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Mi incamminai verso casa con mia sorella accanto, era particolarmente felice.

"Quel Dylan ti fissava e tu fissavi lui, sembrava vi stavate scopando con gli occhi." Ridacchiò guardandomi. Arrossii, mia sorella riusciva sempre a capire tutto.

"Vogliamo parlare di te? Ad ogni complimento che ti faceva Mila arrossivi e non provare a negarlo." Replica indicandola.

"Smettila, è la mia migliore amica e basta." Continuva a mentirmi, ci avrei anche creduto se solo le sue gote non si fossero tinte di rosso e gli occhi verdi brillare al solo pensiero.

"Quel Tyler flirtava spudoratamente con la sottoscritta e devo dire, che è molto carino." Ammise mentre imboccammo la solita scorciatoia che facevamo.

"Carino ma stronzo." Affermai con una smorfia.

"Dylan ammetto che è molto bello, ma è strano."

"Lo so, ed è proprio per questo che lo voglio conoscere." Dissi ricordandomi quegli occhi color nocciola fissi sui miei, mi provocò la pelle d'oca a pensarli.

"Oggi alla festa devi fare colpo, voglio che te lo porti a letto entro una settimana, sorellona." Scherzò procurandosi uno schiaffo leggero sulla nuca per la cazzata detta.

"Tu pensa a farti figa per una certa persona." Esordii con un sorrisetto malizioso e lei ancora una volta, arrossii di istinto.

Per il resto del tragitto lei non fece altro che sorridere, non la avevo mai vista così felice.

"Nick si è fatto un bonazzo." Fui io a rompere il silenzio che si era creato fra di noi.

"Già." Rispose per solidarietà, si vedeva che pensava a qualcun altro.

Entrammo a casa e trovammo mamma ballare al ritmo della musica jazz che aveva messo. Era molto divertente.

"Madre le patate si stanno bruciando." La avvertii entrando in cucina e sentendo l'odore del bruciato.

"Merda." Esclamò precipitandosi sui fornelli, aveva come abitudine quella di pranzare ad un orario indecente.

Io e Lauren scoppiammo in una fragorosa risata, amiamo i modi di fare di mamma.

"Ma, sta sera io e Lolo andiamo ad una festa che hanno organizzato dei nostri amici." Le urlai mentre andai in camera mia.

"Si beve alcool e ci sono bei ragazzi?" Domandò dalla cucina.

"Si madre" Rispose Lauren dal salotto.

"Allora ci potete andare, se era una di quelle feste organizzate da quei genitori rompi palle senza un goccio di alcool non vi mandavo." Affermò mamma.

Sorrisi per la sua risposta, non era come tutte le altre mamme, lei era diversa, fuori era una donna sulla quarantina e dentro invece era ancora un'adolescente. Forse l'amavo proprio per questo.

Accesi il cellulare e lo collegai alla cassa portatile. Misi la playlist di Ed Sheeran e mi rilassai subito. Era partita Lego House che canticchiavo controllando le notifiche sul telefono. C'era un messaggio da un numero sconosciuto:

-Jessica.

Sobbalzai sul letto, sapevo che era Dylan, solo lui mi chiamava così. Non riuscivo a capire come faceva ad avere il mio numero.

-Dylan, sei tu?

La risposta non tardò ad arrivare.

-È una possibilità, potrei anche essere un pazzo omicida e tu non lo saprai mai.

Si, era di certo lui, chi altro avrebbe risposto in quel modo?

-Come hai fatto ad avere il mio numero, O'Brien?

Unsteady ||•Dylan O'Brien•||Where stories live. Discover now