Edith e Matty erano entrambi seduti su un piccolo divanetto, dalla pelle strappata, quasi corrosa. Evidentemente erano troppe le persone che ci si siedevano sopra.
Erano entrambi così nervosi che avrebbero voluto veramente fumare tutto il pacchetto di sigarette- che purtroppo era finito mentre erano in macchina- ma nell'ospedale non si poteva fumare e Edith preferì sfogare la sua ansia sulle sue unghie (o quel che ne restava) mentre Matty, come suo solito, pensò. Pensò a Océane e alle sigarette, alla sua reazione quel giorno, e a come forse avrebbe dovuto essere più gentile, o chiederle spiegazioni, fermarla e non lasciarla andare via così. L'aveva capito che era qualcosa di grave dal modo in cui aveva strisciato la sedia sulla strada mal lastricata, facendo un forte rumore che aveva fatto girare tutti. Senza un esatto motivo, le scrisse di essere in ospedale per vedere degli amici, ma che avrebbe comunque gradito la sua compagnia.
Edith si alzò non appena un uomo, probabilmente sulla cinquantina, uscì dalla stanza di Edward chiudendo la porta con estrema delicatezza. Il suo camice era leggermente aperto, portava un paio di spesse lenti che coprivano un paio di occhi di un verde che aveva un'intensità particolare, assomigliava così tanto alla felpa verde di Edward che Edith tanto amava perché era piuttosto larga ed era così calda. L'indossava sempre quando era preoccupata, o triste, prendendo sospiri più profondi del solito in quanto il tessuto era impregnato dell'odore di Edward. In quel momento, avrebbe voluto averla portata. Si avvicinò al medico che la tranquillizzò subito, in quanto non era nulla di grave.
Senza nemmeno ringraziarlo Edith si gettò sul letto dove Edward era steso. Quei due non si dissero nulla inizialmente, Matty li osservò con una certa tenerezza da dietro al vetro, mentre si arricciava i capelli. Vide Edith sedersi accanto a lui, che aveva la gamba alzata in aria, ingessata. Non voleva immischiarsi nei loro affari, ma improvvisamente, quasi come se fosse scoppiata una bomba, li sentì litigare. Non capì bene come era iniziata la discussione, così si scostò dal vetro e preferì origliare direttamente dalla porta.
Non riuscì a prestare estrema attenzione alle parole in quanto questa fu catturata da un particolare che in quel momento lo sconvolse.
Edith parlava forte, quasi tremante però, parlava accentuando fin troppo le parole come non l'aveva mai sentita fare. Aveva un così forte accento cockney, e la sua voce risultava identica a quella della gallery.
Fu in quel momento che collegò tutto, che capì che doveva essere lei. Realizzò tutto d'un tratto che s'era fermato ad Océane perché era così stanco di quella folle ricerca, e lei era quella che più s'avvicinava all'idea che s'era fatto della voce che l'aveva scelta. Capì d'essere stato un vero cretino in quanto la dolce pronuncia francese che aveva Océane non poteva minimamente essere comparata con il suono rozzo, quasi volgare, dell'accento cockney.
«Healy, ora può vedere Roxanne» il medico di prima lo risvegliò dalla sua riflessione.Entrò, ancora scosso, in una stanza spoglia, come tutte le stanze d'ospedale, e si sedette ai piedi del letto di Roxanne che gli sorrise un po'.
Aveva un gesso che le copriva tutto il braccio sinistro, comprese le dita.
«che è successo?»
«stavamo venendo al teatro. Un'altra auto non ci ha visti all'incrocio, ci ha presi di lato. Fortunatamente nulla di grave, sarebbe potuta andarci peggio»
Matty l'abbracciò per quanto poteva, posandole un bacio sulla fronte bianca, accarezzandole un po' la guancia destra, mentre con l'altra mano stringeva le sue dita. Le guardò e si ricordò del tatuaggio, quello piccolo, il fiore di loto.
«Rox, chi ha l'altra metà del tatuaggio?»
«Edith»Edward guardava la ragazza davanti a lui con gli occhi blu colmi di tristezza. Le aveva rovinato ogni cosa, perfino lo spettacolo. Sospirò rivolgendo lo sguardo alla luce bianca mal funzionante, che illuminava malamente il viso di Edith, la quale non aveva smesso di mangiarsi le unghie da quando era entrata.
Ripensò in meno di un minuto a tutta la loro relazione, a tutto quello che avevano passato, e capì che Edith forse con lui, non era mai stata veramente libera. Decise che era giusto lasciarla andare.
«Edith» lei lo guardò sorridendo apprensivamente, era così preoccupata quando l'avevano chiamata, per fortuna si era tranquillizzata quando aveva visto che non era grave- almeno per Edward. Se le si fosse rotta una gamba, sarebbe morta a causa di tutto il tempo durante il quale non avrebbe potuto ballare.
«Ti ricordi quando io e te ci sedevamo sul letto, io con la mia sigaretta tra le labbra, e tu affianco a me solo con il reggiseno nero, che mi guardavi e ti avvicinavi solo per rubarmi la sigaretta dalla bocca?» glielo chiese sorridendo, quasi trattenendo una risata. Le sarebbe mancata così tanto.
Edith ridacchiò arricciando il naso, mordendosi le labbra e stringendo la mano calda di Edward.
«e ti ricordi quando ci incontrammo a lezione di matematica l'ultimo anno di liceo?»
«eri adorabile con quei capelli lunghi»
«ah ti prego non ricordarmi di quel taglio» risero di gusto, e Edward s'avvicino a lui ancora di più, posandogli un bacio sulle labbra, che Edith preferì approfondire facendo entrare la sua lingua nella bocca di Edward.
«Edith»
Edith l'aveva capito cosa stava per fare, l'aveva sentito il distacco nel bacio, la nostalgia, era riuscita a percepire che lui voleva lasciarla, magari credendo che fosse per il suo bene, ma si sbagliava così tanto.
«Edith ti prego basta» e si fermò.
«Edward» non seppe con quale forza le uscirono le parole dalle labbra, tremava tutta.
«Edith non possiamo continuare così. Ammettilo, tu non sei felice. Io» gli costò tanto dire quello che disse «io voglio solo che tu possa ballare. Voglio che tu sia libera. Edith guardami, lo sai, sei troppo selvaggia per me, e io troppo mite. Ti sono stato d'intralcio dal primo momento, quale ragazzo direbbe alla propria fidanzata di non credere nei propri sogni? Hai fatto così tanto per me, e io non sono mai riuscito a ricambiare; so che starai meglio se la finiamo qui. Ti ho tenuto sveglia così tante notti con i miei problemi, voglio solo che tu dorma serenamente. »
«Sai Ed, la materia oscura è necessaria per tenere le galassie assieme. La tua mente è una galassia. Più oscura che luminosa. Ma la luce che c'è la rende degna di ogni notte insonne con te, di ogni lezione di danza andata mediocremente perché ero troppo stanca per dare il meglio di me perché quel "meglio" l'avevo dato a te. Non voglio lasciarti»
Edward si sedette malamente, i suoi movimenti erano limitati. Si avvicinò a Edith quanto poteva e le baciò la fronte, un'ultima volta.La loro storia finì, con entrambi che sapevano che forse non avrebbe mai potuto funzionare, e con entrambi che desideravano che questo giorno non fosse mai arrivato.
Lui, che combatteva costantemente la sua battaglia.
Lei, che provava ad aggiustare ogni cosa che credeva fosse rotta, fissandosi troppo su cose che non erano mai realmente accadute.
Lui, che credeva di averle dato tutto ciò che aveva.
Lei che aveva pensato di potergli dare di più.Adam e i ragazzi arrivarono assieme ad Océane che salutò timidamente Matty non appena lo vide uscire da quella stanza.
Notarono tutti la tensione tra i due, ma furono tutti più impegnati a guardare Edith che uscì improvvisamente dalla stanza di Edward piangendo violentemente. Tentava di trattenere i singhiozzi mangiandosi le unghie, come al solito, ma era inutile; le lacrime continuavano a scendere dai suoi occhioni, e Matty, vedendola così l'abbracciò di nuovo sotto lo sguardo di Océane.
Non appena il corpo di Edith fu avvolto dalle braccia di Matty, lei si dimenò, andando via. Anche Matty la lasciò andare, capì che aveva bisogno di un po' di privacy, e si gettò a peso morto sul divanetto di prima, e Océane si accomodò accanto a lui, sedendosi con la sua solita delicatezza, passandosi una mano tra i capelli.
«Mi spiace essere andata via così l'altra volta. Non ho affatto superato quello che è successo a Pierre»
Matty stette zitto e lei continuò a parlare, anche se non aveva la minima voglia di sentire la sua storia in questo momento. Fin troppe cose gli svolazzavano nella mente, e non aveva tempo anche per Océane, ma lei parlo comunque e lui non poté fare a meno di ascoltarla.
«Pierre fumava sempre ed era una cosa che adoravo. Ho sempre creduto che le sigarette donassero un certo charme, e per questo fumavo anche io. Aveva gli occhi blu. I capelli biondi, che gli scendevano spesso umidi sulla fronte. Ma la cosa che più amavo, era proprio la sua bocca, impazzivo per il piccolo sorriso che compariva quando una sigaretta si aggiungeva tra i suoi denti o quando le mie labbra si univano alle sue. Siamo stati assieme tanto tempo, tre anni. Pierre era impulsivo come me, ma stranamente andavamo d'accordo, ci scontravamo poco. Mi chiese di sposarlo mentre stavamo passeggiando sulla rive gauche a Parigi, una cosa alquanto banale, ma fu perfetto. E poi, qualche mese prima del matrimonio, si ammalò. E morì. Non c'è niente di perfetto in questo però»
«mi spiace»
«ma se tu vuoi fumare, non è affar mio»
«già»
Océane si alzò e non poté fare a meno di far cadere il suo sguardo oltre il vetro, dove i suoi occhi nocciola scorsero Edward, steso sul letto, che piangeva, con le mani tra i capelli. Probabilmente lo fissò troppo, ma non poteva fare a meno di distogliere lo sguardo.
«Matty» bisbigliò «chi è quello? Gli somiglia così tanto»
«È l'ex di Edith» rispose scrollando le spalle e lasciandola li.
Mentre usciva dall'ospedale vide Ross fuori che parlava a telefono sorridendo fin troppo per i suoi gusti. Aspettò che spegnesse per poi iniziare ad infastidirlo come sempre.
«Chi era? La fidanzata?» lo canzonò.
«in realtà si»
Matty per un istante si scordò di tutto quello che era successo e lo prese per mano iniziando a saltellare urlando di essere così contento per lui, e le sue urla non fecero che aumentare quando Ross gli confessò che la ragazza era Janet.
Matty abbracciò Ross che gli scompigliò i capelli, e lo rassicurò riguardo tutto, notando l'evidente inquietudine dell'amico.
«Parla con Edith» gli disse prima di raggiungere i ragazzi che stavano andando da Roxanne.AYEEE.
No no no no. Non è uscito assolutamente come volevo, è il capitolo peggiore che abbia mai scritto, e sto soffrendo perché dentro di me non volevo far lasciare Edith ed Edward, li shippavo un po', e piango tanto.
Per non parlare di Océane che boh, non ha un senso, o quel povero Ross che si infila a cazzotti nel finale ma capitolo, si sarà rotto le palle di vedere sempre Matty al centro dell'attenzione eh.
Mi spiace se faccia schifo, non riuscivo proprio a scrivere- per vostra fortuna siamo quasi alla fine (credo che saranno altri 2 capitoli )
Vi ringrazio per aver letto, 💙
STAI LEGGENDO
The sound. (THE1975)
Fanfictie" I know when you're around cause I know the sound of your heart" "So quando sei nei paraggi perché conosco il suono del tuo cuore" dove Matty si innamora di una voce, e inizia la disperata ricerca di quest'ultima