10 ANNI PRIMA
Lei, il padre, la madre erano andati a vedere i fuochi d'artificio. Si erano seduti sulla spiaggia e avevano aspettato il primo scoppio. Quando la prima cascata rossa e verde aveva illuminato il cielo, Luce aveva sgranato gli occhi ed era rimasta a bocca spalancata in estremo silenzio ad osservare ammaliata. Non si muoveva neanche, quasi che il più piccolo rumore potesse rovinare l'incanto.
L'ultimo fragoroso scoppio. Il silenzio era calato sulla spiaggia, anche il cielo era muto. Allora si era alzata in piedi e aveva cominciato ad applaudire con le sue manine paffute. Da lì a qualche minuto tutta la spiaggia si era unita a lei. Tutti avevano seguito il suo esempio.§§§
Si era già accorta dell'acustica che faceva risuonare i botti a destra e a sinistra fossero stati tre? No, ne era certa, non l'aveva mai notato. Perchè si sentiva lo scoppio rimbombarle nella pancia? Era tesa come una corda di violino e non capiva, nè sentiva più niente al di fuori di quegli spari assordanti. Resistette a denti stretti fino a quando non cominciò la veloce serie di fuochi dall'acqua e dal cielo. Lanciò un urlo e scappò. Non si era accorta di quello che stava facendo, le sue gambe avevano cominciato a correre e mentre gli amici la guardavano allibiti, lei era già in cima al paese e stava correndo verso casa. Si fermò solo quando non sentì più nessun rumore. Allora si sentì stupida, tremendamente stupida. Che cosa le era successo? Perchè era scappata? Perchè si sentiva uno straccio, un inutile, stupido, insignificante straccio per la polvere? Accarezzò l'idea di non tornare in spiaggia, di andare subito a casa. Ma cosa avrebbero detto i suoi genitori? Sapeva che erano rimasti svegli, accoccolati sul divano del terrazzo ad ammirare lo spettacolo da lontano. Le avrebbero chiesto perchè era tornata così presto e avrebbero notato anche che qualcosa non andava, che era sconvolta. Le avrebbero fatto un sacco di domande. No, non era quello che voleva. Loro non dovevano sapere niente di quella storia, dovevano starne fuori. Ma nemmeno l'idea di tornare in spiaggia la allettava. Chissà che cosa avrebbero pensato i suoi amici di lei. Dopo quello che aveva fatto non si sarebbe più sentita di salutarli, figuriamoci di tornare da lui come se non fosse successo nulla. Quello che voleva era ragionare con se stessa, prendere le distanze da tutto e da tutti e sedersi al buio a riflettere. Alla fine decise a malincuore di andare a salutare gli amici inventandosi un forte dolore all'appendice. Sperava che questo sarebbe bastastato a spiegarsi e che nessuno volesse approfondire. Poi sarebbe andata in un qualsiasi posto silenzioso e buio a "chiacchierare" con se stessa. Le sembrò la cosa migliore.
Lentamente ritornò sui suoi passi, fino a raggiungere i suoi amici che erano rimasti sulla spiaggia a guardarsi in faccia, ancora increduli per l'accaduto.
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Luce
FantasiaIncorniciata dallo splendido scenario ligure e con qualche pennellata d'amore, la storia dell'estate più speciale di una ragazza normalissima. O forse non così tanto normale...