Prologo

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La grande vetrata separava lo sguardo perso del signor Strickland dall'immensità del panorama.
Era comodo, con le gambe e le braccia incrociate, seduto sulla sua grande e trionfale poltrona in pelle scura che dava le spalle all'intera stanza. Era nascosto completamente dal grande schienale imbottito.
La pioggia cadeva inesorabilmente ormai da qualche ora, ben mimetizzata dall'oscurità della fredda notte e svelata a tratti dai lampi di luce dei fulmini che si scaricavano nell'aria.

L'ennesima sigaretta si stava esaurendo e con essa anche la sua pazienza.

Con uno scatto, si alzò innervosito davanti alla finestra.

-Novità Raul? - domandò all'uomo posto in piedi all'angolo della scrivania.
-Ancora nessuna Signore - rispose Perez controllando nello schermo di quello che sembrava essere un palmare.

-Sono in ritardo, dovrebbero essere già qui - commentò Strickland spegnendo la sigaretta in un costoso portacene d'avorio - voglio parlare con tuo fratello -
-Signorsì - rispose Perez

Raul fece un cenno all'unica guardia che presidiava l'ingresso del ufficio, la quale uscì immediatamente.

- Se qualcosa dovesse andare storto, mi troverei l'intero consiglio alle porte della città e tutto il mio piano andrebbe in fumo. Per non parlare di Katana: non aspetta altro che un mio passo falso per farmi fuori dai giochi. - appurò Strickland pensieroso.
- Signore, se posso permettermi, sono sicuro che tutto andrà secondo i piani, abbiate fiducia. Zerach porta sempre a termine i propri incarichi- rispose Perez nel tentativo di dissipare i dubbi.

Strickland prese un'altra sigaretta dal pacchetto e, dopo aver ruotato velocemente la rotella del suo accendino placcato in oro, passò la fiamma sull'estremità del tabacco, accendendola con rapide boccate.

Espirò una densa nuvola di fumo verso il soffitto dell'ufficio, ripose delicatamente la sigaretta sul bordo del portacenere e, guardando dritto negli occhi Perez rispose:

- E' proprio Zerach la mia preoccupazione. Forse ho commesso uno sbaglio a promuoverlo a capo della missione, è troppo impulsivo.

Due colpi secchi e ravvicinati si udirono al di là della porta d'ingresso e, dopo pochi istanti, varcò la soglia Zerach con il suo passo spavaldo.
Era completamente ricoperto da un'armatura color ghiaccio, la quale lasciava intravedere solo qualche lembo di pelle del viso, sotto quello che sembrava un casco completamente sigillato con una visiera.

Era possente, più macchina che uomo, tenuto in vita da un sistema respiratorio completamente meccanico e da un sistema circolatorio artificiale.

-   Voleva vedermi Signore? - domandò l'uomo    
    avvicinandosi alla scrivania.
- Zerach dov'è il carico, perché questo ritardo? -
- Signore, in base ultimi rapporti il veicolo è stato registrato alle porte della città dieci minuti fa. Siamo in attesa di ricevere il prossimo aggiornamento- spiegò Zerach guardando sia Strickland che Perez.
- Zerach di quanti minuti è in ritardo l'aggiornamento? - domandò Perez preoccupato.
- 7 minuti, ma... - tentò di spiegare.
- Niente ma!! - sbraitò Strickland - sono sufficienti! Zerach sei sollevato dal comando, Raul trovami quel dannato furgone. -
Perez con un cenno asserì e, tramite un auricolare, chiese un rapporto al nucleo di sorveglianza che, dopo qualche istante di attesa, li aggiornò sulla situazione.
Schiarendosi la voce si rivolse a Strickland:

- Signore, è stato segnalato un incidente nella zona Kenho, probabilmente è coinvolto un veicolo.
- Mi auguro per voi che non sia il nostro. Mandate subito un drone di pattuglia sul luogo dell'incidente, voglio una scansione di tutta l'area. E ora andate fuori! - urlò Strickland.
Perez e Zerach si apprestarono velocemente a lasciare l'ufficio ma, poco prima di varcare la soglia, vennero fermati dalle parole di Strickland.

- E che sia ben chiaro: la voglio viva.-

VioletDove le storie prendono vita. Scoprilo ora