Capitolo 4

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- Ottimo direi, il piano sta proseguendo per il verso giusto - una voce maschile incredibilmente rauca e bassa interrompe il profondo sonno in cui mi sono catapultata. Sbatto gli occhi un paio di volte cercando di mettere a fuoco l'area a me circostante, con risultati molto scarsi. Ho un terribile e allucinante mal di testa che mi toglie il respiro. Poggio la mano sul capo come se quest'azione fosse in grado di alleviare anche solo minimamente il dolore.

- Siamo già a buon punto, ha rispettato la sua parte dell'accordo- risponde la voce giovanile di un ragazzino. Perchè si trovano in camera mia? Nonostante gli sforzi, non riesco a distinguere niente, come se un'improvvisa nebbia si fosse impadronita della mia vista.

- Non aveva scampo, con o senza il suo aiuto ce la saremmo benissimo cavata, il suo è stato un bonus, possiamo considerarlo come un piccolo e amichevole regalo - riprende freddamente la voce bassa di prima. Penso che la persona in questione sia poco più grande di me, dato il tono maturo , ma con comunque una piccola traccia giovanile.

- Quindi, proseguiamo? - chiede il ragazzino.

- Me ne occuperò io stesso della faccenda - dichiara infine l'altra persona. Le sue parole vengono seguite da un tombale silenzio , che placa il mio malessere. Sbatto gli occhi ancora assonnata tastando il letto per poi mettermi a sedere, continuando ad aprire e a chiudere gli occhi non recuperando minimamente la vista. Cosa mi è successo ? Perchè non vedo niente? Sfrego le mani sugli occhi come una bambina appena sveglia, ma niente, niente di niente. Terribili e strazianti urla femminili giunguno alle mie orecchie, spaccandomi i timpani e provocandomi un atroce dolore al petto, mentre ho la netta sensazione di essere stata traffitta con centinaia di spade nello stesso punto.

Mi sveglio di soprassalto, respirando affanosamente con il cuore in gola, che batte a mille mentre mi metto a sedere fissando le mie mani tremanti. Sento il sangue pulsare continuamente e scorrere a velocità luce nelle mie vene dilatate, come in una corsa di autoscontri. Asciugo con il palmo della mano le perle di sudore , nelle quali sto affogando. La porta della mia stanza si apre di scatto mostrandomi un Isaac preoccupato e pallido dalla testa ai piedi.

- Stai bene?- mi chiede allarmato prendendo il mio viso tra le mani dopo essersi appoggiato con un ginocchio sul mio letto.

- Si,sto bene - dico deglutendo sentendomi la gola secca.

- L'hai sentito anche tu ? - chiedo con il respiro ancora corto a mio fratello. Annuisce guardandosi in giro per la stanza , nonostante il buio ,come in cerca di qualcosa o di qualcuno.

- Perché hai urlato? -mi chiede dopo aver squadrato attentamente la stanza da cima a fondo. Rimango perplessa davanti a questa domanda spalancando bocca e occhi.

- Non sono stata io a gridare! - sentenzio infine.

- Sei stata tu   invece - dice Isaac trattenendo il fiato. Non ci posso credere. Mi sono svegliata di soprassalto sentendo le mie stesse urla ? Non è possibile! Appoggio la mano sulla mia fronte incredibilmente calda,confusa più che mai.

- No!No!No! Io stavo sognando e mi sono svegliata per colpa di queste urla sofferenti. Non posso essere stata io stessa a gridare , capisci?- chiedo speranzosa scuotendo la testa sbattendo le palpebre.

- Cosa hai sognato? - mi chiede visibilmente agitato e nervoso. Vari flashback si insinuano nella mia testa, fino a ricordare tutto per filo e per segno.

- C'erano due persone - comincio agitando riluttante la mano.

- Parlavano di un piano andato a buon fine, che sta proseguendo per il verso giusto - dico citando le parole dette dai due.

- Parlavano di un accordo e di una persona che l'ha rispettato e poi uno di loro ha detto che si sarebbe occupato personalmente della faccenda. Dopo, il sogno è finito , almeno credo. Non sentivo più le voci- dico con lo sguardo rivolto al soffitto

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