Capitolo 1

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L'impatto fu violentissimo e poi regnò il silenzio.
Violet era serena ora: non era più su quel furgone, con gli occhi bendati e immobilizzata da quelle
strette manette che le bloccavano la circolazione.
Era nella sua cameretta, sdraiata sul suo letto a guardare il soffitto.
La luce del Sole si insinuava tra le lunghe tende bianche che ricoprivano la grande finestra della stanza, disegnando grandi giochi di luce a cui Violet si divertiva a dare un senso.
Un cavallo alato correva lungo tutto il soffitto, fino a diventare improvvisamente un delfino che si perdeva fra le onde del mare.
Una dolce voce in lontananza la stava chiamando, distraendola dall'osservare quel grandissimo
cielo bianco che sovrastava tutta la sua stanza.
Ora era felice e sorridente, perché quella voce lei la conosceva: era quella di sua madre, ma non era
distinguibile. Via via che si avvicinava, diventava sempre più nitida e forte fino a riuscire a distinguerla.
- Alzati Violet. Corri via da lì, scappa!! – disse sua madre.
- Perché mamma? Io voglio stare qui, siediti vicino a me! – rispose lei.
Improvvisamente avvertì una forte fitta alla fronte che diventava sempre più intensa. Una piccola
goccia di sangue cadde sulle lenzuola bianche e, pochi istanti dopo, altre gocce sempre più grandi
caddero dalla sua fronte.
Lentamente la vista divenne offuscata, annegata dal dolore incessante. Poi ci fu il buio e di
nuovo il silenzio.
- Mamma!!! – esclamò improvvisamente la bambina allungando le braccia davanti a sé e svegliandosi.
Capì che era stato tutto un sogno.


Magetook City - Neo Gaia

Anno 2254

Violet aprì lentamente gli occhi. La vista impiegò qualche secondo a tornare nitida e definita.
Un forte odore di bruciato la investì, riempiendole rapidamente i polmoni e costringendola a tossire violentemente per liberarsene.
Era ancora sdraiata sull'asfalto bagnato quando notò, con terrore, che da un profondo taglio sulla fronte, del sangue le stava scivolando lungo il viso per poi confondersi e mescolarsi con la pioggia.

Si guardò intorno lentamente: tre uomini erano sdraiati e immobili come lei, poco distanti da quello che sembrava essere un veicolo rovesciato su un fianco avvolto dalle fiamme.

In preda al terrore, Violet si alzò rapidamente in piedi.

Non ricordava niente: né chi fossero quegli uomini, né perché fosse lì in mezzo a quel disastro.

L'intensità del fuoco aumentò, estendendo così le fiamme che inglobarono tutta l'area adiacente al veicolo incendiato, compresi i tre corpi senza vita che giacevano a terra.
Violet indietreggiò con frenesia, portandosi davanti al volto il braccio destro per potersi riparare dal calore.

Un forte fascio di luce, seguito da un ronzio assordante, si scorse in lontananza, a forte velocità, in direzione di Violet.

Presa dal panico, la bambina iniziò a correre lungo la stretta stradina di fronte a sè, che si dirigeva verso gli alti palazzi del quartiere.
Violet si allontanò velocemente dalla zona dello schianto, e dall'assordante rumore causato dal drone, ora fermo al di sopra delle fiamme.
Attraverso il forte riflettore posto sul muso della sonda, questo scansionò l'intera area in cerca di corpi biologici e, tramite un sensore termico, individuò la scia di movimento di Violet che si stava allontanando dalle fiamme. Decise allora di inseguirla lungo la stretta stradina.

La ragazzina si accorse che il drone si stava avvicinando rapidamente, così aumento la velocità della corsa per non essere raggiunta.
Il ronzio del motore magnetico del drone riecheggiava fastidiosamente sulle pareti dei palazzi popolari, aumentando intensivamente man mano che si avvicinava alla bambina.

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