Capitolo quattordici

420 31 0
                                    

Remus era oramai tornato da una settimana dalla foresta proibita. Silente aveva deciso di iniziare le lezioni per aiutare i tre amici nell'impresa di diventare Amimagus: ne aveva trovato uno disposto ad aiutarli.
Il pomeriggio prima della sera della prima lezione, i quattro stavano seduti vicino al lago nero. Erano indecisi sul fare il bagno o no.
-Beh, voi rimanete pure li a non far nulla, io mi tuffo- disse James, che era stanco di aspettare la decisione degli altri.
Cominciò a spogliarsi e si tuffò, sguazzando Remus, Sirius e Peter che stavano ancora seduti avvolti nell'ingombrante divisa nera.
Cinque minuti dopo anche loro erano nell'acqua torbida a nuotare. Il bello di quella situazione era che non si poteva, secondo le regole di Hogwarts, nuotare nel lago.
-Sapete, non sono sicuro di voler diventare Amimagus. Non voglio che tutti sapranno che lo sarò- disse James, mentre galleggiava a pancia all'aria.
-Sì, ci ho pensato pure io. Non sarebbe più bello se studiassimo per conto nostro?- riflettè Sirius.
-Io ho paura. Non voglio che voi facciate tanto lavoro per me- disse Remus.
-Eh dai, Rem! Non fare il lagnone!- ridacchiò Peter.
Quella sera dopo cena i quattro amici erano convinti: volevano incantare Silente in modo da fargli dimenticare tutto. Dopo un'ora di studio e di esercitazioni, solo Remus era in grado di eseguire l'incantesimo Oblivion. Anche James c'era quasi riuscito, ma Sirius e Peter no.
Quando uscirono dal dormitorio per andare da Silente avevano un piano.
Camminarono veloci su per le scale del garigoyle e bussarono alla porta dell'ufficio.
-Avanti- disse la voce profonda e saggia del preside.
Silente era seduto dietro la sua cattedra, con vicino una donna bellissima. I capelli le ricadevano sulle spalle lisci e illuminavano la stanza di un bagliore dorato. James si accorse che la stava fissando da un bel po' quando Remus gli tirò una gomitata.
-Bene, sono contento che sei tornato in te Potter. Ecco, volevo presentarvi la signorina Cassandra Flott. Animagus fin da piccola-.
-Sì, grazie Silente. Sempre troppo gentile. Sono davvero molto lieta di aiutarvi nell'impresa di diventare Animagus. Bene, sedetevi- disse Cassandra spostandosi i capelli dorati dal petto.
-Vorrei per prima cosa darvi una dimostrazione...-.
-Aspetta, Cassandra. Non si sono ancora presentati-.
-Oh, giusto, scusate. Bene, dicevo...-.
-Io sono Sirius Black-.
-James-.
-Remus. Sono io il lupo mannaro-.
-Ah, piacere-.
-Peter?- lo richiamò James.
-Oh, si. Io sono Peter- disse lui, avvampando.
Cassandra li fece sedere, come se fosse lei la proprietaria di quell'ufficio.
-Bene, dicevo. Vorrei darvi una dimostrazione del mio potere- disse fiera.
Si sistemò nel centro della stanza e spostò nuovamente i capelli dal petto, mostrando la scollatura volgare. James si perse nel guardare quello spettacolo e si dimenticò del piano.
Cassandra girò sul posto tre volte, sbattè inutilmente le palpebre. Quando era tornato in sé James vide a
che al posto della donna si trovava una bellissima pantera dal manto bianco. Improvvisamente si ricordò del piano.
James lanciò lo Schiantesimo e il felino andò a sbattere contro la parete.
Intanto Remus aveva puntato la bacchetta contro Silente:- Oblivion!-.
Secondo il copione, Sirius imprigiono' Cassandra al muro e Peter sistemò la parete su cui era stata schiantata.
Remus infisse l'Oblivion anche sulla donna.
Cassandra, che era oramai tornata umana, si diresse stordita verso i ragazzi.
Era davvero bellissima, anche così confusa. Peter era davvero a bocca aperta, Sirius e James sorridevano, storditi.
-Bella trovata, ragazzi - la voce di Silente rimbobò nella stanza. A quanto pare su di lui non aveva funzionato l'incantesimo di Remus.
-Che diavolo avevate in mente?-.
-Noi...- disse James tentando di distogliere lo sguardo da Cassandra.
-Professore, non vogliamo studiare con qualcuno. Vogliamo diventarlo da soli, Animagus- disse Sirius.
-Ma non serviva fare tutto questo baccano! Bastava dirmelo!- disse burbero -Sedetevi!-.
I quattro si sedettero, mentre Silente aiutava Cassandra a entrare nel camino.
-Casa dei Flott- disse il preside, lanciando la polvere. La donna sparì.
-Bene, spero che vi siate accorti che l'avete combinata grossa. Esigo una spiegazione più... accurata-.
-Non vogliamo che tutti sapranno che saremo Animagus. Insomma, il nome di chi lo è viene scritto su un registro- spiegò Peter.
-Infatti. Abbiamo letto che agli Animagus vengono continuamente inflitti controlli- disse Sirius.
-Ritengo giusto ricordarvi che sarebbe stato più saggio riferire a me le vostre intenzioni. Posso capire come vi sentite. Però è comunque sbagliato quello che volete fare. Tutti gli Animagus sono controllati dal Ministero-.
-Professore, lei crede che siano giusti quei controlli?- chiese Remus.
-Oh, mio caro Lupin. La mia idea non cambia la legge-.
-Sì, ma lei potrebbe coprire i miei amici. In fondo non sappiamo nemmeno se ci riusciranno-.
Quando ebbero convinto il preside, si alzarono dal divanetto e andarono all'uscio. Prima di uscire James si rivolse al preside, che era oramai pacato e calmo:- Professore? Sa dirmi perché la signora Cassandra esercitava quello strano effetto su di noi?-.
-Oh, James. Sì che lo so. Era una vela- disse accennando ad un sorriso.
-E su di Lei non esercita la stessa... attrazione?-.
-Devi sapere che più si diventa anziani, più si impara a sottrarsi da alcune debolezze fisiche-.
-È lo stesso motivo per cui è riuscito riuscito sottrarsi all'Oblivion di Remus?-.
-Esatto, James, esatto-.

I MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora