Capitolo 5

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Patroclo attaccò con il pugno destro mirando al viso. Achille portò tutto il suo peso sul piede sinistro e abbassò il capo, schivando il colpo. Senza perdere ulteriore tempo alzò il braccio destro e afferrò l'avambraccio dell'amico, immobilizzandolo. Successivamente portò il peso sul piede destro e tirò ripetutamente pugni sul volto dell'avversario, facendolo indietreggiare. Appena questi perse l'equilibrio, Achille si scagliò su di lui, afferrandolo per la vita e per le spalle. Con tutta la forza che aveva ancora in corpo riuscì non solo a sollevare l'amico su entrambe le braccia ma addirittura a scagliarlo via. Una volta arrivato a terra, Patroclo si arrese.

I due rimasero a distanza a fissarsi, cercando di riprendere fiato. Dopo un po' Achille lo aiutò  a rialzarsi ed entrambi rientrarono negli spogliatoi.

Erano le 11.30 di notte e l'arena era deserta. Entrambi, come quasi tutti i ragazzi dell'isola di Onar, si allenavano nel lancio del giavellotto, nella lotta con la spada, in atletica e, la disciplina preferita di Achille, la lotta libera. C'erano poi altri corsi e altre discipline, a cui ogni tanto partecipava, ma le trovava piuttosto noiose perché sapeva già a prescindere di vincere. Nella lotta invece poteva sentire l'adrenalina, la tensione, la concentrazione nel studiare l'avversario e prevedere le sue mosse, il sudore colargli lungo la schiena e la soddisfazione nel vedere l'avversario steso a terra chiedergli pietà. Gli allenamenti iniziavano sul tardo pomeriggio, circa verso le 6.00-6,30, ma alcuni di loro continuavano a combattere anche a notte inoltrata. Era abitudine, una volta concluso l'incontro, andare alle terme e scegliere tra innumerevoli comfort: la palestra, se si aveva ancora un briciolo di forza, il percorso termale classico composto da frigidario, tepidario e calidario, dei massaggi effettuati con unguenti profumati,le nationes, vasche utilizzate per nuotare, o ancora una sorta di sauna.

In realtà in palestra non si andava tanto per allenarsi, ormai troppo stanchi, ma per mettere in bella mostra i muscoli sia per certi giovanotti lì presenti sia per le fanciulle, le quali si trovavano al piano superiore e si affacciavano civettuole dalla terrazza per godersi lo spettacolo. Lì alle terme comunque non si recavano solo gli atleti ma anche donne e uomini di una certa età. Le terme erano uno dei tanti punti di incontro degli abitanti: si concludevano affari, si discuteva del più e del meno, si organizzavano matrimoni e addirittura si poteva giocare a carte o a dadi in un'apposita zona dietro la colonna con la statua dedicata ad Hermes.

Patroclo posizionò il paradenti nell'armadietto e si guardò allo specchio: era pieno di lividi. –La prossima volta magari colpisci con meno potenza, sono diventato multi-color. – Achille fece finta di non sentire. –Ovviamente.- pensò Patroclo –Figuriamoci se mette a freno la forza. – Entrambi si munirono di asciugamani e superarono il frigidarium per dirigersi direttamente al tepidarium, la vasca più rilassante di tutte a loro parere. I pavimenti erano decorati con mosaici preziosi dai toni del borgogna, bianco e verde scuro con motivi geometrici. Le pareti riprendevano perlopiù gli stessi colori ma tra un triangolo, un cerchio e un poligono si potevano trovare scene di caccia, parti di miti e la nascita di qualche divinità. Il soffitto era molto alto ed era tutto un susseguirsi di arcate con statue di eroi, divinità e poeti, colonne ioniche e piccole fessure che facevano filtrare l'aria dall'esterno. Di notte le terme erano illuminate da numerose torce sparse lungo il perimetro della struttura.

Il silenzio era sovrano in quegli ambienti. Gli unici rumori in quel momento erano i passi dei due giovani incurvati dalla fatica e risatine soffocate di qualche coppia che si era imboscata.

Arrivati, i due si immersero delicatamente, sentendo l'acqua scivolare dolcemente sul corpo e sui muscoli doloranti. Dalla vasca veniva emanato un profumo dolce e leggero. Era uso infatti gettare spezie e vino nell'acqua affinchè l'ambiente circostante e il corpo fossero profumati.

Achille si sedette su uno scalino e appoggiò il capo sul bordo della piscina.

-Patroclo potresti cortesemente chiudere le gambe? Non ci tengo molto a vederlo, grazie. – Patroclo accontentò l'amico ribattendo –Una volta ti piaceva però..- Entrambi arrossirono. –Quindi quando sarebbe il simposio di Menelao?- chiese Achille per cambiare argomento. Patroclo lo fissò per qualche secondo, sperando in cuor suo di poter tornare sull'argomento precedente, questione che non avevano ancora chiarito. Dopo aver capito che Achille faceva di tutto per evitare il suo sguardo, rassegnato rispose alla domanda:- È questo sabato. Menelao non vede l'ora di presentare Elena al nuovo arrivato, come se quello non l'avesse già vista...Tu pensi di andarci?- Achille si tirò su a sedere:-Forse sì, forse no. Ho sentito che l'invito è rivolto principalmente a Paride, Ettore e a tutta la loro famiglia. Di scritto infatti non mi è ancora arrivato nulla.- Patroclo nuotò fino all'estremità opposta della vasca:- Facciamo come Socrate, presentiamoci senza invito. Tanto nessuno rifiuterà di ospitarci.- Da lontano si sentì il rumore di effusioni. –Forse è meglio andare.- -Sì, decisamente.-

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