CAPITOLO 6 MIA

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Dopo l'incontro con Haggerty al supermercato, e sapendo di averlo visto al parco, cominciai a sospettare che abitasse dalle mie parti, il che mi spingeva ad uscire di casa, in particolare era una vera e propria motivazione per andare al parco dove magari avrei potuto ammirarlo mentre si allenava. In tal caso, chi lo sa, forse si sarebbe tolto la maglietta...

Ma nonostante fossi andata al parco quasi ogni giorno per una settimana, non avevo proprio avuto la fortuna di incontrarlo. Così mi ritrovavo a fare qualche giro di corsa, sorprendendomi di quanto i miei polmoni proprio non volessero collaborare. Oltretutto doveva essere proprio uno spettacolo pietoso, tanto che non appena passavo vicino all'area con gli scivoli e le altalene, i bambini mi additavano come fossi la scema del villaggio. Ad ogni modo, durante uno di questi miei esaltanti pomeriggi, mentre faceva stranamente molto più caldo del solito per essere ormai a Novembre inoltrato, mi capitò di scorgere una figura maschile in lontananza. Quasi mi venne un infarto, come se il fatto di correre cinque giri consecutivi non fosse già stremante per il mio cuore. Era altamente probabile che fosse lui. Ma per averne la certezza mi dovetti avvicinare di più. Nel momento stesso in cui mi accorsi che era davvero lui quel bel ragazzo che faceva le trazioni dalla sbarra, senza maglietta (grazie a Dio per la giornata molto calda), mi resi conto che non avevo alcuna via di scampo. Il mio sentiero passava proprio davanti a lui ed ero circondata da immensi cespugli che sapevo contenevano piccole abitazioni di pantegane, quindi non potevo neanche fare un altro percorso. Inoltre ormai ero nel suo campo visivo e avrei dato troppo nell'occhio se mi fossi fermata e avessi fatto marcia indietro. Fossi stata una persona sana di mente avrei rallentato fino a camminare, ci sarei passata davanti come una persona qualunque e se avesse dato segni di riconoscermi lo avrei salutato. Ma siccome invece ero una ragazza stupida e campionessa nel fare figure di merda, non solo continuai a correre, ma accelerai pure, forse credendo di essere Bolt, e fu così che proprio mentre gli passavo davanti, sentendo tutto il suo sguardo addosso, sentii gambe, polmoni e cuore cedermi inesorabilmente, portandomi ad avere uno stretto e davvero poco delicato contatto col terreno.

Poi fu tutto buio.

<< Mia, Mia santo cielo mi senti?>>

<< Mamma secondo te è morta?>>

<< Federico! Vieni subito via di lì! E smettila di punzecchiare questa poveretta con quel bastone!>>

Aprii lentamente gli occhi. Era ancora tutto molto offuscato ma percepivo varie presenza intorno a me.

E poi li vidi. Vidi quei due stupendi e intensi occhi parecchio preoccupati.

<< Oh grazie al cielo Mia! Si è svegliata>>

Guardandomi intorno ancora stordita vedevo una piccola folla di gente intorno a me, ma soprattutto sentivo un braccio forte intorno alla mia vita che mi sosteneva. Oh cazzo era proprio il suo braccio.

<< Mia ti prego dì qualcosa. Mi è venuto un infarto...>>

Oh no caro mio, qui quella che ha un infarto sono io pensai girandomi e trovandomi a faccia a faccia con i suoi pettorali scolpiti.

<< S-sto bene>> dissi con una voce che indicava l'opposto. Sentivo il ginocchio bruciarmi come non mai e guardandomi scoprii una bella fontana di liquido rosso sgorgare da esso. E si sa che effetto mi faceva la vista del sangue e così cominciò a girarmi la testa.

<< No, Mia! Forza tesoro resta con me. Cerca di stare sveglia>> disse Haggerty dandomi degli schiaffetti sulla guancia. Come se il suo contatto fisico e il fatto che mi avesse chiamato tesoro aiutasse a non farmi svenire completamente.

<< Aspetta, sciacquiamo la ferita alla fontanella>> disse ancora intuendo il motivo per cui mi sentivo male.

In meno di un secondo mi sentii trasportare alla fontanella. Era lui che mi stava trasportando alla fontanella.

Il Segreto Del Tuo SguardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora