Quello che iniziò quella notte

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Ok, allora... da dove posso iniziare? Inanzitutto vi avviso che io non sono Giovanna, sono Roby, so che mia sorella vi ha già parlato di me a modo suo, purtroppo a modo suo.

Comunque, sono venuta a sapere che stava scrivendo questa "storia", solo che... beh, credo abbiate capito com'è fatta.

Voglio evitare che vi dica qualcosa di errato sulla mia vita privata, perchè ebbene si, quello che accadde quella sera fà parte della MIA vita privata.

E so che se dovesse raccontarvi lei di quella sera esagererebbe, romanzando probabilmente molti dei fatti accaduti.

Allora direi quindi d'incominciare raccontandovi cosa accadde da quando Giovi mi lasciò nelle mani di Celine il suo pompatissimo bodyguard.

Mi scortarono dentro il locale, mentre la donna contava allegramente la mazzetta di banconote che poco prima le aveva dato Giovi.

Entrare in quel locale fù quasi un suicidio per me, anche se piacevole come suicidio.

Infatti in ogni angolo era possibile ballerine di lap dance e spogliarelliste intente a fare il loro lavoro, e lo eseguivano più che egreggiamente fidatevi, non credo di essermi mai sentita così in imbarazzo ed eccitata allo stesso tempo in tutta la mia vita.

Venni accompagnata presso una stanza, una delle tante, su cui era scritto "privato", in quel momento deglutì, preparandomi psicologicamente a quello che sarebbe accaduto di lì a poco, avevo la gola secca e sentivo un caldo terribile.

Ci fermammo di fronte a quella porta, poi Celine si rivolse a me con un sorriso fin troppo smagliante per i miei gusti.

"Allora cara, ti spiego velocemente come funziona qui, tu entri, in poco tempo dovrebbe arrivare la ragazza che abbiamo scelto per te, quando arriva dille che tipo di "servizio" vuoi, sai tra lap dance, spogliarello ecc..., come vuoi che venga eseguito lo spettacolo e tutte queste cose, se vuoi sfogarti con del sano sesso sfrenato devi assicurarti che pure lei sia daccordo oppure questo omaccione qui ti spacca in due, tutto chiaro?"

Ammetto che mi sentii abbastanza intimorita quando mi minacciò indicando il bodyguard, ma annui comunque, cercando di non pensarci.

"Perfetto, ora va e divertiti tesoro!"

Il bodyguard aprì la porta, mentre lei mi spinse dentro con una sonora pacca sulla schiena, poi richiusero la porta e mi lasciarono completamente sola al mio destino.

Mi sedetti sul divanetto rosso con le ginocchia che tremavano e l'ansia che cresceva sempre di più.

Da un lato mi piaceva l'idea di avere un simile spettacolo tutto per me, ma dall'altro ero nervosa e non mi piaceva pensare a una ragazza come un'oggetto su cui sfogare le mie frustazioni sessuali.

Quei pochi minuti che dovetti aspettare mi parvero un'eternità, un dolce supplizio da cui non potevo scappare.

Quando finalmente la ragazza che mi avevano assegnato arrivò rimasi sconvolta: era Rose, la ragazza che involontariamente, fin dal primo momento in cui avevo incrociato con lo sguardo il suo viso così perfetto e gli occhi così penetranti, ok probabilmente ero già cotta a puntino, ma questi sono dettagli, continuiamo con la storia.

Quando anche lei si accorse della mia presenza la vidi trattenere una risata.

Lei mi si avvicinò, mentre sentivo il cuore accelerare alla vista del suo abitino striminzito.

"Non credevo che avrei mai potuto trovarti in un posto come questo innocentina, che c'è ti è venuta voglia di masturbarti per bene alla vista di qualche gnocca che si spoglia?"

Etero con le mani in alto (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora