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Entrai in classe e trovai posto vicino a Cameron, un mio caro amico.

"Lyds!" Esclamò lui alzandosi dalla sedia per abbracciarmi.

"Wow Cam, sei arrivati in anticipo, miracolo!" Sorrisi ricambiando l'abbraccio.

"Quest'anno se mi bocciano i miei hanno detto che mi manderanno in un collegio, e sinceramente non ci tengo." Spiegò ridacchiando, sempre lo stesso Cam.

"Taylor?" Domandò mentre ci sedevamo.

"Ha un altro corso, perché?" Feci un sorrisetto malizioso a Cam che scosse la testa, sapevo che fosse la sua migliore amica ma secondo me la considera ben altro.

"Per chiedere." Mi sorrise arrossendo sotto il mio sguardo.

"Tua sorella diventa sempre più bella." Si complimentò Cam.

"Sei il solito." Ridacchiai sotto i baffi.

Cam aprii bocca ma non fece in tempo a parlare che entrò il professore di algebra in classe, accompagnato da due alunni, tra cui lui, il ragazzo di prima

"Buongiorno ragazzi! Prima di incominciare voglio presentarvi due nuovi ragazzi che faranno parte di questo corso di algebra. Presentatevi, non siate timidi." Li invogliò il professore con un sorriso rassicurante.

"Tyler Posey." Disse il ragazzo con un espressione svogliata. Aveva occhi marroni leggermente a mandorla e sembrava originario dal Messico. Capelli a spazzola e un sorriso falso stampato sul volto.

"Dylan, Dylan O'Brien." Si presentò l'altro adolescente guardando nella mia direzione e sorridendo con il lato destro della bocca. Cercavo di distogliere lo sguardo dai suo occhi nocciola ma senza successo. Si inumidì le labbra, all'apparenza soffici, pareva lo facesse apposta.

Le solite oche lanciavano gridolini e facevano occhiolini al ragazzo che non li degnava di uno sguardo, sembravano avessero un tic all'occhio e sinceramente ci provavo gusto. Le ho sempre odiate con tutta me stessa.

"Raccontateci qualcosa di voi, per esempio da dove venite e così via." Gesticolò il prof. appoggiandosi sulla cattedra.

"Vuole anche il certificato di nascita?" Scherzò Tyler facendo diventare incazzata l'espressione del prof, procurando risatine da parte della classe, compresa me.

"Okay okay, mi scusi, era solo una battuta. Allora, vengo da Philadelphia e mi sono trasferito qua con Dylan, ovvero lui. Ho 17 anni e sono nato a Santa Monica." Continuò sbuffando, devo dire che era anche lui molto carino.

"Io vengo lo stesso da Philadelphia e vivo con questo cretino. Ho 17 anni e sono nato a New York." Dylan continuava a fissarmi e mi sentii mancare il respiro, affannare senza aver corso, l'aria calda che si reprimeva verso di me e avevo paura che per un momento sarei potuta andare a fuoco, per non parlare poi del battito del cuore che rimbalzava sul petto, si sarebbe udito da una distanza indecifrabile.

"Perfetto, potete andarvi a sedere." Concluse il prof. Notai un banco libero di fianco al me, sperai mentalmente che Dylan non occupasse quel posto. Cosa che purtroppo non fece, lui si sedette lì affianco a me, continuava a sorridermi e non capivo quali erano le sue intenzioni. Odiavo essere fissata da qualcuno ma con lui era diverso, qualunque cosa è stata diversa con lui.

"Perché mi fissi?" Domandai tutto d'un tratto, mi sarei fatta guardare per ore da lui ma dovevo pur dir qualcosa, la mia voce non risuonò più infastidita di come volevo farla sembrare.

"Perché tu fissi me." Rispose con un sorrisetto compiaciuto. Mi aveva spiazzato con una sola frase. Sapevo che le mie gote in quel momento fossero rosse.

Unsteady ||•Dylan O'Brien•||Where stories live. Discover now