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Misi l'ultimo tocco di mascara ed ero pronta per andare da Kristen; feci qualche movimento con le gambe, e misi tutto quello che avevo usato dentro al contenitore con tutti I miei trucchi personali.
Chiusi la zip di esso, ed uscii dal bagno per andare in camera mia e preparare tutto quello di cui avevo bisogno per andare a lavoro.
Misi il cellulare, le cuffie, il portafoglio e alcuni pacchetti di fazzoletti all'interno della mia borsa nera con le borchiette color oro, e controllai che dentro alla valigietta argentata ci fossero tutte le cose.
Notai che c'era tutto l'occorrente, cosi presi I miei stivaletti neri che misi in esattamente due secondi, e mi alzai dal letto su cui mi ero seduta precedentemente.
Presi il mio giubotto in jeans, lo indossai e fui pronta per andare.
<Sam io vado, ci vediamo dopo> dissi alzando la voce per farmi sentire dalla mia coinquilina.
<Torno verso le sei, tieni le chiavi> mi rispose Sam raggiungendomi alla porta.
<Perfetto, grazie mille a dopo> dissi dandole un bacio sulla guancia.
Cosi dopo esserci salutate a vicenda, chiusi la porta dietro di me dopo essere uscita, e mi incamminai verso la casa di Kristen.
Misi un piede dopo l'altro fino a che arrivai davanti al cancello conosciuto.
<Hey Jim, sono Rebecca> dissi alla guardia davanti all'enorme cancello.
<Ciao tesoro, perchè cosi presto?> mi chiese dopo avermi aperto.
<Oh, Kristen mi ha detto di venire adesso, forse vuole fare qualcosa di particolare> risposi accennando una risata che contagiò anche lui.
<A dopo gioia> rispose alla fine per congedarmi.
Chiusi il cancello nero e proseguì fino ad arrivare alla porta d'ingresso, che mi venne subito aperta dopo aver sentito il campanello suonare.
<Ciao, Kristen ti aspetta nella solita stanza> mi disse Maria.
<Vado, grazie mille e buon lavoro> risposi alla domestica che mi sorrise dolcemente.
<Anche a te cara> sentii appena iniziai a salire le scale.
Appena arrivata al piano superiore, camminai fino a che trovai la stanza ed entrando notai Kristen parlare al telefono, cosi appena vide la mia figura, mi salutò con una mano sorridendomi.
Ricambiai il saluto e posai tutto negli appositi spazi, cercando di fare il meno rumore possibile.
Appena chiusa la chiamata, non sentii più nulla.
Cosi mi girai e trovai la ragazza che mi fissava incessantemente; cosi la guardai aggrottando le sopracciglia e alla fine mi disse "Non devi dirmi qualcosa?".
<In che senso? Ho fatto qualcosa di male?> preoccupandomi all'istante.
Se perdevo questo lavoro ero spacciata.
Nel vero senso della parola.
<Ieri sei andata alla sfilata, giusto?> chiese accavallando le gambe.
<Si, perché?> non capendo ed appoggiando il mio fondoschiena al mobile dietro di me.
<Hai fatto qualcos'altro apparte truccare e preparare le persone?> chiese scrutandomi divertita.
Oh, l'ha saputo anche lei evidentemente.
<Siii...beh, in un certo senso ho sostituito pure qualcun'altro> dissi grattandomi la testa con un dito e facendo smorfie buffe con la bocca.
<Rebecca, allora. Te lo devo dire per forza. Non ti ho chiamato qui per truccare o quant'altro, ma perchè l'uomo con cui hai parlato due giorni fa vuole parlarti> disse Kristen alzandosi dalla sedia ed avvicinandosi a me preoccupata.
Spalancai gli occhi e mi immobilizzai.
La guardavo, ma non muovevo un muscolo.
<Rebbecca, ascoltami, secondo me non vuole dirti niente di sconvolgente o cattivo. Forse vuole solo sapere cosa era successo, non lo so nemmeno io il perchè vuole parlarti> disse alla fine abbracciandomi calorosamente.
Senza che ebbi tempo di pensare ricambiai anch'io, e ne fui sorpresa, perchè disolito non riesco a sbloccarmi in queste situazioni.
Penso sempre al peggio per riuscire a prepararmi psicologicamente.
<Ok beh, devo prendermi le mie responsabilità, quindi ci parlerò e vediamo cosa succede> dissi alla ragazza che mi sorrise.
<Dai, forse non è nemmeno qualcosa di cattivo, le probabilità sono cinquanta e cinquanta> rispose.
Poi pensai che aveva ragione, perchè se l'uomo aveva chiesto a Kristen di vedermi non voleva dire che fosse qualcosa di cattivo per forza, anche se il mio interiore premeva su quello.
<Signorine, ci sono ospiti> disse Maria sbucando da dietro la porta.
Cosi, prendendo a braccetto l'altra ragazza, mi incamminai verso la sala delle riunioni.
Arrivammo a destinazione, e prendendo un lungo respiro, entrai oltre quella porta per seconda, dando la precedenza alla padrona di casa.
<Buongiorno a tutte e due> parlò l'uomo che avevo conosciuto due giorni fa.
<Buongiorno> sussurrai.
Cosi dopo aver fatto I saluti e tutto il resto, l'uomo di concentrò su di me.
<Allora, mi può spiegare cosa è successo ieri sera, ovviamente dal suo punto di vista?> mi chiese alzando un sopracciglio ed appoggiando I gomiti sul tavolo.
Un colpo al cuore.
Cosi, come al solito, iniziai a balbettare.
<Beh i-io, stavo facendo il mio lavoro m-ma, una modella non si era presentata, e c-cosi hanno deciso che potevo sostituirla per non far sfigurare l'intera sfilata e-e il nome del marchio> dissi a bassa voce essendo scrutata attentamente dall'uomo davanti a me.
<Perfetto. Posso solo dirle una cosa?> continuò alzando leggermente la voce, fino a far preoccupare Kristen affianco a noi.
Annuii volendo prendermi le mie responsabilità, ma appena sentii quella parola ebbi un altro colpo al cuore.
<Grazie> disse sorridendo amorevolmente e facendo spalancare gli occhi e girare la testa a Kristen.
<C-Cosa?> chiesi non capendo la situazione.
<Senza di lei non avremmo potuto finire: lei ha salvato la situazione di una delle sfilate più importanti in questo periodo. E non posso che esserle eternamente grato per questo> mi disse per poi sorridermi.
<Ma ne è sicuro? Non vuole denunciarmi? O cose cosi?> dissi senza pensare.
<E perchè dovrei. Ah, e devo chiederle un'altra cosa molto importante>disse guardandomi negli occhi.
<Si, dica pure> dissi non capendo se fosse veramente un sogno.
<Ha mai pensato di proseguire una carriera da modella? Sa signorina, ha molte qualità nello sfilare, e ha quelle piccole cose che la rendono diversa ed unica in confronto a tutte le altre> mi chiese.
<Ehm, non credo che-> dissi dopo esser diventata rossa per l'imbarazzo.
<Non credo cosa Rebecca?! Ovvio che lo farebbe> finendo per rivolgersi al signore davanti a me.
<Ma sono timida e non so-> ma non feci in tempo a finire, che venni interrotta da una voce bassa e maschile.
<Stia tranquilla, le affiancheremo un manager ed una modella professionista, cosi che lei impari. Sa, ieri si è differenziata cosi tanto che I media si chiedono ancora chi lei sia. Non avevano mai visto il suo volto, quindi è normale, ma pensi a tutti I paesi che potrebbe visitare. A tutte le persone che potrebbe incontrare, ed a tutte le cose che potrebbe comprare con uno stipendo molto più elevato> finii l'uomo.
Ok, lo ammetto, era molto allettante e in queste situazioni se non sai cosa fare, ti butti d'istinto.
Cosi mentre pansavo se accettare o no, solo una parola rimbombava nella mia testa.
Accetto?
<Accetto> dissi sorridente notando altri due volti felici.

Makeup Artist || Michael CliffordWhere stories live. Discover now