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Gli occhi cristallini sprizzavano di gioia mentre la vocina soffice parlava attraverso la cornetta del telefono, Harley si asciugò le lacrime dagli occhi mentre sorrideva ascoltando gli assurdi racconti di una bimba di quattro anni.
Ma quando passi pesanti ed un odore pungente giunsero accanto ad Harley si congedò in fretta dalla conversazione "tesoro devo andare ci sentiamo", poggiò in fretta la cornetta prima di nascondere il telefono dietro alle spalle «con chi parlavi?» chiese sospettoso il Joker a petto nudo nella sua giacca in pelle color melanzana, Harley presa dal panico farfugliò confusa parole senza senso prima di formulare adeguatamente una risposta «con mia sorella!» esclamò tremolante, Joker le ronzò attorno prima di osservare il telefono poggiato sul marmo freddo «allora come mai tutta questa paura, Harley?» sorrise J accarezzandole il mento «niente niente» scosse la testa «avevo il timore mi rimproverassi» ammise con le labbra tremolanti mentre il respiro caldo dell'uomo davanti a sé le soffiava addosso «zuccherino perché dovrei mai! La famiglia è importante» sorrise Joker prima di girarsi di spalle e sogghignare «Harley, tesoro perché non vai dalle bestie a sfamarle? Non mangiano da ieri sera, sono un po' nervose» la biondina annuì e cercò di trascinarsi dietro il telefono che venne preso dall'uomo con la chioma verde «questo lascialo pure a me» sorrise mentre Harley con la paura pura iniettata negli occhi uscì dalla veranda, le grosse dita chiusero la donna fuori che sobbalzò e iniziò a pregare l'uomo di aprirle.
Il telefono squillò e in pochi istanti la cornetta era appoggiata alle orecchie bianche «Mamma? La zia ha detto che posso parlarti ancora un po'» una voce angelica fece sbarrare gli occhi al Joker.
"Mamma? E chi è questa Mamma?" Si chiese J prima di parlare «piccolina sono il giardiniere! Mi puoi ripetere come si chiama tua mamma così la chiamo per te?» sfoggiò la voce più chiara possibile prima di sentire la bimba esitare «Harleen!». Gli occhi azzurri si spostarono sulla porta finestra della veranda dove un'Harley impaurita realizzava che il Joker aveva capito tutto, bussò violentemente alla porta urlando di farla entrare ma l'uomo le diede le spalle «piccolina mi dici dove abiti?» chiese l'uomo. «dalla zia!» esclamò innocentemente la bambina «io sono Jack e tu?» sorrise Joker usando il suo vero nome prima di sospirare ed attendere una risposta «Lucy». Joker sorrise prima di salutare la piccolina e chiudere violentemente la cornetta, afferrò la sua revolver e aprendo la porta tirò per la maglia Harley a forza buttandola a terra «un secondo prima ti dico che la famiglia importante e poi vengo a scoprire che invece di tradirmi tu mi nascondi qualcosa di più grosso! Una figlia!» ringhiò Joker puntando la pistola dritta al petto di Harley mentre torreggiava su di lei «e dimmi, Lucy di chi cazzo è figlia eh? Di Deadshot? Parlavi con tua sorella certo, Harleen non mi sai dire bugie.» con le mani tremolanti avvicinò la canna della pistola più vicino alla pelle della ragazza.
Gli occhi azzurri iniziarono a piangere istintivamente mentre l'esile corpo si rannicchiava a terra singhiozzando «J è tua figlia» disse tra le lacrime la ragazza spaventata dal Joker che sembrava volesse porre fine definitivamente alla sua vita.
La pistola cadde dalle mani pallide e l'uomo collassò in ginocchio incredulo davanti alla donna di fronte a lui «mia figlia?» chiese incredulo mentre Harley annuiva piena di paura «MIA FIGLIA?» urlò prendendo per il colletto Harleen «QUINZEL PER QUANTI ANNI AVEVI INTENZIONE DI NASCONDERMELA?» la strattonò mentre la biondina cercava di liberarsi dalla forte presa «volevo regalarle una vita normale Joker!» singhiozzò serrando gli occhi troppo spaventata dall'immagine di fronte a sé, Joker la osservò per pochi secondi «NORMALE? È FIGLIA DI DUE PSICOPATICI! COME PRETENDI ABBIA UNA VITA NORMALE?» la strattonò nuovamente con molta più violenza tanto da farle sbattere ripetutamente il capo sul pavimento in legno.
La lasciò andare prima di alzarsi e camminare nervosamente con le mani tra i capelli «quanti anni ha?» chiese la voce roca prima che la donna gli rispondesse.
«quattro! Mi hai nascosto mia figlia per quattro anni?» esclamò completamente fuori di sé ancora incredulo. Puntò l'indice su Harley e con la voce tremolante dalla rabbia le disse «Lo sai Harley, mio padre non è mai stato un buon esempio per me, mio padre era un alcolista e non gli importava niente di me. Non voglio essere un padre assente e voglio che mia figlia stia con me, non con quella zoccola di tua sorella!» esclamò mentre Harley si buttò ai suoi piedi cingendogli «No! J sei matto non ti potrà mai prendere come esempio!»
Una risata inquietante ruppe il silenzio tra i due prima ch'egli la tolse dalle sue scarpe «beh Harleen, pure tu sei matta e scommetto che di testa la nostra piccola Lucy non sia da meno» esclamò sorridente prima di dare un ultimo sguardo alla donna davanti a sé, disperata.
Joker afferrò le chiavi dell'auto «la porto a casa sua.» ma con scatto fulmineo Harley afferrò la revolver e alzandosi la puntò in pieno volto dell'uomo «non farle del male Joker! Non osare toccarla!» pianse a denti stretti con un pizzico di rabbia nella sua voce prima che la chioma verde si soffermò e rise «sparami! Fallo Harley non hai nessun motivo per non ammazzarmi!» esclamò alzando le braccia sorridente prima che le piccole mani incitarono a tremare, passarono istanti mentre i due amanti si guardavano dritti negli occhi. Un urlo gutturale uscì dalle soffici labbra della ragazza prima che cadde al suolo disperata, scoppiando in un mare di lacrime «sei schiava dei tuoi sentimenti Harley» la osservò dall'alto con un ghigno perverso in volto e con quest'ultima frase l'uomo uscì dalla porta per poi salire in macchina e chiamare Jonny, il suo fidato braccio destro, per un po' di aiuto. «Jonny. Ci serve l'indirizzo della sorella di Harley»

My name is Lucy // Joker x Harley // Jason x LucyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora