<Credo sia questo, ...credo> dico sussurrando per poi entrare nell edificio, ma una guardia mi ferma.
<Scusa, dove stai andando?> mi dice l'uomo vestito di nero all'entrata, con la mano verso di me.
<Oh scusi, mi perdoni. Io sono la ragazza che hanno chiamato per sostituire la makeup artist che oggi non è potuta venire> dissi accennando un sorriso molto timido, e allungando il biglietto da visita che l'uomo di ieri sera mi aveva consegnato con tutte le informazioni.
<Nome?> chiese con un occhio leggermente serrato.
<Still, Rebecca Still> arrossendo.
<Posso avere una carta di riconoscimento?> allungò la mano.
<Oh si, scusi devo solo...> dissi imbarazzata per le troppe borse che avevo addosso.
Cosi, non riuscendo a trovare il portafoglio, appoggiai alcune borse a terra e dopo aver cercato con le mani libere, finalmente gli diedi la cartà d'identità.
<Prego, può entrare signorina Still, le auguro buon lavoro> mi disse aprendomi la porta affianco a me.
Camminai con le mie borse in mano, ed osservai attentamente tutte le persone che correvano, quelle che attaccavano cartellini, che spostavano sedie, e chi invece stava ancora montando la passerella, chi stava aggiustando le luci; e mentre camminavo impacciatamente, rischiando di cadere, per colpa di alcuni fili a terra, un ragazzo arrivò verso di me, cercando di capire chi fossi.
<Scusami, tu chi sei?> chiese un ragazzo di colore con delle cartelle in mano.
<Io sono la sostituta della makeup artist> dissi impacciatamente.
Cavolo, che stupida che sono a balbettare...
Sono sicura che ora mi prenderà di mira.
<Oh grazie al cielo, la hanno trovata. Come ti chiami?> mi disse agitando la mano, mentre con l'altra si faceva aria.
Ok, ne sono sicura, è gay.
<Rebecca> risposi tranquillamente.
<Bene, vieni con me, veloce. Anzi aspetta, Jennifer, Robbie. Venite qui, portate queste borse in camerino, io la porto dai modelli> e mentre I due ragazzi mi presero tutto dalle mani, senza che io volessi, appena sentii la parola 'modelli' arrossii cosi tanto che il ragazzo che mi stava trasciando via se ne accorse e si mise a ridere.
<Non modelli umani, quelli cartacei> mi riferì, facendomi rilassare.
<Ok, beh questi sono I modelli, dovete abbinare I colori daccordo? Le altre hanno già fatto, hai 20 minuti per abbinare I tuoi che sono questi> disse tirando fuori 7 carte.
<Fra poco ti porto qui gli altri due truccatori, e saremo apposto. Oh scusa, questo è il tuo pass, scrivici il tuo nome, cosi puoi andare ovunque. Buon lavoro> rispose come ultima cosa prima di sparire alla velocità della luce dietro dei teli.
Ma appena lo sentii alzare la voce mi preoccupai.
"Santana! Torna a completare le luci!"
Scrissi il mio nome nel cartellino, e poi lo rimisi dentro alla plastica dove era tenuto, cosi alla fine lo misi al collo.
Mi rilassai, cercai alcune delle mie borse e trovata una matita e dei pantoni mi misi a colorare e pensare velocemente, sempre pensando ad un piano di riserva per tutti I modelli.
Spostai leggermente la canottiera nera dato il caldo e appena finii di colorare un angolo di ombretto blu, sentii delle voci alle mie spalle.
<Oh, eccola qui. Questa è Rebecca, la sostituta, loro sono Julio e Scarlett> ed arrossendo strinsi la mano ai due ragazzi innanzi a me.
Si presentarono anche loro e poi data l'ora, molte persone arrivarono attorno a noi.
Parlavano molte lingue diverse, scommetto che data la loro bellezza, fossero I modelli e modelle per la sfilata.
Cercai le mie borse per prendere I miei pennelli e tutto il necessario, ma notai che anche altre cose erano disposte sul mio tavolino, tra cui trucchi e salviettine.
<Bene, avete due ore a partire da adesso. Non sprecatele, devo solo...> iniziò a fare qualcosa col dito indicato contro di loro, ma si fermò perchè una ragazza lo chiamò ad alta voce.
<Omar, abbiamo un problema con le luci> correndo verso un'altra direzione del palco.
<Santana, giuro che me la paghi>correndo per raggiungerla.
<Ok ragazze, dobbiamo essere veloci. Le acconciature le hanno fatte, ora serviamo noi a fare I miracoli. Avanti, leggete un modello della vostra lista e chiamatelo> cosi feci come mi disse.
Abbassai la testa e cosi lessi Il primo nome.
<Mitchell Slaggert> alzai la testa e un ragazzo biondo venne verso di me, lo feci sedere e arrossendo iniziai a truccarlo.
<Sei nuova? Non ti ho mai vista?> rivolgendosi a me sorridendo.
<Ehm, si. È la prima volta che faccio una cosa cosi> alzandogli leggermente il mento per stendere della crema illuminante.
<Ti trovo adorabile- e guardando il cartellino finì- Rebecca> per guardarmi negli occhi, mettendomi leggermente a disagio dati I suoi occhi chiari.
<Scusa, potresti girare la testa leggermente a destra?>infuocando il mio viso e prendendo ancora cipria trasparente.
<Hei, stai tranquilla. Se sei qui vuol dire che sei brava. Fai del tuo meglio e rilassati> mi disse prendendomi I polsi e guardandomi in viso, dopo aver notato il mio essere goffa e a disagio.
<Grazie> sorridendo normalmente.
Finii tutto liscio, e stranamente con gli altri modelli e modelle parlai tranquillamente.
Aveva ragione.
Dovevo solo tranquillizzarmi.
Chiamai l'ultima ragazza e poi sarebbe finita per adesso.
<Karly Loyce> dissi, per poi trovarmi davanti una ragazza bellissima.
Stesi del fondotinta, applicai l'ombretto e mentre stavo maneggiando con la terra e l'illuminante sentii un grido provenire affianco a me.
<Ma cosa?!>
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Makeup Artist || Michael Clifford
General FictionOre 21.30 Las Vegas. Tutto sta per cominciare, ma come al solito, qualcosa deve andare storto.