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Oramai si era fatta ora di cena e io e Lauren eravamo sul divano a cazzeggiare, impazienti di conoscere la cotta di nostra madre.

"Quindi tu e Camila..." Cacciai il discorso che avrei voluto farle quando stavamo da sole. Le mandai un'occhiatina maliziosa e lei di risposta arrossii e scosse la testa imbarazzata. Non riusciva a rispondere così continuai a parlare.

"Che avete fatto l'altro ieri notte, quando sono rimasta a dormire da Dylan?" Andai dritta al punto e lei cercò di essere indifferente cosa che non le riuscì dato che stava pian piano diventando sempre più rossa.

"P-perché me lo chiedi? C-camila è andata a casa sua e io a casa n-nostra." Balbettò gesticolando, era evidente che stava mentendo.

"Allora non mi spiego il fatto che l'ho trovata in salotto quando sono ritornata a casa." Ribatté io fingendomi confusa, lei abbassò lo sguardo sulle sue mani trovandole estremamente interessanti, mentre stava letteralmente andando a fuoco.

"Beccata." Replicai io mentre mi avvicinavo a lei con un sorrisetto tutto tranne che innocente. Mi sedetti accanto a lei e aspettai che parlasse.

"Okay okay, mi hai fregata. È rimasta a dormire da me ma non è successo niente di quello che tu pensi." Confermò ancora imbarazzata, ma io sapevo che non era la verità.

"Allora ancora non mi spiego perché Camila aveva dei succhiotti enormi sul collo l'altro ieri notte, sembrava un Dalmata" Lei spalancò gli occhi e si coprì la faccia con le mani.

"Lyds, bocca chiusa su questo fatto per favore." Concluse lei seria, con ancora le guance dipinte di rosso.

"Tranquilla Lolo, sapevo fin dal primo giorno di scuola che qualcosa tra voi due era nato, però devi accettare il fatto che vi shipperò fino all'inverosimile." Affermai battendo le mani come una foca, sembravo matta.

"Lydia non-" Non la feci finire che la interruppi

"ODDIO HO TROVATO IL NOME DELLA SHIP PUCCIOSA: CAMREN."  Urlai saltando addosso a mia sorella che mi stava guardando basita...aveva tutti i suoi motivi per esserlo. Quando il mio lato da Fangirl si risvegliava ero una matta da portare momentaneamente in manicomio.

"Lydia non respiro." Annaspó lei e io mi tolsi di mezzo, si stava per vendicare, venendomi incontro con un pugno alzato ma proprio in quel momento si sentì il campanello.

"Che culo che hai, tanto dopo vedi cosa ti succede." Mi minacciò lei lasciandomi un'occhiataccia.

"So di avere un bel culo sorellina." Mi vantai andando ad aprire.

"Bah, io sempre più basita." Sussurrò e in quel momento nostra mamma scese dalle scale e si precipitò sulla porta, spingendomi per arrivare prima lei di me.

"Madre!" La sgridai sbracciando.

"Che vuoi? È l'uomo che piace a me, non a te!" Esultò prima di aprire la porta. L'uomo, che non riuscivo a vedere dato che mia madre si era messa davanti, salutò prima la sua "signora" e poi entrò. Era davvero un bell'uomo: aveva gli occhi azzurro chiaro e i capelli di un marroncino. Mamma aveva fatto proprio un bell'acchiappo.

"Ragazze, lui è Bradley." Lo presentò nostra madre che arrossii quando Bradley le sorrise, amavo i suoi comportamenti da ragazzina.

"Lydia." Dissi stringendogli la mano.

"Lauren." Mia sorella eseguii i miei stessi gesti e dopo di che andammo ci avviamo in macchina per dirigerci al ristorante. Guidava mia madre e questo non era per niente un bene. PER NIENTE.

"Sarah, mi vuoi dire dove ci stai portando adesso?" Domandò Bradley sistemandosi sul sedile un po' meglio. Quell'uomo aveva la stessa espressione e lo stesso sorriso di Dylan, cosa alquanto inquietante.

Unsteady ||•Dylan O'Brien•||Where stories live. Discover now