fu più tranquillo, diviso tra la gara di equilibrio e di "scodellamento": la prima consisteva nel rimanere in piedi in equilibrio sul materassino il più a lungo possibile. L'ultima a cadere fu Rebe, che probabilmente sarebbe rimasta in piedi molto più a lungo se il fratello non l'avesse buttata giù con un:
- Tanto ormai hai vinto.
La seconda gara, invece, consisteva nel cercare di buttare giù il compagno dal materassino. I maschi stavano in acqua e vinceva il primo che riusciva a  buttare in acqua la ragazza. Tra le femmine vinceva chi resisteva di più. Leo ottenne la vittoria dei maschi, anche se Debby era caduta più per le risate che per gli sforzi del suo ragazzo. Rebecca si aggiudicò la vittoria femminile, con il povero Stefano che le aveva provate davvero tutte per farla cadere, ma senza potere nulla contro la capacità di trasformarsi in una vera e propria cozza della sorella. Ancora una volta Luce accompagnò Etienne al B&B poiché passava di lì per andare a casa. Mentre salutavano la compagnia Stefano ricevette un'altra gomitata, stavolta nel fianco. Quando si girò Rebecca gli sussurrò:
- Sei diventato nero. Cerca di contenerti un po'...
- E piantala! - la spintonò lui, finché non finirono entrambi in acqua vestiti, con un'espressione a metà tra l'arrabbiato e lo stupore.

LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora