CAPITOLO 1 MIA

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CAPITOLO 1 MIA

''Here we go back, this is the moment, tonight is the night, we'll fight till it's over , so we put our hands up like the ceiling can't hold us, like the ceiling can't hold us''

Le note di "Can't Hold Us" di Macklemore, la mia canzone preferita, nonché la mia sveglia, invasero la stanza, svegliandomi di soprassalto, ma dandomi immediatamente il buon umore e la carica per affrontare il mio primo giorno di scuola di quarta liceo. Ero in quel momento in cui alla mattina proprio non si ha la voglia di alzarsi, nemmeno per chiudere la sveglia. Restavo lì nel mio lettuccio caldo caldo, mentre mi godevo il momento e mentre pensavo che di lì a poco avrei finalmente rivisto le mie amiche dopo tre mesi di intense vacanze, anche perché oltre a tutte quelle buone promesse di tenerci in contatto ed uscire non ci eravamo neanche mandate delle cartoline. Stavo per riappisolarmi ma poi...

<<Cristo Santo Mia!!! Ti decidi a chiudere quella cavolo di sveglia o no?!?!>>

Con la sua solita finezza, mia sorella Cristina, la più grande, mi fece scattare giù dal letto e dato che era tutto buio andai a mettere il piede proprio sulle costruzioni di lego dei gemelli, Pietro e Giovanni di quattro anni, realizzate giusto il giorno prima. Imprecai sottovoce ma riuscii a raggiungere il mio Samsung S Qualcosa e a spegnere la sveglia, giusto appena prima del secondo buongiorno da parte di Ginevra l'altra sorella che dormiva con noi.

<< Mia è tutta l'estate che ascoltiamo 'sta canzone, quando ti deciderai a cambiarla?>>

<< Mai>> le dissi io massaggiandomi il piede << soprattutto se la alternativa sarebbe svegliarmi con il tuo Justin Bieber>>

<< Uffa! Andiamo cos'hai contro di lui? È certamente molto più figo del tuo Mackli... coso o come accidenti si chiama!>>

Nonostante Ginny fosse la sorella a cui ero più legata dovevo ammettere che dal suo ultimo compleanno, il tredicesimo, stava diventando troppo ossessionata da Justin Bieber o le altre Boyband, proprio come la maggior parte delle ragazzine della sua età, lei conosceva tutto di loro perfino cose come altezza o numero di scarpe.

Dopo un'animata discussione su chi fosse più figo tra gli One Direction e Macklemore finalmente mi decisi a prepararmi. Avevo architettato già tutto la sera prima: vestiti, scarpe, trucco, braccialetti, anelli e quant'altro. Mi ero preparata tutto nei minimi dettagli, volevo che fosse tutto perfetto.

Ogni anno scolastico che passava promettevo a me stessa che avrei socializzato di più con gli altri, anche se finivo sempre per rimanere con le solite amiche. In particolar modo volevo socializzare di più con i ragazzi, mi ero sempre sentita in imbarazzo a parlarci, ma soprattutto loro non erano mai stati attratti da me. Non so perché speravo ogni anno che le cose cambiassero, che io diventassi magicamente più bella, più femminile, più simpatica. Ma soprattutto speravo con tutto il cuore di trovarmi finalmente un ragazzo. Negli ultimi tempi però, completamente rassegnata all'idea di passare la mia intera esistenza da sola, cominciai a pensarci meno a questa faccenda del fidanzato, avevo altro a cui pensare, come ad una borsa di studio, messa in palio dalla mia scuola, per andare a studiare all'estero. E non in un posto qualunque ma nell'unica e inimitabile New York! In America! Avevo finalmente una possibilità di andare a fare ciò amavo più di ogni altra cosa..l'Hip-hop. Certo a mia madre avevo ovviamente spiegato che ero interessata molto ai corsi di economia, ma in realtà il mio cuore aveva già individuato un paio di scuole di danza dove avrei potuto migliorare e ampliare il mio talento. Perché se c'era una cosa che sapevo fare era ballare, di questo non avevo mai avuto dubbi. Era la mia vera e più grande passione, avevo cominciato a danzare fin da quando ne avevo memoria, e se avessi avuto la possibilità di andare a New York, patria dell' Hip-hop e delle opportunità, non mi sarei lasciata sfuggire l'occasione di intraprendere una carriera da Hip-hop dancer. Chissà magari un giorno mi sarei trovata a ballare nel video musicale di qualche rapper di fama mondiale. Purtroppo però mi serviva quella borsa di studio, e quindi mi sarei davvero impegnata a scuola e ne ero sicura, non c'era ragazzo che reggesse in confronto al mio sogno. Oltre al mio sogno nel cassetto però, a motivarmi c'era il mio disperato bisogno di evadere dalla mia ''famiglia'' perché...ecco...non è che fosse proprio come quella che si vedeva negli spot della Barilla, dove sono tutti felici, spensierati e altruisti.

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