Capitolo 1

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Una folata di vento fece sbattere la finestra.Il colpo lo destò.Il ragazzo aprì lentamente gli occhi cercando di lottare con tutte le sue forze per uscire da quel torpore.Buttò le gambe fuori dal letto e si mise a sedere.Ancora sbadigliando gettò un'occhiata al cartone di pizza ai piedi del letto. -Ah sì,ieri sera l'abbiamo mangiata per dare l'addio all'ultimo giorno di libertà.- Si grattò la testa. -Ma,aspetta.Che giorno è oggi?- Appena se ne rese conto si alzò di scatto e guardò lo schermo del telefono:le sette e venti. -Cazzo!- esclamò.Si precipitò in bagno facendosi largo tra la massa di vestiti buttati a terra. Prese una maglietta a caso,un paio di jeans e scarpe da ginnastica.Scese le scale di fretta facendo molto rumore per via dell'imponente stazza.Nonostante il fracasso suo padre continuava a dormire indisturbato sul divano con una bottiglia di birra in mano.Il giovane prese lo zaino mezzo rotto e uscì di casa.Con le scarpe ancora slacciate salì sulla bici e pedalò più forte che poté.Sfrecciò letteralmente tra le stradine dell'isola rischiando più volte di far male a qualcuno.Lui però non se ne curò.Adorava sentire l'adrenalina,la potenza dei suoi muscoli in movimento,adorava perdere il fiato quando correva.Del resto la forza era la sua più grande virtù.Superato il piccolo parco svoltò a destra.Chiuse gli occhi e sentì il vento freddo scompigliargli i corti capelli color cenere.Li riaprì giusto in tempo:era arrivato davanti al cancello della scuola.Lasciò la bici nera nell'apposita zona ed entrò.Mancavano ancora venti minuti alla campanella.Entrato nel cortile circondato da noccioli cercò i suoi amici.Riconobbe suo cugino Aiace per via dell'altezza:era il più alto di tutta la scuola.Man mano che si inoltrava tutti i presenti si allontanavano per fargli spazio.Achille sorrise soddisfatto.Sapeva di incutere terrore alla gente per via della sua potenza quasi disumana.In giro si diceva che sua mamma era una divinità,che Zeus gli aveva donato la forza e ancora che si imbottisse di steroidi anabolizzanti.La realtà era ben diversa:quasi ogni sera correva lungo il litorale dell'isola. Patroclo,appena lo vide,gli lanciò un sacchetto.Achille non ebbe bisogno di aprirlo per scoprirne il contenuto:la carta emanava un delizioso profumo di burro.Addentò il croissant con foga. Patroclo rise -Sapevo che saresti arrivato in ritardo e non avresti fatto colazione.-  -Le tradizioni si rispettano.- Aiace si sedette sotto l'albero accanto a loro -Quest'anno non hai intenzione di essere puntuale?Voglio dire,non posso tenerti sempre il posto in classe!- Achille fece spallucce -I cugini servono a questo?- l'altro inarcò il sopracciglio -A tenere i posti?-  -Non solo.Sono utili anche per i videogiochi.Quando mi farai provare quello nuovo sulla guerra?- Patroclo si accese una sigaretta -Non vedo l'ora di uscire da qui.Dovrò sopportare questo posto ancora per due anni...Aias! Ti sei fatto un tatuaggio?- Aiace si voltò per far vedere il tatuaggio sul polpaccio -Già.Sono una scure e uno scudo.- Achille si avvicinò alla gamba pelosa del cugino.La scure era leggermente piegata a sinistra mentre lo scudo rettangolare era inclinato a destra:insieme formavano una X. Un particolare catturò la sua attenzione:all'interno dello scudo erano tatuati sette rettangoli che si espandevano fino al bordo dello scudo. -Che cosa significano questi sette rettangoli?- Aiace rispose facendo l'occhiolino -Sette è il mio numero fortunato.Una scure e uno scudo con sette strati di pelli.Figo,no?-

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Era ufficialmente iniziata la scuola.Le era sembrato una catastrofe all'inizio ma adesso,passeggiando tra i corridoi,era felice di ricominciare.Aprì il suo armadietto e sistemò i libri. -Non ho dormito questa notte.- disse Egialea. -Perchè?- la ragazza scosse la testa -Credo sia l'ansia.Ho letto molte cose al riguardo però non hanno funzionato tutti quei consigli.Dici che dovrei frequentare qualche corso di autocontrollo?- Continuava a toccarsi i capelli intrecciati in una morbida treccia. -Non credo dovresti.Hai provato con le palline anti-stress? Io le utilizzo quando studio.Funzionano.Provale!- Egialea si morse il labbro inferiore -Sì,però andiamo in bagno adesso.Devo fare la pipì.- Dopo aver chiuso l'armadietto si incamminarono alle toilette già gremite di ragazze pronte a lottare pur di specchiarsi.La ragazza ne riconobbe qualcuna:Briseide,Andromaca e Cassandra.Quando quest'ultima uscì dal bagno, Egilea la seguì con lo sguardo -Peccato.È tanto carina con quei capelli rosso fuoco e gli occhi azzurri.Se solo non si facesse...- Penelope sgranò gli occhi -Cosa?- l'amica entrò in bagno e continuò a parlare indisturbata essendo ormai sole -Bella,ma dove vivi? Quella lì ha passato tutta l'estate a drogarsi.Ettore ha addirittura postato un video in cui balla praticamente nuda.Era per giunta convinta di predire il futuro! Cose da pazzi,veramente.- Penelope si avvicinò allo specchio e si aggiustò la camicetta di seta blu.L'aveva comprata quest'estate a Corfù con i suoi risparmi.Ripensò alle vacanze ormai terminate con un sorriso amaro sulle labbra. -Sai- disse -Cassandra viene nella mia classe quest'anno.- Egilea uscì dal bagno tirandosi su la gonna di jeans -Ma dai? Io molto probabilmente avrò tua cugina in classe.A proposito,quando arriva?-  -Non ho capito molto bene.Credo torni domani sera dalle vacanze.- La seconda campanella suonò:le lezioni erano ufficialmente iniziate.Le due amiche si salutarono per poi avviarsi alle rispettive classi.Anche quest'anno Penelope era nella sezione C. -Terzo piano,quarta porta a sinistra.- si ripetè. Non aveva ancora raggiunto la soglia dell'aula che già aveva riconosciuto Agamennone,Idomeneo e Tecmessa. -No,ti prego Atena,perché proprio con Agamennone il montato devo stare?Cosa ho fatto di male?- pensò.Entrata in classe si sedette al suo solito posto.Salutò segretamente il proprio banco con una carezza e aprì lo zaino.Preso il diario si accorse però della presenza di un portapenne -di pessimo gusto- rosso sgargiante. .Il suo banco era già stato occupato. Non fece nemmeno in tempo a domandarsi chi fosse stato che il legittimo proprietario si materializzò davanti a lei. Penelope alzò il viso e arrossì immediatamente.Non poteva crederci.

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Achille aveva occupato il banco in fondo a destra della cattedra,vicino alla finestra.L'aveva trovato già occupato a dir la verità ma con un solo sguardo era riuscito ad incutere timore al povero ragazzo.Dopo essersi seduto estrasse dallo zaino i libri di seconda mano che aveva acquistato l'altro ieri.Per lui la scuola non era molto importante,non riusciva a capire a che cosa servisse.Era già rispettato e famoso in tutta l'isola,era dotato di una forza disumana,non era stupido:perché frequentare ancora quel luogo? Si guardò attorno:Diomede stava entrando in quel preciso momento.Sebbene non lo conoscesse molto,gli stava simpatico. -Quel ragazzo è in gamba a lottare:ha un'ottima tecnica.- si ricordò di aver detto quando lo vide lottare durante il campionato di lotta greco-romana dell'isola.Diomede incrociò il suo sguardo e,dopo aver chiesto un silenzioso permesso,si sedette affianco a lui.Achille lo scrutò di sottecchi.Aveva i capelli più chiari dei suoi,ondulati,ricadevano sulle spalle,un paio di limpidi occhi azzurri e un naso importante,lungo e sottile.Sotto la maglietta si vedevano i muscoli delle braccia possenti coperte di lividi e graffi.Diomede infatti era uno dei boscaioli dell'isola,passava tutto il tempo nel bosco:raramente lo si vedeva girare per le vie abitate.Dagli innumerevoli graffi Achille poté intuire che aiutava suo nonno a tagliare la legna e a trasportare i tronchi.Ogni tanto si scambiavano qualche parola in spogliatoio,durante gli allenamenti,ma nulla di più.-Si ricomincia,eh?- Achille fece una smorfia -Purtroppo sì.- -Dai,non dire così!Quest'anno avremo un ottimo professore o almeno,così dicono.Si chiama Omero.Ha scritto per giunta dei libri!Mi chiedo perché sia venuto ad insegnare in questa isola persa nel nulla...- -Scusa?Come ti è venuto quest'amore per la scuola?Te l'ha passata il tuo amichetto Odisseo?- Diomede lo guardò perplesso ma non ebbe il tempo di rispondere che entrò il professore.Omero portava un paio di occhiali da sole,camminava lentamente,si appoggiava ad un bastone per non vedenti.Si sedette sulla cattedra con un balzo,depose il bastone a terra e si passò una mano nei pochi capelli argentati che gli rimanevano. -Buon giorno ragazzi.Sono il vostro nuovo professore,Omero.Come potete vedere sono cieco,scusate il gioco di parole.Non pensiate però che questo mi induca a non rendermi conto se state copiando:ho perso la vista ma ho un intuito strabiliante.Non cercate di farmi perdere la pazienza,sono vecchio ormai,non ho voglia di fare il severo.Continuerete comunque a svolgere dei compiti scritti:le vostre prove mi saranno lette e io stesso correggerò i vari errori.Ci siamo capiti? Bene.Direi di iniziare subito con il programma.- Un seguirsi di lamenti si levarono nell'aula -Ma come,prof?È il nostro primo giorno di scuola! Perché non facciamo un giro di presentazioni?- Il professore sembrò riflettere:si accarezzava la lunga barba bianca che gli copriva un terzo del volto -Va bene.Inizia tu...- -...Andromaca...- completò la ragazza. -Sul serio dobbiamo farlo?- chiese disgustato Diomede ad Achille,il quale rispose scuotendo la testa -Io mi rifiuto.Non voglio parlare dei miei fatti personali con un vecchio.- Il compagno di banco portò la mano sulla sua spalla -Ei,amico,porta rispetto per gli anziani,ok?Loro hanno vissuto più di noi,sono più saggi...- Omero interruppe bruscamente Andromaca rivolgendosi proprio ad Achille -Ecco,bravo.Ascolta il tuo compagno che è mille volte più intelligente di te.La forza caro mio,non serve a tutto.Porta rispetto e gli dei te ne saranno grati.- Tutta la classe si girò verso i due giovani che rimasero a bocca aperta.Come aveva fatto a sentirli fin laggiù?Parlando a bassa voce per giunta! Il professore sembrò leggergli nel pensiero questa volta:-Ve l'ho detto:i miei sensi sono molto sviluppati.- Si girò nuovamente verso la ragazza:-Scusa cara,continua pure.-

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